Diario Mondiale Brasile 2002 – Terza parte
Il 13° giorno è la giornata più lunga di tutta la trasferta.
Alle 11, dopo ore di attesa, inizia la presentazione dei mondiali nello stadio del paese, con la sfilata di tutte le nazionali.
Roberto viene anche intervistato in diretta da una radio locale, e il giornalista alle nostre orecchie sembra uscito da un manicomio…
Lo stadio è pieno, le scuole hanno anche fatto festa e qui il mondiale di pesca è stato anche pubblicizzato nei giorni precedenti con macchine munite di altoparlanti.
Il resto del giorno passa a riordinare l’attrezzatura e Stefano, che è un vero perfezionista, non mi fa certo poltrire. In più, sapendo che non devo fare la gara, tutti si dividono un po’ del mio armamentario. Chi il raffio e la zavorra, chi le pile e il pallone e a me rimane un dubbio: bel casino se all’ultimo momento mi toccasse fare la gara!
La sera, alla riunione dei capitani, vengono sorteggiate le barche per gli atleti e il campo della prima giornata, che sarà quello sud, il più bello. Vengono anche chiariti alcuni punti del regolamento: il pescato si può tenere al pallone, ma fino a un massimo di 10 prede, in modo da evitare di poter scartare le prede più piccole; è vietato consegnare più di 10 pesci della stessa specie; le specie non valide non comportano penalità, mentre le specie protette comportano la squalifica; in ultimo, le barche non potranno avvicinarsi a meno di 50 metri dalla costa.
Dopo cena arriva Paolo, il barcaiolo dell’ultima pescata, che si vanta di essere andato a pesca in campo gara e di aver catturato quattro cernie bianche alla caldaia del relitti! Al nostro tavolo scende il silenzio.
La caldaia doveva essere la partenza di Stefano e Fabio.
E’ un momentaccio. A prescindere dai motivi di un simile comportamento, si mette in discussione di nuovo tutta la gara.
Alla fine si decide di lasciare tutto invariato, le cernie erano sei e se la storia è vera ne rimangono comunque due. Si, se la storia è vera! Perché Paolo conosce bene anche gli spagnoli e potrebbe essere un loro diversivo.
Il 14° giorno la gara!
Ci si alza alle sei , dopo la colazione, si va alle barche, che sono tutte allineate lungo la spiaggia e, visto che per ragioni di pescaggio non si possono avvicinare molto, ci tocca fare un mezzo bagno per imbarcarci con tutta l’attrezzatura.
Stefano cerca di non darlo a vedere ma è teso, e chi non lo sarebbe?
E’ un vero spettacolo vedere un centinaio di barche che escono dalla baia. In tutte si vedono i classici preparativi: mettersi la muta, sistemare i fucili, organizzare i palloni, ecc.
Come giriamo punta dell’Est, c’è la vera sorpresa: il mare è praticamente in tempesta e sembra impossibile che facciano fare la gara.
Si rimane in balia delle onde per più di un ora, con tutte le barche distribuite in tutto il campo gara, poi finalmente la giuria riesce a raggrupparci tutti e, parlando con Maurizio, scopriamo che, per una falsa partenza, lui era già entrato in acqua! Aveva gia iniziato un “duello” con un cileno su una sarghiera, ma con nulla di fatto per entrambi, visto che non c’erano i pesci. A Stefano sembra impossibile e dato che avevamo già visto le condizioni del mare nel resto del campo e qui sono più accettabili, decide di cambiare partenza e gettarsi dove era entrato Maurizio, anche perché ci sono due tane vicino e sembra che oltre al cileno, ci siano pochi avversari in zona. Inizia finalmente la gara e Stefano cattura subito tre sargos! Dopo ci si sposta in una baietta dove Ikic, il croato, stava insistendo dall’inizio e forse per questo, Stefano vede dei pirangica, lontani e molto nervosi. Così, a un’ora dall’inizio, ci si sposta dove avremmo dovuto fare la partenza, in una baia a metà campo dove c’è la vera ressa con più di trenta concorrenti.
Qui Stefano sbaglia un pirangica e perde un’asta. Ciliegina sulla torta: vedo un taitiano che, con una maschera antidiluviana e un aspetto certo non da fuori classe, issa in barca un carniere da sogno: una decina di pesci bellissimi, tra pirangica e sargos. Non mi sembra il caso di dirlo a Stefano per non contagiargli la mia depressione, ma quando sale per un piccolo spostamento mi dice stupefatto: “sotto a un pallone ho visto una pescata incredibile! E dovevi vedere il tipo, sembrava annegasse in 10 metri”. Ma il Bellani è un campione vero e rientra in acqua più agguerrito che mai.
