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Campionato di Qualificazione 2012: interviste ai qualificati (3/3)

| 1 Luglio 2012

Cerchiamo di ricostruire l’andamento di questa semifinale attraverso le interviste ai protagonisti. Troveremo l’analisi della condotta di gara ed altri risvolti interessanti. Questa semifinale ha regalato molto pesce la prima frazione e poco nella seconda, ma è stata molto combattuta e la bilancia ha deciso vittoria e qualificazione all’ultimo grammo. Diverse le sorprese tra i giovani ed interessanti conferme. Corvine e saraghi sono stati i pesci più catturati, ma non è mancato qualche dentice e perfino un alletterato. Insomma, un campionato pieno di insidie ma disputato con condizioni meteo quasi perfette e guidato da un’organizzazione impeccabile.

La parola  ai protagonisti.

 

Roberto Deiana (foto Apnea Magazine)

3° Roberto Deiana

La prima giornata sono partito con buone speranze, non tanto per tane magiche segnate, ma per zone dove il fondale mi piaceva. Al via mi sono portato sull’unica tana che in preparazione teneva il pesce (saraghi) ma, come di solito accade, era vuota, così ho rimontato in fretta il campo di gara e mi sono buttato sopra corrente per pescare sulle zone “buone”. Avevo un paio di punti di grotto alto con delle corvine, ma anche lì purtroppo ho trovato il deserto. Così mi sono messo a pescare e, razzolando a buon ritmo, sono riuscito a catturare due corvine ed un sarago. A metà gara ho provato a giocare il jolly su un posto al limite del campo gara dove avevo avvistato per due volte un bel dentice, ma anche stavolta senza risultato. Ho quindi fatto un tuffo al volo sulla tana della partenza prendendo un bel sarago, per poi rimontare di nuovo la corrente e pescare fino a fine gara. È andata bene perché sono riuscito a prendere altre due corvine (una di 2.2kg) ed un altro sarago. L’unica nota negativa è stata un sarago strappato: sparato in coda da un piccolo buco non sono riuscito a bloccarlo ma, la cosa peggiore, è stata veder uscire dal buco davanti a quello in cui avevo sparato, una corvina enorme (penso almeno 2.5kg) e dileguarsi velocemente nei meandri del grotto mentre la guardavo con l’asta in mano! Alla fine, con sette bei pesci, ho fatto quarto di giornata.

La seconda giornata non sapevo assolutamente dove andare ed ho pensato di seguire qualcuno, ma alla fine ho rinunciato ed ho optato per pescare a scorrere sul grotto. Fortunatamente sono riuscito a prendere due corvine, un sarago ed una grossa murena che mi hanno permesso di stare tranquillo per la qualificazione. È stata una gara dura, ci ho creduto fino all’ultimo secondo perché sapevo che potevo giocarmi anche la vittoria, ma non è bastato. Sono contento di aver raggiunto l’obiettivo, anche se su questo campo potevo fare meglio.
Le batimetriche su cui ho pescato sono state tra i 12 ed i 17 metri, sempre con un Cayman Cave 55 e fiocina a quattro punte, tranne quando ho tentato la cattura del dentice, in quel frangente ho impugnato un Cayman HF2 da 110.

 

 

Massimo Fauci (foto Apnea Magazine)

5° Massimo Fauci

Per me è stato un campionato all’insegna dell’improvvisazione. Una marea di problemi che non vi sto ha raccontare mi hanno limitato al massimo la preparazione, infatti io ed Ernesto (il mio secondo) abbiamo potuto visionare i campi gara per solo quattro ore ciascuno.
In aiuto ci sono venute le condizioni meteo che, con acqua limpida e mare calmo, mi hanno permesso di scovare qualche zona interessate per la pescare al razzolo.

La prima giornata sono entrato in acqua all’estremo nord del campo gara e sono uscito praticamente dopo cinque ore senza aver fatto grossi spostamenti. Dei quattro posti trovati in preparazione solo uno ci ha regalato un sarago ma, con un buon ritmo, sono riuscito a portare al peso anche quattro corvine, altri due sparidi ed un dentice di oltre un chilo. Quest’ultimo mi ha dato parecchi problemi nella fase di recupero in quanto ha richiesto un ora di lavoro per estrarlo da un buchetto nel quale si era intanato.

