Campionato Italiano per Società 2002 – Follonica
La sveglia non è servita questa scura mattina d’Ottobre. Nell’ appartamento dello stupendo residence dove siamo alloggiati ai margini della cittadina di Follonica, già da un’ora prima che suonasse sentivo i miei compagni di squadra nella stanza a fianco che si raccontavano esperienze di pesca, forse proprio per esorcizzare la tensione che si prova sempre nelle ore antecedenti una competizione.
Sono ormai più di 20 anni che gareggio, ma il senso di lontananza dal mondo di tutti i giorni, la concentrazione e il vuoto mentale che mi pervadono prima di una gara così importante e coinvolgente come il campionato italiano a squadre….non mostrano alcuna intenzione di diventare un lontano ricordo. Purtroppo, i miei impegni e problemi di vita quotidiana mi hanno permesso di riunirmi al resto della squadra, che già da due giorni preparava la gara, solo ieri sera. Sono arrivato appena in tempo per la cena, ed ho subito rivisto tanti amici vicini e meno vicini, campioni e meno campioni, accomunati dalla stessa mia passione; ne ho conosciuti di nuovi ed anche qualcuno che frequenta il forum di questa stupenda rivista informatica, diventata un’ estensione della cerchia di amicizie di pesca di tutti noi.
Il tempo non promette nulla di buono; l’ultimo giorno di preparazione è stato interrotto da una vera e propria burrasca di acqua e vento che ha costretto tutti i concorrenti a scappare via, favorendo anche qualche piccolo incidente dovuto alla fretta di mettersi al coperto. Ad esempio, un amico di Civitavecchia che stava dando un passaggio ad un atleta di un altro circolo per riportarlo al gommone, si è ritrovato con un tubolare del gommone sforacchiato dalla punta del coltello del passeggero, infilato in cintura ed appena sporgente dal fodero; a causa di questo inconveniente, la loro gara è stata un continuo alternarsi di pesca, guida del mezzo e….turno alla pompa dell’aria. Dopo aver calato il gommone nel comodissimo anche se sottodimensionato scivolo di un porto-canale ed essere stati mangiati dalle tantissime zanzare durante la vestizione a terra, ci dirigiamo alla spicciolata verso il luogo del raduno, davanti al Villaggio Svizzero. Il cielo è plumbeo ma il mare, come si dice in gergo, è “un olio” e non c’è una bava di vento. Chiacchiere, lazzi e pretattica contraddistinguono sempre una competizione di pesca nelle fasi immediatamente precedenti il via e questa gara non si distingue. Divertentissima la scritta color oro sul dorso della muta di un conosciutissimo agonista sardo, che palesava il suo disappunto verso un nome proprio.. che a me ha fatto venire in mente quello del presidente di una nota organizzazione ambientalista. Accidenti quanti gommoni; è evidente che la clausola inserita nel regolamento particolare della gara che permette ai circoli di presentare al via più di una squadra ha sortito l’effetto voluto: ridare vigore a questa manifestazione, che ultimamente aveva perso smalto sotto il profilo della partecipazione. Altra clausola fondamentale inserita nel regolamento e che denota una certa rivoluzione nell’effettuazione del campionato a squadre è quella del divieto di spostamento in gommone una volta raggiunto il primo sito di pesca dopo il via. Questa nuova regola mitiga l’importanza della preparazione del campo di gara, perché una volta raggiunta la prima mira ci si può spostare unicamente a nuoto; va detto, però, che creerà altri problemi per l’eccessivo marcamento sulle squadre locali, che non avranno modo di sfuggire agli inseguitori …se non a pinne. Fortunatamente la visibilità in acqua non sembra delle peggiori e visto che abbiamo deciso di gareggiare su di un fondale di 7-10 metri si pescherà quasi a vista.
