Qualificazione 2014: le interviste ai protagonisti (parte 5)
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Vito Antonio Savino – Quinto classificato
Se con poche parole dovessi sintetizzare questo campionato di certo direi che è stato il più difficile a cui abbia partecipato.
Quando sono arrivato in Sicilia immaginavo di trovare uno scenario ben diverso, avevo programmato di impostare la gara tra i 10 e 18 metri perché l’adriatico quest’anno mi ha dato poche possibilità di allenarmi più in profondità, ma la limitazione dei 500mt e la scarsità di roccia a quelle quote mi hanno stravolto i piani.
Fin da subito ho intuito che sarebbero bastati pochi pesci per qualificarsi, quindi la preparazione è stata impeccabile non trascurando niente ma nonostante ciò avevo poche certezze, perché il poco pesce presente era molto mobile.
Il primo giorno era quello che mi ispirava più fiducia, ma in gara nulla è scontato e quindi non ho ritrovato neanche un pesce di quelli segnati, perfino un bello scorfano e una murena.
Quindi ho improvvisato pescando con un 100 su un orlo in 27/28 metri dove ho preso il marvizzo in peso.
Il secondo giorno invece è andato tutto secondo i piani, ho ritrovato quasi tutti i pesci segnati, compresa una corvina nell’alga vicina ad un improbabile tana.
Di saraghi probabilmente avrei potuto prenderne di più se avessi capito subito il loro comportamento: erano fermi su alcune pietra bucate nell’alga sui 20 mt, ma alle mie discese scappavano invece di imbucarsi, quindi abbandonata la fiocina gli ho pescati all’aspetto.
Negli ultimi minuti della gara ho dovuto strappare una grossa murena che praticamente all’ultimo tuffo ho tirato con forza recuperando però solo l’asta; penso che comunque sarebbe cambiato ben poco in classifica.
Alessandro Vacca – Decimo classificato
La prima giornata ho puntato su una zona dove in preparazione avevo segnato i due verdoni che poi sono riuscito a catturare e ho deciso di pescare al razzolo tra Isola delle Correnti e il porto di Porto Palo la su una batimetrica tra i 19 e 21metri.
Avevo speranza di riuscire a catturare qualche sarago avvistato in preparazione, cosa non riuscita causa un taglio gelido.
Le ultime due ore le ho dedicate a pescare all’ aspetto in una zona di grotto alto a ridosso di una rimonta dove ho trovato una grossa cernia che tratteneva un bel paio di saraghi.
Sono riuscito a prenderne subito uno ma con grande rammarico e come previsto gli altri sono spariti.
La seconda giornata avevo 4 segnali e ho deciso di fare la partenza su una spacca dove in preparazione avevo trovato diversi saraghi, a pochi metri da me Loprete e Barteloni.
Al primo tuffo ho visto che nella spacca vi erano molti saraghi ma piccoli; vedendo però che Loprete ne aveva subito catturato uno grosso ho preferito rimanere là riuscendo poi a catturarne 3 anche io di cui uno di poco sottopeso.
L’ultima ora e mezza l’ho dedicata a fare il giro degli altri segnali senza riuscire a prendere niente.
Considerata la situazione non favorevole, l’acqua gelida, movimento di pesce assente, ore di traino lungo senza vedere un pesce sono soddisfatto del risultato.
Ringrazio il mio fedele secondo, mio padre, che mi porta fortuna e un particolare ringraziamento al’mio amico otorino dottor Bachi, secondo di Barteloni, senza il quale non avrei più potuto gareggiare.
Massimo Esposito – Quindicesimo classificato
Dopo tanto penare tra selettive e già reduce da una semifinale, eccomi coronare il sogno di essere in prima categoria dopo circa 31 anni di pesca subaquea.
Che dire, la preparazione è stata esauriente dal giorno 20 al 24 dopo di che è cambiato tutto, l’acqua sporca e fredda ha rotto le uova nel paniere a tanti fortissimi aspettisti che come me avevano visto prede di rango.
Io in particolare, venerdì 20 su di una risalita che va dai -30 a -19 metri ho avuto il piacere di incontrare la regina dei pelagici: una ricciola stimata 40 kg più o meno e subito dopo, nel tuffo successivo, un brancone di dentici.
Ma come poi si è visto dai miei carnieri non sono stato capace di incappare in queste stupende creature.
Nella prima giornata mi sono basato su ben 3 tane, tra i -25 e -28 metri, piene di saragoni che però ho trovato vuote portando a tiro a libero un solo bel esemplare.
La seconda giornata sono partito a digiuno, il campo di gara, vuoi per le condizioni del mare vuoi per le ordinanze della Capitaneria di Porto mi a reso difficilissimo organizzare una sorta di schema; sapevo solo che dovevo pescare dove non ci fossero altri concorrenti, per cercare di portare a tiro qualche pesce importante visto in preparazione, tra cui addirittura un branco di stupende orate tutte oltre il chilo e mezzo.
Ma il mio male maggiore è quello di non pescare in tana e non sapete come mi penalizza, soprattutto dopo aver visto pescare Lo Prete e Bartelloni sul punto dove io ho fatto la partenza; loro hanno tirato fuori pesci che io non avevo nemmeno visto.
Ma l’esperienza insegna, faro tesoro di questo e durante l’anno svilupperò il mio aspetto di minatore, tornerò a torcia e sessantino.
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