Condannati in appello gli agenti GdF che causarono la morte del dr. Cribari
La Corte di Appello di Lecce ha riformato la sentenza di assoluzione pronunciata in primo grado dal Tribunale di Lecce ed ha condannato gli agenti della Guardia di Finanza Girolamo Gambino e Michele Cursano per l’omicidio colposo del dr. Silvio Cribari.
Il dr. Silvio Cribari fu investito e ucciso da un natante della Guardia di Finanza il giorno 8 giugno del 2000. In quel giorno il dr. Cribari si era recato a pesca in gommone assieme ad un compagno; giunti sul posto i due avevano ancorato il gommone, avevano issato la bandiera segnasub e si erano immersi, ciascuno con il proprio pallone di segnalazione.
Mentre il compagno si spostava verso sud parallelamente alla costa, Cribari restava più vicino al gommone e più verso terra. Ad un tratto, sopraggiungeva da sud il natante comandato da Cursano e condotto dal Gambino (senza la necessaria abilitazione alla guida dei mezzi militari): dopo aver rischiato di investire il suo compagno, il natante ha proseguito la corsa in velocità fino a raggiungere ed investire il dr. Cribari, causandogli ferite mortali. Come accertato in sede dibattimentale, al momento del fatto le condizioni di visibilità erano scadenti.
Il giudice di primo grado dott. Fabrizio Malagnino aveva assolto gli imputati in primo grado sulla base di una ricostruzione in cui si dava maggior peso ai rilievi condotti a breve distanza di tempo dall’incidente dai colleghi dei due imputati, svalutando, al contempo, le dichiarazioni rese dall’unico testimone oculare, in quanto ritenuto emotivamente coinvolto e poco attendibile anche per la sua posizione rispetto ai soggetti coinvolti nell’incidente (a distanza e con il viso a pelo d’acqua).
Adesso che la sentenza della Corte d’Appello ha ribaltato il giudizio di primo grado, si attende il deposito delle motivazioni per un’analisi più approfondita del caso. Contro questa sentenza è possibile unicamente il ricorso in Cassazione.
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