Apnea: La capacità vitale
Questa volta ci occupiamo di respirazione, ed in particolare dei volumi polmonari che utilizziamo e che vorremmo sfruttare al massimo.
Innanzi tutto ripassiamo la terminologia e, per fare ció, riprenderemo le definizioni usate nell’ormai storico Manuale Federale di Immersione di Duilio Marcante, che poi sono state utilizzate da tutti. Consideriamo una persona media, così da riportare anche qualche valore numerico.
Il volume d’aria contenuto nei nostri polmoni è stato suddiviso in cinque parti:
Volume corrente:
è il volume d’aria che ventiliamo in condizioni normali. Tra un’inspirazione normale ed un’espirazione normale ventiliamo circa 500cc d’aria. A riposo facciamo circa 12-16 atti respiratori al minuto, ovvero ventiliamo in totale 6-8 litri d’aria.
Volume di riserva espiratoria:
è l’aria che possiamo far uscire se, al termine di una espirazione normale, effettuiamo un’espirazione massima. Sono circa 1500cc d’aria.
Volume di riserva inspiratoria:
analogamente, se al termine di una inspirazione normale proseguiamo con un’inspirazione massima. Il volume che riusciamo a prendere è circa 2500cc.
Volume residuo o di collasso:
è l’aria che rimane nei polmoni alla fine di un’espirazione massima e che serve a mantenere leggermente aperti gli alveoli, impedendogli di collassare. Quest’aria potrebbe uscire solo in caso di pneumotorace, ovvero quando a causa di un distacco delle pleure il polmone si sgonfia totalmente. Sono circa 1000cc.
Spazio morto bronco-tracheale:
è l’aria che rimane nei bronchi, nella trachea ed in tutte le altre cavità che rimangono sempre e comunque aperte. Circa 500cc. Quest’aria non partecipa agli scambi gassosi.
Capacità vitale:
è la somma dei primi tre volumi ed è esattamente ciò che viene misurato quando facciamo la spirometria (durante la quale vengono presi anche altri valori). Con i numeri che abbiamo dato, il nostro uomo-tipo avrà 4500cc (4,5litri) di capacità vitale.
Volume polmonare totale:
è la somma dei primi 4 volumi. Nel nostro “uomo medio” sarebbero 5500cc.
Cosa serve all’apneista
Si sente dire spesso che gli apneisti devono avere polmoni “grandi”, ritenendo che più aria c’è e più si resiste senza respirare. E, tanto per sfatare un’altro mito, questo non è esattamente vero. Cerchiamo di capire meglio. La capacità vitale rappresenta, per fare il paragone di sempre, quanto “carburante” possiamo introdurre nel nostro “serbatoio”. Ma ricordiamoci che, al fine di percorrere più strada, è molto più importante consumare poco. Tant’è che, come abbiamo già scritto, per fare una buona apnea statica non bisogna riempirsi d’aria al massimo; si rinuncia ad una quantità d’aria (e quindi di ossigeno) in favore del maggiore rilassamento che possiamo ottenere.
E’ da notare che non è importante il valore assoluto della nostra capacità vitale, ma quello che conta, ovvero quello che ci dice se siamo particolarmente dotati o no, è il rapporto tra la nostra capacità vitale e quella di un individuo “medio” della nostra età ed altezza. Se due persone hanno entrambe 5 litri di capacità vitale, ma una è alta un metro e venti e l’altra è alta due metri, è chiaro che in proporzione la persona bassa avrà più aria a disposizione.
Questo rapporto viene indicato ogni volta che effettuate una spirometria ed è indicato in percentuale. Solitamente viene riportata: al vostra capacità vitale, quella prevista (media) ed infine la vostra percentuale. Altri dati che vengono riportati nella spirometria li vedremo nei prossimi articoli.
Per darvi dei numeri, possiamo dire che valori molto buoni vanno intorno al 140% rispetto alla media.
Perciò, quando “sfidate” gli amici apneisti a chi ha polmoni migliori, chiedete la percentuale, e non: “quanti litri?”.
