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Campionato per società 2012: una festa dello sport

| 1 Ottobre 2012 | 0 Comments

Si è disputato sabato 29 settembre l’edizione 2012 del Campionato Italiano per Società organizzato dal circolo Astrea di Latina nelle acque di Foce Verde, per l’occasione agitate, torbide e non certo prodighe di prede. A spuntarla dopo cinque ore di gara rese faticose da uno scirocco sostenuto, dalla corrente e dalla scarsa visibilità è stata la compagine della LNI Pozzuoli composta da Salvatore Landolfi, Giovanni Papaccio e Massimo Cascone.

La gara si è svolta sui fondali prospicienti la centrale termoelettrica di Foce Verde ed un grande poligono militare, pertanto un posto relativamente poco sfruttato, dato che è vietata la pesca ed il transito delle imbarcazioni durante le attività di tiro del poligono, ovvero tutti i giorni tranne la domenica.

 

La partenza

Il campo di gara era sensibilmente ridimensionato rispetto alle ultime edizioni, in quanto la zona di Torre Astura è atualmente ricompresa nel comune di Roma, mentre la zona prospiciente la centrale ricade nel comune di Latina. Inoltre, a causa delle condizioni meteomarine pessime, con scirocco formato ormai da alcuni giorni, le batimetriche entro i 10 metri risultavano pressoché impraticabili per la risacca e la torbidezza eccessiva dell’acqua, contribuendo a limitare ulteriormente la fascia di mare pescabile. In effetti, quasi tutte le compagini si sono ritrovate spalla a spalla nella fascia compresa tra i 10 ed i 15-16 metri. Più a fondo, fino ai 22-25 metri al massimo l’acqua sul fondo peggiorava, complice anche la cappa plumbea che ha accompagnato gli atleti per quasi tutta la gara, diminuendo l’illuminazione dei fondali. Oltre non si poteva andare senza varcare il confine esterno del campo gara.

 

Europa Sporting Club

Il poco pesce presente si concentrava nelle rare zonette in cui il grotto si innalzava sensibilmente dal fondale e presentava belle spaccature a sabbia non intasate dalla posidonia morta. L’azione di pesca degli atleti è stata resa oltremodo ardua sia dalla torbidità dell’acqua, che raramente superava i 3-4 metri di visibilità nelle zone migliori, sia dal moto ondoso che verso metà gara si è fatto più veemente, con onde di 1,5 metri.

Inoltre, la presenza di una fastidiosa anche se non fortissima corrente di scirocco costringeva gli atleti ad una fatica supplementare per non perdere i pochi punti interessanti individuati, con grosse difficoltà anche nel pedagnare le tane buone, perché spesso il pedagno veniva spostato dall’azione combinata di corrente e onde.

 

Il carniere del Teseo Tesei

Alla fine ne è scaturita una gara con poche catture, anche se quasi tutte le compagini hanno preso pesce, e con carnieri medi di 4-5 prede, con punte di 7-8 per le prime squadre classificate, nei quali hanno fatto la parte del leone i saraghi, sicuramente la preda più diffusa in queste acque. Ad arricchire e diversificare i carnieri qualche corpulento tordo, qualche rara corvina, pochi capponi, gronghi e murene ed un paio di orate.

Per i motivi sopra esposti la gara è stata anche equilibrata, senza carnieri particolarmente abbondanti, poiché la mareggiata dei giorni precedenti ha smosso il pesce azzerando di fatto il vantaggio sia dei locali, che non hanno brillato, sia di quanti avevano preparato la gara a lungo.

 

La nostra squadra ASD Apnea Magazine

In sintesi hanno fatto la differenza la capacità di improvvisare ed adattarsi e, non ultimo, anche un pizzico di fortuna nello scovare a forza di tuffi a ripetizione le zonette migliori.

Quindi chi ha impostato la gara razzolando tra i 10 ed i 15 metri, nella fascia più fratturata e ricca di anfratti, ha spesso realizzzato buoni carnieri, chi invece ha optato per batimetriche maggiori non ha visto un pesce, così come quanti si sono buttati in batimetriche inferiori, nelle quali l’acqua era ancora più torbida.

 

 

Il carniere dei vincitori della LNI Pozzuoli

LNI POZZUOLI – PRIMA SOCIETA’ CLASSIFICATA

Nel pochissimo tempo a disposizione per ispezionare i fondali ci siamo imbattuti in una bella zona di grotto alto e fessurato sui 17 metri dove girava poco pesce ma c’erano diverse cernie. Abbiamo deciso di tentare comunque quell’unica carta a disposizione piuttosto che marcare una squadra locale e così ci siamo messi a pescare all’agguato, mettendo insieme il carniere che ci ha regalato la vittoria. In condizioni di visibilità precaria abbiamo sbagliato molto, e la corrente non ci ha certo aiutato. Ci siamo stancati molto, ma alla fine la vittoria ci ha ripagato abbondantemente per tuttti gli sforzi!

