Campionato Italiano per Societa’ 2001 – Ischia
I nuovi campioni Italiani: Tortorella, Somma e Cascone del circolo Canottieri Irno Salerno
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Forio d’ Ischia, 29 settembre 2001
Il Campionato Italiano a squadre, per chi frequenta l’ambiente delle gare, è da sempre una classica che di solito sancisce la fine della stagione agonistica. Per chi vi partecipa, costituisce sempre una fabbrica di ricordi e sensazioni che gli terranno compagnia per tutto l’inverno, sino alla prossima gara di calendario.
E’ sempre così, ogni anno si ha il dubbio se ricominciare o meno a gareggiare, ma alla fine prevale il fascino che la competizione esercita su ogni agonista di qualsiasi livello, età ed esperienza: fintanto che questo straordinario richiamo caratterizzerà le gare di pesca subacquea, gli atleti di tutto lo stivale continueranno a riunirsi e ad affrontarsi.
La gara che presenta in assoluto la maggior quantità e qualità di questa attrazione è il Campionato Italiano per Società.
La formula è quella collaudatissima di tre persone in rappresentanza del proprio sodalizio, selezionate da un campionato interno del proprio circolo o dalla classifica nazionale della stagione agonistica che precede il campionato.
Due atleti in acqua a breve distanza l’uno dall’altro ed uno sull’ imbarcazione a far da barcaiolo per 5 ore: in assoluto la miglior formula per la pratica della pesca subacquea agonistica in tutta sicurezza e con il massimo divertimento.
Cinque ore di battaglia che però permettono anche a squadre non allenatissime di godere appieno della gara, vista la possibilità di alternarsi alla guida del mezzo nautico.
Gli atleti del Pesca Sub Marinetta Genova, 3° Classificati
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Io ed i compagni del mio circolo Tirreno sub Roma siamo arrivati il Mercoledì precedente la competizione, che era fissata per Sabato 29 Settembre.
Visto che tutto il campo gara – che si estendeva dal porto di Forio al promontorio di Sant’Angelo della verdissima ed ancora vacanziera isola d’ Ischia – era battuto da un forte vento di maestrale, ce la siamo presa comoda ed abbiamo avuto tutto il tempo di preparare le attrezzature.
Finalmente, il giorno seguente l’arrivo siamo andati in mare per cominciare la preparazione del campo gara.
Il tratto di mare esplorato si è rivelato da subito ostico e selettivo: il pesce della zona non ha la buona abitudine di restarsene dove uno la ha visto e segnato, anzi, risulta decisamente mobile.
Per rendere l’idea, mi basterà citare l’episodio del grongo in peso trovato da noi e da altre squadre sotto la massicciata di una conduttura a circa 12 metri di profondità: in gara nessuno lo ha catturato, in quanto il serpentone, dopo “l’abbronzatura” riportata nei giorni di preparazione grazie alle varie torcie subacquee che lo avevano illuminato, ha pensato bene di cambiare rifugio nella notte precedente la competizione.
Immediatamente appare chiaro che questo sarà un campionato con poche presenze rispetto agli anni precedenti, forse per via del diffuso malessere che in questa fase caratterizza l’ambiente della pesca subacquea agonistica.
Solo trenta squadre prenderanno parte alla gara, un gruppo di atleti davvero esiguo se comparato a quello degli anni passati, quando il numero dei circoli partecipanti era ben superiore.
Probabilmente, alla base della diserzione da parte di molti circoli c’è stato anche il fatto che la trasferta ischitana implica un costo non indifferente, non sostenibile da alcuni club.
Gli atleti del Tirreno Sub. Al centro, l’autore dell’articolo
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Veniamo alla cronaca.
Riunione e controllo documenti federali il pomeriggio precedente la competizione, a preparazione già ultimata.
Con animo più o meno disteso, animali acquatici provenienti da tutta la penisola (purtroppo non erano presenti compagini siciliane e sarde) si rincontrano ed è subito goliardìa: sin dal saluto ricominciano i soliti sfottò ed i fantasiosi racconti di mirabolanti pescate e prestazioni improbabili in gara. E’ difficile descrivere l’atmosfera scanzonata che regna in quei momenti, ma si tratta di una “medicina” che consiglierei a tutti.
Il giudice di gara Francesco Lanna, coadiuvato da Lino Marinò e dal direttore Carlo Gomez Paloma (vecchia gloria della pesca sub), annunciano che sarà consentita una sola cernia per imbarcazione, mentre invece non si applicherà il coefficiente di maggiorazione per orate e dentici che era stato introdotto in via sperimentale nel Campionato di Prima Categoria di Palermo.