Nel frattempo si avvicina Roberto, che mi chiede la situazione e mi dice che non ha notizie di Fabio, mentre sa che Maurizio ha preso gia le sue 10 mulatte. Ora Stefano ha ingranato la quarta e cattura diverse pesci. A tre ore dal via abbiamo quattro sargos, cinque mulatte, di cui una forse non di peso, un pirangica e un marimbà. Io inizio ad accusare il mal di mare.
Questa barca è in totale balia di onde di anche sette metri e con un motore diesel, sempre acceso, che la trasforma in una piccola camera a gas. In questi momenti capisco Tiziano, il mio barcaiolo, che spesso, pur stando male, stoicamente resiste alla tentazione di abbandonarmi in mezzo al mare.
Nel frattempo succede una cosa inevitabile: con 60 persone che pescano così vicine, il pallone di Stefano si ingarbuglia con quello di un greco e con i pesci appesi in mezzo al maremoto per loro è veramente un incubo districarli e io mi sento impotente, visto che la barca non si può avvicinare.
Dopo ci spostiamo in una tana dove Stefano cattura altre quattro mulatte e in seguito raggiungiamo fine campo gara.
Ormai manca un’ora e non faccio che spronarlo, anche se non ho notizie degli altri e non posso rispondere alle sue domande.
Peschiamo un po’ a fianco di Carbonel e si catturano due sargos, un pirangica e un marimbà, forse non di peso. Stefano decide di tornare sulla tana delle mulatte per catturare l’ultima e sperare in qualche marimbà. Spara a una mulatta e ne cattura tre! Il problema è che ne deve liberare due sicuramente di peso perché in barca ne avevamo gia nove.
La gara termina dopo cinque ore veramente massacranti. Stefano ha sempre dovuto nuotare contro l’onda di ritorno e in condizioni di mare limite.
Pensando di aver fatto una pescata mediocre dice: ” sono un buono a nulla, certo che chi ha preso i pesci oggi è veramente bravo!” Tornando, Stefano cerca di farsi dire da Maurizio e Fabio com’è andata, si pensa al risultato di squadra, ma c’è sempre la gara nella gara. La pescata di Maurizio è molto simile a quella di Stefano e solo la bilancia ci dirà chi dei due è andato meglio. L’unico un po’ sotto tono è Fabio, che non ha pensato di catturare le 10 mulatte di rito, anche perché quello delle mulatte era un posto in comune con Maurizio, in più aveva subito il fascino dei dotti, pensando di svoltare la gara con un paio di belle catture. Alla pesatura poi gli vengono scartati diversi pesci per pochi grammi.
Risultato finale:
1° Pacheco, (Brasile), con una splendida pesca difficilmente eguagliabile, 2° e 3° Bellani e Ramacciotti, seguiti a pochi punti da tutti e tre gli spagnoli.
Purtroppo Antonini solo 30°!
A fine pesatura comunque siamo tutti entusiasti del risultato: secondi per nazioni, a pochi punti dalla Spagna e abbiamo un secondo e un terzo individuali! Ci sentiamo autorizzati a sperare per il meglio.
Roberto è raggiante anche se cerca di non darlo a vedere, forse anche per ragioni scaramantiche.
“Certo” dico a Stefano “che chi ha preso i pesci oggi è veramente bravo! E tu sei arrivato solo secondo.” Mi guarda e sorride dicendo: ” C’è ancora domani…”
La sera siamo stanchi e il giorno dopo c’è il campo più povero di pesce e sarà fondamentale la tattica giusta, si capisce che è tutto da giocare e alla riunione col capitano, il più grintoso è Fabio, che vuole una possibilità di riscatto.
Il 15° giorno è bellissimo!
Finalmente una giornata degna dell’immaginario sul brasile.
Dobbiamo cercare la barca lungo la spiaggia e, appena a bordo, dato che dobbiamo fare la corsa sulla caldaia, Stefano s’informa sulle prestazioni del motore e, da grande psicologo, riesce a far leva sull’orgoglio del proprietario, convincendolo a dare tutto gas.
Comunque di nascosto mi da 20 dollari e mi dice: “Se serve a convincerlo, usali”
Anche oggi l’attesa del via è incredibilmente lunga, da non crederci. Comunque a me serve per memorizzare le barche degli avversari più pericolosi, da Pacheco a tutti gli spagnoli.
Il via viene dato a centro campo gara, davanti a punta de Prilla. Mentre partiamo a tutto gas, vedo Maurizio che si tuffa dalla barca già sul suo segnale e inizio a pregare per lui che ha gia iniziato a lottare. A noi toccano 15 minuti di navigazione, non c’è bisogno d’usare i 20 dollari, siamo i primi. Stefano si butta al volo e con terrore vedo tutte le altre barche che gli piombano addosso!
Il tempo di fare la capovolta e Fabio ci raggiunge e lo segue sott’acqua, emerge Stefano e poi la cernia. Non ci credo: c’è riuscito! Ed ecco Fabio anche lui con la cernia! Incredibile, erano rimaste due cernie e le abbiamo catturate noi.