Il carniere del Team Marinetta con Scelfo, Grossi e Petrollini

 

MARINETTA GENOVA – SECONDA SOCIETA’ CLASSIFICATA

Gianmatteo Grossi: Siam partiti su un paio di segnali di Daniele, che qui disputa le selettive da qualche anno, ma c’era fumo sul fondo e acqua troppo torbida, così ci siamo spostati verso il largo per ispezionare un altro segnale, deserto a sua volta. Da lì abbiamo inziato a razzolare sui 15-16 metri armati di arbalete da 60 con fiocina, seguendo l’intuito e senza fare spostamenti. Abbiamo messo insieme sette saraghi, un grongo e una murena senza sbagliare praticamente nulla, solo un pesce alla fine che avrebbe potuto regalarci la vittoria.

Daniele Petrollini: Mi trovo bene in questi fondali, sui quali ho vinto due selettive. Sono soddisfatto per la performance, anche se resta il rammarico per un bel sarago di circa mezzo chilo strappato a quattro tuffi dalla fine, ma sono cose che capitano. In ogni caso, onore alla LNI Pozzuoli: hanno meritato di vincere.

 

FOCE DEL MIGNONE

Andrea SettimiLa preparazione non è stata fatta, e viste le condizioni è stato un bene, perché sicuramente chi aveva trovato pesce in preparazione non ha avuto modo di ritrovarlo in gara. Siamo partiti al largo su una zona di corvine in 22 metri d’acqua, ma i pesci non c’erano, così ci siamo spostati su un ciglio di dentici ed abbiamo insistito per un’oretta all’aspetto. La mangianza era abbondante, ma si vedeva che non girava pesce, così ci siamo spostati verso terra dove abbiamo trovato delle zone in cui il ciglio era riparato dalla corrente e c’era mangianza. Qui abbiamo iniziato ad esplorare ogni anfratto, mettendo in carniere i saraghi. Siamo stati un po’ sfortunati perché con la murena che ci è stata scartata avremmo potuto vincere.

Daniele ColangeliE’ stata una bella gara, anche se personalmente ho perso un grosso sarago che ci avrebbe regalato il gradino più alto del podio. Stavo pescando con corto e fiocina quando ho visto una bella palla di mangianza, così mi son fatto passare il novanta nella speranza di fare il colpaccio. Una volta sul fondo però ho avvistato un grosso sarago in un buco che avrei potuto colpire agevolmente con il corto, ma che non sono riuscito a catturare. Sono comunque soddisfatto per il questo risultato e per la bella giornata di sport. Se il tempo fosse stato clemente sarebbe stata una giornata eccezionale, in quanto il posto è decisamente valido, ma va rilevato che in queste condizioni si è grandemente ridimensionato il vantaggio di chi conosce il posto o ha avuto modo di preparare, mettendo un po’ tutti sullo stesso piano.

Si è disputato sabato 29 settembre l’edizione 2012 del Campionato Italiano per Società organizzato dal circolo Astrea di Latina nelle acque di Foce Verde, per l’occasione agitate, torbide e non certo prodighe di prede. A spuntarla dopo cinque ore di gara rese faticose da uno scirocco sostenuto, dalla corrente e dalla scarsa visibilità è stata la compagine della LNI Pozzuoli composta da Salvatore Landolfi, Giovanni Papaccio e Massimo Cascone. 

 

La gara si è svolta sui fondali prospicienti la centrale termoelettrica di Foce Verde ed un grande poligono
militare, pertanto un posto relativamente poco sfruttato, dato che è vietata la pesca ed il transito delle
imbarcazioni durante le attività di tiro del poligono, ovvero tutti i giorni tranne la domenica. Il campo di
gara era sensibilmente ridimensionato rispetto alle ultime edizioni, in quanto la zona di Torre
Astura è atualmente ricompresa nel comune di Roma, mentre la zona prospiciente la centrale ricade nel comune
di Latina. Inoltre, a causa delle condizioni meteomarine pessime, con scirocco formato ormai da alcuni
giorni, le batimetriche entro i 10 metri risultavano pressoché impraticabili per la risacca e la torbidezza
eccessiva dell’acqua, contribuendo a limitare ulteriormente la fascia di mare pescabile. In effetti, quasi tutte
le compagini si sono ritrovate spalla a spalla nella fascia compresa tra i 10 ed i 15-16 metri. Più a fondo,
fino ai 22-25 metri al massimo l’acqua sul fondo peggiorava, complice anche la cappa plumbea che ha
accompagnato gli atleti per quasi tutta la gara, diminuendo l’illuminazione dei fondali. Oltre non si poteva
andare senza varcare il confine esterno del campo gara.

Il poco pesce presente si concentrava nelle rare zonette in cui il grotto si innalzava sensibilmente dal fondale
e presentava belle spaccature a sabbia non intasate dalla posidonia morta. L’azione di pesca degli atleti
è stata resa oltremodo ardua sia dalla torbidità dell’acqua, che raramente superava i 3-4 metri di visibilità
nelle zone migliori, sia dal moto ondoso che verso metà gara si è fatto più veemente, con onde di 1,5 metri.
Inoltre, la presenza di una fastidiosa anche se non fortissima corrente di scirocco costringeva gli atleti ad
una fatica supplementare per non perdere i pochi punti interessanti individuati, con grosse difficoltà anche
nel pedagnare le tane buone, perché spesso il pedagno veniva spostato dall’azione combinata di corrente e
onde.

