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Pesca subacquea, dedicato a chi inizia: come e dove

| 8 Ottobre 2001 | 0 Comments

 

Occorrerà perfezionare la capovolta rendendola fluida e silenziosa

Per leggere la prima parte dell’articolo, clicca qui.

SCELTA DELLA ZONA DI PESCA

Naturalmente varierà da Regione a Regione, ma secondo me dovremo iniziare nell’individuare un tratto di costa rocciosa caratterizzato da basso fondale (da 2 a 6 mt).
Dovremo avere la possibilità di scorrere sulla zona e individuare movimenti di roccia, magari intervallati da alghe e sabbia, dove noteremo quantomeno un certo “sottobosco” costituito da minutaglia e vari movimenti di vita.

COMPORTAMENTO ED ETICA

Ricordiamoci di evitare di catturare pesci piccoli e di mostrarli come squallidi trofei. E’ molto più utile all’immagine del nostro sport uscire con il portapesci vuoto piuttosto che con prede di scarso valore etico e sportivo.
Rispettiamo il mare con il massimo impegno ed evitiamo sempre comportamenti irrispettosi delle normative in vigore sulla pesca subacquea, specialmente in presenza di bagnanti: solo dopo aver rispettato per primi regole ed etica potremo pretendere il rispetto degli altri.

TECNICA DI PESCA

Adesso viene il bello.
Per prima cosa, dovremo programmare la giornata di pesca tenendo conto delle condizioni meteomarine. Non saremo tanto imprudenti da recarci a pesca da soli o in condizioni di tempo incerto e prediligeremo giornate con vento di mare leggero e stabile che possa smuovere la costa con piccole onde.
Anche l’orario dovrà essere tenuto d’occhio e si entrerà in mare preferibilmente a sole alto con marea in movimento.
Appena entrati in acqua, dopo aver fissato il pallone alla cintura ed averlo sciolto per una lunghezza di 15-20 mt, caricheremo il fucile ed inizieremo a pinneggiare in direzione parallela alla costa su un fondale non superiore ai 5-6 mt.
Se riusciremo ad avere il sole alle spalle e a procedere in favore di una leggera corrente avremo iniziato bene la nostra battuta di pesca.
La tecnica che cercheremo di attuare sarà quella dell’aspetto.
Ancora non abbiamo doti di acquaticità tali da consentirci di attuare agguati o di avvicinarci ad una tana del sottocosta con la dovuta circospezione e, inoltre, sarà utile iniziare a perfezionare assetto, capovolta e apnea.

Il bassofondo sa regalare grosse emozioni

Pinneggiando in superficie dovremo cercare di scorgere sul fondo qualche avvallamento o qualche sasso più grande che ci possa servire da riparo.
La pinneggiata dovrà essere lenta e tranquilla e dovremo cercare delle sensazioni di profondo rilassamento e piacere in quello che stiamo facendo. La conoscenza del posto e la limitata profondità operativa ci aiuteranno in questo.
Nel silenzio del mare dovremo cercare di entrare in punta di piedi’pinneggiando e muovendoci senza inutili movimenti rumorosi e bruschi.
Anche la capovolta, che effettueremo dopo esserci sfilati il boccaglio, dovrà avvenire nel massimo silenzio ed armonia possibile.
Questo è il nostro primo obiettivo: diventare parte integrante dell’ambiente marino ricercando l’armonia con questo.
Effettueremo aspetti a profondità variabili dai 2 ai 4-5 mt, curando in modo particolare i movimenti e l’appostamento.
Gli aspetti dovranno essere portati ogni 10-15 mt di costa rocciosa in modo da percorrere un’ idonea distanza, compatibile con la nostra preparazione fisica e mentale.

Prepareremo il tuffo evitando tassativamente qualsiasi manovra di iperventilazione (molto pericolosa) ma cercando semplicemente il rilassamento e la concentrazione.
La tecnica di respirazione diaframmatica potrà aiutarci in questo. Una volta giunti sul fondo cercheremo un appiglio con la mano sinistra e cercheremo di avere le pinne e tutto il resto del corpo schiacciato sul fondo. Il braccio destro dovrà essere piegato e non teso, in modo da dare al fucile un assetto più equilibrato e migliorare le possibiltà di puntamento.

Adesso, fermi sul fondo, dovremo sentire tutti i nostri muscoli decontratti e dovremo assumere una posizione tale da favorire sia l’azione di caccia che il massimo rilassamento e la migliore concentrazione.
Prediligendo sempre appostamenti paralleli alla costa e in direzione di corrente, potremo iniziare a guardarci intorno senza avere timore di muovere la testa ma cercando comunque di ritrovarsi ad avere il massimo campo visivo per limitare i movimenti.
I pesci potranno venirci da qualsiasi direzione e prima riusciremo ad individuarli, maggiori saranno le nostre possibilità di successo.
Una volta individuata la preda in avvicinamento (sarà con molta probabilità un muggine, una spigola o una ricciolotta), dovremo restare calmi e iniziare a spostare verso il pesce la punta dell’asta del fucile per poi allungare il braccio in modo da allineare l’asta con la preda.Non appena avremo la sensazione e la sicurezza giuste, scoccheremo il tiro tenendo salda la mano.
Ben presto impareremo che ogni tipo di pesce necessita di un tiro particolare e che potremo aspettare che un muggine ci mostri il fianco, ma dovremo sparare “di muso” un sarago o un denticiotto.
Con questo metodo di pesca potremo imbatterci in qualunque preda e potremo fare conoscenza di muggini, spigole, saraghi, limoni e pesci serra.

Potremo anche “rischiare” di imbatterci in qualche preda di mole tipo una leccia spintasi a cacciare nel sottocosta.
Dovremo essere testardi e metodici, dovremo assolutamente evitare di arrenderci ai primi insuccessi e perseguendo questo sistema con la massima testardaggine potremo prima o poi avere successo.
All’inizio non vedremo un pesce, poi cominceremo a scorgere qualche preda e a fare le prime “padelle”.
Ci sarà qualche delusione per aver mancato la cattura, così come qualche errore di valutazione, ma quando insagolerete una preda al termine di tanti sacrifici la pesca subacquea vi sarà già entrata nel sangue e sarà troppo tardi per ritornare indietro e rinunciare a questo meraviglioso sport.

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