Unico neo della giornata è la minaccia da parte di alcuni rappresentanti dei pescatori locali di boicottare la manifestazione venendo a buttare le reti in campo gara durante la competizione e creare più confusione possibile. Stando alle loro dichiarazioni, alla base della protesta ci sarebbero motivi di ordine burocratico, infatti vanno dicendo che nessun organo competente li aveva edotti sull’imminente manifestazione sportiva.
Fasi della pesatura
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Appuntamento la mattina seguente alle sette per l’inizio della gara.
Mare calmissimo, sole e leggera corrente da ovest fanno da cornice alla partenza data di fronte al faro di Punta Imperatore.
Al via quasi tutti si dirigono nella parte ovest del campo gara nella zona delle Camerate, dove il fondale è costituito da una stupenda distesa di sommi granitici intervallati da tavolati disseminati di laste e massoni.
Iniziano le prime catture, ma si nota subito che la maggior parte delle squadre si trova in difficoltà e stenta a racimolare pesci in peso.
Dopo circa due ore, il fatto: una flottiglia di pescherecci con le bandiere di MareVivo al vento escono dal porto di Forio per entrare in campo gara passando tra i gommoni dei concorrenti per creare non si sa bene quale disordine.
Il giudice di gara non fa altro che chiamare via radio la Guardia Costiera e la Capitaneria di Porto, che,intervenendo con le loro motovedette, scortano i pescherecci fuori dall’ambito della competizione – che aveva tutte le carte in regola per essere effettuata.
Fine del gustoso intermezzo.
La gara riprende tranquillamente per concludersi senza incidenti o screzi di sorta.
Fin da subito appare chiarissima la netta affermazione della Canottieri Irno di Salerno che con Cascone,Somma e Tortorella appariva tra le più papabili alla vittoria già alla vigilia. Infatti, il loro carniere di 19 pesci (in massima parte saraghi) ed una cernia di 7100 grammi – che risulterà la preda più grossa del campionato – appare di gran lunga il migliore tra quelli consegnati all’imbarcazione della giuria.
Da segnalare lo stupendo carniere presentato dai ragazzi dell’ Associazione Pesca Sub Ischia “Sea one”, costituito da una bellissima spigola di 3650 grammi, un serra, alcune ricciolette, tordi e saraghi per un totale di 12 prede.
Alla pesatura, infatti,saranno queste due squadre a condurre la classifica finale.
Le imbarcazioni dei concorrenti
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Il podio sara’ completato dalla Pesca Sub Marinetta capitanata dall’ottimo Petrollini.
Dopo la gara scambio due chiacchere con il simpaticissimo Francesco Somma: “Abbiamo preparato la gara due giorni prima, forti però dell’ottima conoscenza della zona da parte di Beniamino Cascone. Abbiamo segnato due cernie sotto i dieci chilogrammi le cui tane erano situate abbondantemente oltre i trenta metri di profondità. Al via abbiamo fatto la corsa sulla prima, che però era messa malissimo e quindi non sparabile; allora ci siamo spostati sul secondo serrande, ma in un primo momento non c’era.
Quando in seguito siamo tornati sul posto, siamo riusciti ad arpionarla, anche se poi abbiamo impiegato circa un’ora per estrarla dalla tana.
Il resto delle catture lo abbiamo fatto sul lastronato tra le Camerate e la Pietra Nera, senza mai arrivare a Punta Imperatore. Avevamo tantissime tane, ma tutte con due-tre pesci. Dell’ incidente con gli ambientalisti penso che la cosa sia stata per l’ennesima volta strumentalizzata da persone o stupide o in malafede. Riprova ne è il fatto che in questa gara in cui era presente il meglio della pesca subacquea agonistica nazionale è stata catturata una quantità di pesce sicuramente inferiore a quella di una calata di paranza”.
La manifestazione si e’ conclusa con uno stupendo rinfresco organizzato del circolo organizzatore La Pietra di Pozzuoli, al quale va il plauso per l’ottima riuscita della gara e particolarmente alla persona di Michele Capolongo (tutt’ora ottimo agonista). Grazie al loro impegno è stato possibile realizzare ancora una volta quest’evento che, anno per anno, rappresenta senza tema di smentita la Festa del nostro sport.
Per concludere consentitemi una nota narcisistica: io ed i miei compagni di squadra Sebastiano Canu e Andrea Giordano siamo arrivati settimi”’ e credetemi, su quel campo gara non e’ poco.
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