Alla fine ne è scaturita una gara con poche catture, anche se quasi tutte le compagini hanno preso pesce,
e con carnieri medi di 4-5 prede, con punte di 7-8 per le prime squadre classificate, nei quali hanno fatto la
parte del leone i saraghi, sicuramente la preda più diffusa in queste acque. Ad arricchire e diversificare i
carnieri qualche corpulento tordo, qualche rara corvina, pochi capponi, gronghi e murene ed un paio di orate.
Per i motivi sopra esposti la gara è stata anche equilibrata, senza carnieri particolarmente abbondanti,
poiché la mareggiata dei giorni precedenti ha smosso il pesce azzerando di fatto il vantaggio sia dei locali,
che non hanno brillato, sia di quanti avevano preparato la gara a lungo.
In sintesi hanno fatto la differenza la capacità di improvvisare ed adattarsi e, non ultimo, anche un pizzico di
fortuna nello scovare a forza di tuffi a ripetizione le zonette migliori.
Quindi chi ha impostato la gara razzolando tra i 10 ed i 15 metri, nella fascia più fratturata e ricca di anfratti,
ha spesso realizzzato buoni carnieri, chi invece ha optato per batimetriche maggiori non ha visto un pesce,
così come quanti si sono buttati in batimetriche inferiori, nelle quali l’acqua era ancora più torbida.

IL RACCONTO DEI PROTAGONISTI

LNI POZZUOLI – PRIMA SOCIETA’ CLASSIFICATA

Nel pochissimo tempo a disposizione per ispezionare i fondali ci siamo imbattuti in una bella zona di grotto alto e fessurato sui 17 metri dove girava poco pesce ma c’erano diverse cernie. Abbiamo deciso di tentare comunque quell’unica carta a disposizione piuttosto che marcare una squadra locale e così ci siamo messi a pescare all’agguato, mettendo insieme il carniere che ci ha regalato la vittoria. In condizioni di visibilità precaria abbiamo sbagliato molto, e la corrente non ci ha certo aiutato. Ci siamo stancati molto, ma alla fine la vittoria ci ha ripagato abbondantemente per tuttti gli sforzi!

MARINETTA GENOVA – SECONDA SOCIETA’ CLASSIFICATA

Gianmatteo Grossi: Siam partiti su un paio di segnali di Daniele, che qui disputa le selettive da qualche anno, ma c’era fumo sul fondo e acqua troppo torbida, così ci siamo spostati verso il largo per ispezionare un altro segnale, deserto a sua volta. Da lì abbiamo inziato a razzolare sui 15-16 metri armati di arbalete da 60 con fiocina, seguendo l’intuito e senza fare spostamenti. Abbiamo messo insieme sette saraghi, un grongo e una murena senza sbagliare praticamente nulla, solo un pesce alla fine che avrebbe potuto regalarci la vittoria.
Daniele Petrollini: Mi trovo bene in questi fondali, sui quali ho vinto due selettive. Sono soddisfatto per la performance, anche se resta il rammarico per un bel sarago di circa mezzo chilo strappato a quattro tuffi dalla fine, ma sono cose che capitano. In ogni caso, onore alla LNI Pozzuoli: hanno meritato di vincere.

APNEA TEAM ROMA

Andrea Settimi – La preparazione non è stata fatta, e viste le condizioni è stato un bene, perché, viste le condizioni, sicuramente chi aveva trovato pesce in preparazione non ha avuto modo di ritrovarlo in gara. Siamo partiti al largo su una zona di corvine in 22 metri d’acqua, ma i pesci non c’erano, così ci siamo spostati su un ciglio di dentici ed abbiamo insistito per un’oretta all’aspetto. La mangianza era abbondante, ma si vedeva che non girava pesce, così ci siamo spostati verso terra dove abbiamo trovato delle zone in cui il ciglio era riparato dalla corrente e c’era mangianza. Qui abbiamo iniziato ad esplorare ogni anfratto, mettendo in carniere i saraghi. Siamo stati un po’ sfortunati perché con la murena che ci è stata scartata avremmo potuto vincere.
Daniele Colangeli – E’ stata una bella gara, anche se personalmente ho perso un grosso sarago che ci avrebbe regalato il gradino più alto del podio. Stavo pescando con corto e fiocina quando ho visto una bella palla di mangianza, così mi son fatto passare il novanta nella speranza di fare il colpaccio. Una volta sul fondo però ho avvistato un grosso sarago in un buco che avrei potuto colpire agevolmente con il corto, ma che non sono riuscito a catturare. Sono comunque soddisfatto per il questo risultato e per la bella giornata di sport. Se il tempo fosse stato clemente sarebbe stata una giornata eccezionale, in quanto il posto è decisamente valido, ma va rilevato che in queste condizioni si è grandemente ridimensionato il vantaggio di chi conosce il posto o ha avuto modo di preparare, mettendo un po’ tutti sullo stesso piano.

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