Nella seconda giornata ho effettuato la partenza su una zona di corvi. Sono sceso sul punto con un novanta ma di corvine neppure l’ombra. In compenso ho strappato un denticiotto di seicento grammi circa e il tuffo successivo uno oltre un chilo e mezzo. Mi sarebbe servito almeno un cento ma ho provato lo stesso.
Ad un tratto, essendo entrato un taglio di acqua fredda e bianca in prossimità del fondo, ho deciso di portarmi più verso terra, sulla batimetrica di 13-14 metri dove, nelle prime due ore e mezza sono riuscito a prendere, nell’ordine, un bel sarago, due denticiotti ed un pizzuto.
Le restanti due ore e mezza, invece, le ho passate ad evitare un gommone dietro l’altro.

Come in ogni competizione c’è sempre un numero di pesci sbagliati ma, comunque, il rammarico più grosso è quello di aver strappato un corvo grosso nella prima giornata ( che tra l’altro mi avrebbe portato al bonus per la quinta corvina) e di aver perso un bel dentice nella seconda giornata. Una sola di queste due prede mi avrebbe permesso di vincere il campionato ma, come diceva Massimo Scarpati: “i pesci sono quelli che si portano sulla bilancia!”. Ho usato solo due arbalete: un novanta per il razzolo ed un 120 per l’aspetto. Sono contento di poter disputare un altro campionato di Prima Categoria.

 

 

Sascha Orsi (foto Apnea Magazine)

9° Sascha Orsi

La prima giornata sinceramente speravo sarebbe andata meglio; credevo che sarebbe uscito più pesce e l’avevo anche trovato, purtroppo però i conti si fanno a fine gara. Ho fatto la partenza in un punto che ho dovuto condividere con diversi altri atleti, riuscendo comunque a tirar fuori due corvine. Purtroppo, al primo tuffo, l’aletta non è passata al di là di un grosso muggine che avevo sparato lungo. La sfortuna è continuata facendomi strappare un tordo e facendomi incastrare il guanto sotto il grilletto (sembra impossibile ma è successo davvero!) e ciò mi ha impedito di sparare un bel sarago. Ho pescato prevalentemente col sessantacinque e la fiocina ed ho fatto una gran fatica. Il grotto all’Elba (dove vivo e pesco) non esiste e sono sempre carente rispetto agli altri concorrenti su questa tipologia di fondale. Ho concluso diciottesimo con tre corvine e due saraghi.

La seconda giornata non si preannunciava meglio dato che già all’uscita dal porto il motore ha iniziato a dare problemi e a non superare i duemila giri. Avevo molto meno pesce segnato e l’unica speranza era la partenza, ma in quelle condizioni di certo non sarei mai stato il primo ad arrivare sulla tana. La fortuna invece ha voluto che nessuno la considerasse e pian piano sono riuscito a buttarmi da solo su quel segnale facendo una gratificante coppiola di belle corvine al primo tuffo. Immediatamente ne ho sorpresa un’altra in tana, ma dopo ho cambiato tattica e mi sono messo a pescare anche all’aspetto con il novanta, scelta che mi ha fruttato un’oratella poco sopra i quattro etti. Con la quarta corvina presa quasi alla fine della frazione sono riuscito ad essere terzo di giornata e a rimontare diverse posizioni concludendo al 9° posto.

 

 

Cristian Corrias (foto Apnea Magazine)

12° Cristian Corrias

Il campo gara della prima frazione era sicuramente il più pescoso, tutti l’avevamo capito e tutti ci siamo impegnati per sfruttarlo al meglio. Alla partenza mi sono portato su una porzione di grotto trovata in preparazione dove, in 16 metri d’acqua, giravano dei saraghi. Al primo tuffo ne ho subito catturato uno ma poi, pur cercando bene attorno, non ne ho più trovati. Mi sono messo a scorrere a favore di corrente e dopo un’ora circa ho trovato una pietra nella sabbia che non conoscevo. Ho fatto una planata esplorativa ed ho subito notato che c’erano diverse belle corvine, e sono riuscito a catturarne due di buon peso in rapida successione. A quel punto, mentre stavo preparando l’ennesimo tuffo, nel tentativo di sistemarmi la cintura, questa si è sganciata e ed è caduta sul fondo attirando l’attenzione di Trambusti. Mi si è gelato il sangue ma la fortuna ha voluto che l’elbano non trovasse il punto con i pesci. Sono salito in gommone, ho preso la cintura di riserva e mi sono tuffato nuovamente. Ho fiocinato altre due belle corvine e, cercando tutt’attorno con meticolosità, anche tre saraghi. Quasi alla fine, in una bella spaccatura, sono riuscito a colpire anche un’altra corvina molto nervosa. Il tiro non è stato affatto preciso, sulla coda, e anche se con attenzione sono riuscito ad estrarla, sfortunatamente, mi si è strappata mentre stavo per afferrarla. Peccato perché avrei completato la specie e ottenuto il bonus. Comunque con quattro corvi e due saraghi validi ho fatto un discreto risultato di frazione.