Aumentare la capacità polmonare
Mi dispiace per molti di voi che si sono illusi fino ad ora, ma non è possibile aumentare significativamente la capacità polmonare. Quella che Madre Natura ci ha dato ce la teniamo. Immagino ora cosa state pensando…..ma non preoccupatevi, la speranza di migliorare c’è! Se è vero che non possiamo “ingrandire” i nostri polmoni, è vero anche che possiamo imparare ad usarli bene. Il valore che avete misurato alla vostra ultima spirometria potrebbe non essere il vostro valore massimo (quello che Madre Natura vi ha dato).
E’ su questo punto che c’è molto da migliorare ed è su questo che ci dobbiamo allenare. Nel nostro esempio, e’ come se la nostra auto avesse un serbatoio da 60 litri, ma gli ultimi 10 litri non vengono pescati ed inoltre tutte le volte che facciamo il pieno la pompa del distributore si blocca prima di versare gli ultimi 10 litri. In totale dei 60 litri ne usiamo effettivamente 40.
Lo studio e l’allenamento delle tecniche di respirazione è quindi fondamentale. Imparare ad usare bene il diaframma, capire come fare una vera espirazione massima ed una vera inspirazione massima vi faranno sfruttare interamente il vostro “serbatoio” e la spirometria vi darà un bel riscontro.
Per intenderci, si può arrivare a guadagnare più di un litro d’aria per la capacità vitale, rispetto ad una persona non preparata. Questo è esattamente ciò chi è successo a me. Non ero, o meglio non mi ritenevo, un principiante ed avevo una capacità vitale che ritenevo buona (6,3 litri); poi grazie ad Umberto Pelizzari e ad Apnea Academy, ho cominciato a capire ed a fare pratica. In un anno sono arrivato a 7,4 litri e naturalmente il beneficio in acqua c’è stato. Sono una persona assoutamente normale ed è per questo che sono così sicuro che chiunque può migliorare come ho fatto io.
Per imparare, è inutile che vi descriva le tecniche e gli esercizi da fare, perché quello che vi serve è avere vicino una persona esperta che vi guardi e vi corregga; non sono cose che si studiano sulla carta. Se non siete già padroni di queste tecniche non siete neanche in grado di autocorreggervi ed avete bisogno di una persona che vi guidi.
Gli esercizi mirati alla tonificazione dei muscoli che intervengono nella respirazione sono molto utili, anche se danno risultati col tempo e con la costanza. Anche in questo caso lo scopo è quello di farci sfruttare appieno il nostro serbatoio. Proprio così accade per i polmoni. L’espirazione massima che facciamo di solito, non ci consente di buttare veramente fuori tutta l’aria. L’inspirazione, analogamente, non viene sfruttata bene.
Capacità vitale ed apnea
Abbiamo detto che non è vero che chi ha una capacità vitale maggiore resiste di più senza respirare, perché l’aria che prendiamo in più non contribuisce in maniera così marcata alla performance totale. Ma allora serve o no avere una buona capacità vitale? Certo che serve, ci mancherebbe altro.
Però la capacità vitale, così come l’efficacia della respirazione, servono prima di iniziare l’apnea, non durante l’apnea.
Avere una migliore capacità vitale vuol dire ventilare più aria a parità di movimenti (e di sforzo), perciò la respirazione risulterà più efficace. Ci consentirà un migliore e più rapido lavaggio dei polmoni tra una discesa e l’altra, abbassando i tempi di recupero.
Inoltre ci aiuterà in profondità, quando la compensazione inizia a farsi difficile, perché potendo contare su un maggior volume d’aria da poter spostare, ci sarà più facile trovare quel poco d’aria da mandare nell’orecchio medio.
Conclusioni
Il legame tra respirazione, rilassamento, tempi di apnea e, perché no, benessere in acqua è forte e, per quanto si voglia, non può essere rotto.
1 – Non serve avere polmoni da balena, se in acqua non si riesce a rilassarsi.
2- Non è possibile rilassarsi profondamente se non si sa come respirare.
3- Non si possono ottenere buone performances senza rilassamento.
4- Ma soprattuto non si può stare bene in acqua se non si è rilassati.
Ricordiamo che l’apnea è benessere in acqua.
Questo è il punto di partenza e, paradossalmente, è anche il punto di arrivo.
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