Paolo aveva detto il vero e non lo aveva fatto per avvantaggiare gli spagnoli, infatti, ecco Carbonel che si tuffa, ma ormai in ritardo. Non si contano più i subacquei, in due minuti ne sono arrivati una ventina e io non so come avvicinarmi a prendere la cernia e a dare un altro fucile a Stefano.
Si spostano tutti nel sottocosta e io, in lontananza, non riesco a capire bene che fa Stefano, ma piano piano, sotto il suo pallone, vedo apparire dei pesci. Nel frattempo Fabio si allontana, so che andrà a fine campo gara per insidiare una cernia.
Dopo un’ora e un quarto Stefano sale a bordo, ha quattro sargos, due mulatte, due pirangica un marimbà e una specie di ombrina, tutti bei pesci sicuramente di peso.
Gli dico che è messo benissimo, non ho visto molte catture intorno a lui e, anzi, dico che faticavo a capire che faceva lui in acqua.
Mi spiega che era voluto, cercava di passare inosservato per non far avvicinare altri concorrenti.
Ci spostiamo in una mira vicina, sperando di ritrovare un branco di mulatte.
Qui si pesca tra le pinne degli altri concorrenti e, nonostante tutto, in quaranta minuti cattura sette mulatte e una specie di dentice.
Siamo messi benissimo. A due ore dall’inizio abbiamo 18 pesci validi. Si decide di spostarci in una baia dove, in preparazione, si erano visti diversi pirangica. Nel trasferimento incontriamo Roberto, che ci dice che anche Maurizio ha catturato le 10 mulatte e vari sargos, ma non ha notizie di Fabio.
Ora la fortuna ci abbandona: Stefano in un’ora cattura solo un pirangica non di peso, così si decide di cambiare zona e puntiamo all’isola del porco. Arrivati, si vede una gran ressa e questo fa ben sperare, perché, se non ci fossero i pesci, non ci sarebbe tanta gente. Ma anche qui si passa più di un’ora senza catture.
Vedo Fiorentin, il capitano croato, gli chiedo notizie e l’unica cosa che mi dice e che Ikic è messo molto bene. Ormai, preso dallo sconforto, Stefano decide di tornare nella mira delle mulatte per catturare l’ultima mancante per arrivare a dieci, ma è troppo tardi, ci ha già pescato troppa gente.
Manca pochissimo e lo convinco a guardare una sarghiera lì a terra, in un metro d’acqua. Vedo che spara e mi chiede un altro fucile, nella fretta non riesco ad avvisarlo che mancano solo tre minuti. Lo vedo ventilarsi e immergersi, mentre è sotto fischiano le sirene della fine! Lo vedo emergere con i due fucili e mentre nuota verso la barca noto il sargos fra le sue mani, penso fra me: ” Quel pesce vale almeno doppio”. Abbiamo 19 prede valide.
Il mondiale è terminato! Sono esausto come avessi fatto la gara. La tensione non mi ha certo risparmiato e abbraccio Stefano, che si vede, è amareggiato. Sa che non era mai arrivato così vicino al titolo del mondo. Ora cerchiamo le barche di Maurizio e Fabio, riponiamo tutte le speranze nel risultato di squadra. A terra, parlando con Maurizio, scopriamo che Pacheco ha solo una decina di pesci e ha perso il mondiale.
Carbonel ne ha una trentina! Prima di consegnare il pescato, ci guardiamo i carnieri e valutiamo che forse possiamo vincere a squadre. Fabio ha due cernie e 15 pesci, mentre Maurizio ha 20 prede.
La pesatura è lunghissima e dato che seguono in ordine inverso la classifica della prima giornata, c’è suspance fino alla fine.
Vedo dei carnieri da sogno: Ikic ha 23 prede valide e finirà 2° di giornata seguito da un portoghese e un cileno che hanno solo una quindicina di pesci, ma nei loro carnieri però compaiono sargos di anche 5 kg!
La curiosità è troppo forte e gli domandiamo dove hanno pescato dei simili mostri. Forse era meglio non chiederlo. Avevano trovato il posto jolly dell’acqua calda, quello di cui si sospettava la possibile esistenza, ma la casualità dell’acqua sporca non ci ha permesso d’individuarlo.
La pesatura termina e ormai non ci sono più dubbi: Carbonel è per la terza volta campione del mondo e col suo punteggio trascina anche la sua squadra al primo posto!
A noi resta uno splendido 2° posto per nazioni e un 3° e 4° individuale.
I se e i ma possono essere tanti, ma, da sportivi, sappiamo che l’alloro spetta a chi vince!
(Foto di Roberto Borra e Luigi Magno)
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Category: Agonismo, Pesca in Apnea