La seconda manche si annunciava difficile, in più ho rischiato di comprometterla seriamente. Avevo trovato due spot interessanti sui quali fare la partenza, entrambi con numerose corvine a zonzo. Alla fine ho optato per il primo segnale prendendo un pesce e non trovando nient’altro mentre Orsi, sull’altro, ha infilato quattro bei pesci. Ho continuato a pescare al razzolo spostandomi lungo le lingue di grotto e insistendo sono riuscito a fiocinare un bello sparide appoggiato ad un ciglietto. Dopo non ho visto altro. Ad un’ora dalla fine ho deciso di posare il corto e iniziare a fare degli aspetti impugnando il centoquindici. Ad un minuto esatto dalla fine sono stato premiato: ho visto in lontananza tre corvi inquieti volteggiare sulla roccia. Con calma, ma anche con ilun pizzico di batticuore, sono riuscito arpionarne uno da chilo. Con tre pesci validi sono riuscito a terminare dodicesimo finale. Ho pescato sempre tra i 10 e i 18 metri con arbalete da settantacinque e da sessanta con fiocinella.

 

 

Gianmatteo Grossi (foto Apnea Magazine)

15° Gianmatteo Grossi

La preparazione e stata lunga e fastidiosamente ostacolata dai continui cambi di corrente, visibilità e vento. Il fondale di grotto alto e ben spaccato non offriva però belle tane ma zone meglio spaccate dove i pesci, prevalentemente corvine, si rifugiavano temporaneamente.
Ad inizio gara ho fatto una scelta che, probabilmente, si è rivelata decisiva per le sorti del mio campionato: ho optato, dopo aver sbagliato il primo pesce col sessanta e fiocinino, di cambiare immediatamente arma ed usare il ministen con fiocina a cinque punte mustad (arma letale per velocità e intuitività di tiro). Infatti i pesci ti offrivano solo un secondo per il tiro. Decisione azzeccata che mi ha fruttato solo centri perfetti..
Unico rammarico il grosso dentice strappato ad inizio gara della seconda giornata: un tiro lungo e d’imbracciata con il cento, il pesce è stato colpito ma forse la poca penetrazione e questo ha fatto si che se ne andasse ferito.
Nonostante questo episodio abbia compromesso per qualche momento la mia concentrazione, non ho mollato e ho dato tutto quello che avevo! Sei grossi pesci in due giornate ( tre saraghi e tre corvine) mi hanno permesso l’accesso all’assoluto del prossimo anno. Ho sempre pescato tra i 15 ed i 20 metri.
Vorrei fare un plauso speciale all’organizzazione e al mio barcaiolo Antonio Chiaravalle.

Molti lettori si accorgeranno che le posizioni in classifica di alcuni atleti, riportate prima del nome ad inizio intervista, sono differenti da quanto riportato nelle classifiche ufficiali pubblicate sul portale della FIPSAS e su tutti i siti di settore, compreso quello di Apnea Magazine. La nostra redazione ha ravvisato dei gravi errori nella redazione delle classifiche del Campionato di Qualificazione 2012, errori che pur non rivoluzionando nè l’elenco dei qualificati all’assoluto 2013, nè l’attribuzione del titolo di Campione ad Angelo Ascione, alterano però l’ordine di classifica retrocedendo l’atleta Dario Maccioni dal 3° al 6° posto finale, e facendo invece salire di una posizione Roberto Deiana, Gianfranco Loi e Massimo Fauci dal precedente 4°, 5° e 6° posto, all’attuale 3°, 4° e 5°. Tutto ciò è facilmente verificabile scaricando la classifica e verificando che i punteggi percentuali di quella finale non sono stati correttamente elencati in ordine decrescente, dando luogo al disguido. Anticipiamo fin d’ora che gli errori da noi riscontrati vanno ben oltre la mera distrazione e saranno oggetto di un prossimo editoriale che analizzerà nel dettaglio quella che fin da adesso possiamo definire una delle immagini peggiori che il nostro agonismo abbia mai dato negli ultimi anni.

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