Si parte!!! Decidiamo di comune accordo che il primo turno di guida (per chi non lo sapesse la squadra è formata da tre persone, due in acqua e una che pilota il mezzo nautico assistendo gli altri due,alternandosi) lo faccio io. Ed è giusto così, visto che la preparazione è stata effettuata dai miei compagni, che hanno già stabilito un percorso da fare insieme. Io entrerò in acqua appena terminate le mire segnate, per cominciare insieme a razzolare sul piatto e monotono fondale del golfo di Follonica, costituito in massima parte da un enorme pianoro fangoso con catini e ciglietti che lo interrompono qua e là, con accenni di grotto e praterie di posidonia. Voliamo verso l’estremo nord del campo di gara e fortunatamente siamo seguiti da poche squadre. Una di esse è quella del Cammarata Sub di Palermo costituita dai campionissimi Nicola Riolo e Pippo Lo Baido e dal nostro compagno di Forum, Simone Belloni, ma non ci daremo fastidio a vicenda vista la diversa batimetria che inizialmente ci divide. Daniele Colangeli e Sebastiano Canu, miei compagni di circolo, cominciano le sommozzate con catture abbastanza frequenti che mi sollevano un po’ il morale. Sinceramente, non pensavo che avremmo cominciato subito così alla grande. Le ore cominciano a trascorrere e viene il mio turno di pesca proprio sulla zona dove finiscono gli spacchi segnati e dove bisogna inventare il pesce scorrendo velocemente il fondale. Chissà, forse se tornavamo sulla zona iniziale… Comunque, le gare a nuoto sul bassofondo si fanno così: più fondale si vede e più si corre, maggiori possibilità ci sono di incontrare pesce. Il frigorifero a bordo del gommone comincia ad essere aperto meno frequentemente ed il ritmo, seppur indiavolato, non è coronato dalla successione di catture delle prime ore. Decidiamo di tornare verso la zona della partenza e nelle ultime fasi di gara ricominciano le catture.
Ultimo minuto: in quel momento mi trovo sul gommone, recupero Daniele che risale con un tordo in peso, ci dirigiamo verso Sebastiano che impreca per aver sbagliato un tordone che si infila in uno spacco abitato da un altro più grosso. “Quanto manca?” “Guarda che è finita”, gli rispondo. La barca della giuria ci sta vicino e aspetta che Sebastiano risalga per andare via insieme, visto che noi siamo l’equipaggio più a nord. Purtroppo non c’è scelta e nemmeno volendo potremmo infrangere il regolamento con un altro tuffo a tempo scaduto. Comunque ci difendiamo ed alla fine potremo dichiararci più che soddisfatti dal risultato ottenuto, nonostante lo scarto per pochissimi grammi di alcuni pesci non validi. Saraghi, corvine tordi ed un grongo costituiscono il nostro e la quasi totalità degli altri carnieri, salvo un dentice, qualche orata catturata in tana ed una lampuga. Purtroppo, il rientro e l’alaggio del gommone avverranno sotto una pioggia battente, che finirà di congelarci, e torneremo in albergo ancora con la muta addosso, stanchi, infreddoliti ed infangati. Ricca doccia ristoratrice e via verso la pesatura, che finirà con un sontuosissimo rinfresco ricco di ogni ben di Dio. Finalmente rifocillati, ci riconciliamo con il mondo e solo allora si avvia il rito che contraddistingue sempre la fine delle gare: capire dove hanno pescato gli altri e cosa hanno preso, per rendersi conto di quali siano stati i propri errori e le proprie mancanze, in modo da farne tesoro in futuro.
Faccio una bella chiacchierata con Fabio Della Spora, già vincitore del campionato di seconda categoria e vincitore con la sua squadra -la Lega Navale Sub di Follonica- di questo campionato per società. Parliamo della gara e Fabio mi racconta del pressante inseguimento di cui è stato vittima. Anche 6 o 7 squadre contemporaneamente tallonavano lui e i suoi compagni, chi affacciandosi insieme a loro negli stessi spacchi, chi piombando nel fango vicino all’ingresso della tana, chi prendendolo a spallate per sopravanzarlo e chi affacciandosi ad altri ingressi della stessa tana. Una marcatura veramente esagerata che poco ha di sportivo e che soprattutto comporta enormi rischi di farsi male. “Abbiamo impostato la gara su tanette basse con al massimo 3 o 4 pesci per spacco” mi racconta” e ci siamo spostati tantissimo anche sacrificando qualche pesce agli inseguitori per cercare di arrivare sempre primi sulle altre mire tenendo un ritmo infernale. Ci sono stati momenti in cui abbiamo catturato anche 5 pesci in nemmeno due minuti. Finiti i punti segnati siamo saliti in gommone e abbiamo dichiarato che potevano anche smettere di seguirci, visto che da quel momento in poi avremmo pescato a razzolo, ma non è servito a niente. Hanno continuato a tallonarci fino alla fine. Comunque siamo soddisfatti di aver vinto il titolo che per me rappresenta il coronamento di un’anno agonistico veramente magico e denso di appagamenti.” Io ed il mio circolo “Tirreno Sub Roma” siamo arrivati quinti con qualche rammarico e qualche rimpianto, ma le gare sono fatte così e vista la classifica con tantissimi campioni relegati in posizioni più o meno buone non possiamo veramente lamentarci. La giornata volge alla fine e dobbiamo far ritorno a casa. Arrivederci al prossimo anno, in ogni caso ….ne è valsa la pena.
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