Qualificazione 2014: le interviste ai protagonisti (parte 1)
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Proponiamo, in ordine sparso, il racconto dei quindici atleti che davanti alle coste dell’estremo sud della Sicilia hanno conquistato un posto per il Campionato Assoluto 2015 di pesca in apnea.
Massimiliano Barteloni – Primo classificato
Premetto che non mi aspettavo tanto dopo essere retrocesso alla selettive per via della mia lontananza dall’attività assidua e costante, infatti non è facile coniugare l’attività agonistica e gli altri interessi come il lavoro lontano da casa e la famiglia.
La prima impressione che ho avuto del posto è stata di smarrimento, perché nonostante fosse caratterizzato da un bel grotto non riuscivamo a trovare i pesci e siccome quei pochi che vedevamo erano soltanto di passaggio, non restava altro da fare che segnare le zone più interessanti e ispezionarle in maniera più approfondita praticando tutte le tecniche possibili. Nel frattempo temevo che altrove (i campi gara erano enormi) ci fosse una situazione più favorevole rispetto alla mia mentre io probabilmente stavo perdendo tempo al freddo e nel deserto.
Si sentiva parlare di avvistamenti di dentici e di qualche barracuda che sicuramente però, pensavo, stavano nell’acqua calda. Il rischio era di doversi avvicinare troppo a terra e di poter incorrere in violazioni dei limiti previsti dalle ordinanze, per cui decisi che era meglio non rischiare.
Dopo aver comunque verificato che a terra c’era più vita per via dell’acqua calda, così come nelle secche basse, dalle quali mi sono allontanato perché erano assediate non solo da molti altri concorrenti, ma anche da tanti subacquei locali con i loro acquascooter.
Ho dovuto inventarmi la gara: pochi spostamenti per non perdere tempo e la profondità tra i 18 e i 23 metri, la porzione di fondale secondo le mie impressioni più interessante. Ho mantenuto un buon ritmo per tutte le cinque ore in entrambe le giornate e questo ha contribuito ai risultati.
Ho pescato alternando il 75 con tahitiana al 55 con fiocinella, scorrendo sul grotto e alternando agguati, aspetti e ispezioni tra le fessure più buie. La prima giornata mi ha fruttato due pesci validi e tre scartati, la seconda sei pesci tutti validi tra cui la corvina di quasi 2400g catturata vicino ad una zona dove avevo avvistato in preparazione un’altra corvina sui 700g.
Penso di non avere fatto errori, a parte aver punto appena un tordo con la fiocinella durante la prima giornata e aver strappato sul muso un sarago con la tahitiana in un taglietto stretto la seconda. Purtroppo a volte, quando il pesce è nervoso anche se non hai l’arma giusta al momento giusto devi provarci lo stesso.
Daniele Colangeli – Sesto classificato
Ho preparato la gara per sei giorni, molto accuratamente e mi sono reso conto che sarebbe stata molto difficile.
Sul campo della prima giornata avevo una zona con un tordo nell’alga sui 15 metri che ho catturato e una, sui 20 metri, di grotto molto bella dove contavo di prendere tre pesci, pescandoci invece ho avuto la fortuna di prenderne 4.
Ho escluso le zone fonde perché l’acqua era gelata e ho preferito, dopo un rapido spostamento, concentrarmi sull’unica zona dove avevo visto tre pesci.
Dopo la prima giornata in linea con le aspettative come catture mi sono ritrovato con 90 punti e secondo in classifica, quindi facendo due rapidi conti mi sono reso conto che ero matematicamente in prima categoria categoria.
Di conseguenza per la seconda giornata ho deciso di provare una gara di attacco cercando la vittoria: sono partito su due sommi sui 24 metri dove avevo trovato un branco di dentici molto grandi che in preparazione venivano facilmente a tiro.
Purtroppo dopo circa mezz’ora ho desistito e mi sono diretto verso una zonetta sui 20 metri fatta di grotto dove un grosso sarago girava tranquillo.
Lì sono stato invitato a spostarmi perché una imbarcazione della giuria, con tanto di gps, mi faceva notare che mi trovavo a 475 metri dalla costa! Quindi troppo a terra.
Ho ripiegato su una tana con un tordo enorme, sui 30 metri, che coabitava con una grossa cernia ma l’ho trovata vuota.
Così ho deciso di razzolare su una zona molto bella ma desolatamente vuota.
A due ore dalla fine con il mio barcaiolo abbiamo deciso di riprovare sui dentici sul secondo sommo; ho avuto un brivido perché la mangianza si è aperta due volte e l’acqua era migliorata ma purtroppo dei pesci nemmeno l’ombra.
Cosi l’ultima ora e mezza ho razzolato come un disperato catturando un tordo in peso in un buco minuscolo.
Sono molto soddisfatto della gara anche se con un pizzico di fortuna nella seconda giornata potevo vincere il campionato.
A fine gara ho controllato sul gps la distanza da terra della zona dalla quale ero stato allontanato e mi sono reso conto che era a 600 metri dalla costa e quindi ampiamente dentro il campo. Cosi senza fare polemiche sono andato da chi mi ha allontanato facendogli notare “l’errore” senza ricevere neanche delle scuse.
Certo è che, nella seconda giornata, con quel sarago messo vicino al tordo avrei comunque chiuso secondo.
Comunque è andata.
Valerio Losito – Undicesimo classificato
Ho impostato le mie due giornate di gara tra i 20 e i 33 metri poiché più a terra non avevo visto quasi nulla.
Con un lungo lavoro di scandaglio ho prima individuato le zone di roccia e quelle di posidonia e poi a paperino ho fatto il resto.
Nella prima giornata ero indeciso se partire su una cernia che avevo trovato in preparazione con qualche sarago, su una delle due secche fuori sui 25 metri o su di un ciglio di grotto sui 23 dove avevo visto anche lì qualche sarago.
Sono partito sulla cernia trovando solo fasciati non in peso.
Mi sono diretto allora subito sull’altro segnale dove c’era Figlioli che aveva già catturato 2 saraghi ma fortunatamente anche io sono riuscito a prenderne uno buono.
Dopodiché ho cominciato a razzolare sull’unica zona di grotto bello trai 22 e i 27 metri dove poi sono riuscito a prendere i restanti quattro saraghi.
La seconda giornata ero messo meglio: avevo un pianoro di roccia bianca trovato a scandaglio sui 25 metri dove in preparazione avevo trovato acqua limpidissima (vedevo il chiaroscuro da sopra) ed un branco stanziale di bei dentici che venivano a morire in faccia ogni volta.
In più avevo trovato un grosso faraone su di una pietra a 30 metri e una lunga cigliata sui 27 metri dove a scorrere avevo avvistato parecchi saraghi.
Non nascondo quindi che credevo veramente di poter vincere o quantomeno di poterci provare con convinzione.
Partito sui dentici ho trovato le condizioni completamente cambiate: acqua torbidissima e congelata e pesci diffidentissimi.
Ho fatto quattro tuffi ma nulla, i pesci c’erano ma non venivano a tiro.
Mi sono spostato sulla cigliata ma anche lì nulla, stesse condizioni ma saraghi assenti.
Allora ho provato più a terra sui 22 metri e lì ho visto un paio di saraghi ma col casino dei motori i saraghi schizzavano via terrorizzati. Ho insistito su quella batimetrica ma nulla.
Ad un ora dalla fine ero ancora a zero: mi sono spostato sul faraone ma la pietra era disabitata, ho controllato un’altra cigliata sui 28 metri e lì sono riuscito fortunatamente a prendere due saraghi di cui uno solo in peso.
L’ultima mezz’ora sono tornato sui dentici; li ho ritrovati ma ancora una volta non si avvicinavano: niente, non era destino.
Concludo la gara con un aspetto su un bellissimo pianoro di grotto sui 33 metri dove avevo visto saraghi e denticiotti ma ritrovo acqua torbida, ghiacciatissima e pesci non in peso.
Alla fine è andata comunque bene e non ho nulla da recriminare: ho provato a vincere ma non ci sono riuscito.
Sono soddisfatto della mia prestazione anche perché si è rivelato un campo difficilissimo per tutti, anche per gente con molta più esperienza di me quindi alla fine va bene così, mi impegnerò per far bene l’anno prossimo.
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Category: Agonismo, Articoli, Interviste, Pesca in Apnea
Grande Max! Lo zio Bart è tornato! (alla grande, al posto che gli compete)
Grande Icis! Finalmente! Ce ne hai messo di tempo! È tornato anche Giannaccio (Colangeli)
Complimenti
Grazie Dani, il tuo sostegno è stato fondamentale.
Ciao