Campionato Assoluto di Pesca in Apnea: 1° giornata
Il vincitore Sandro Mancia – Foto A. Balbi
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Avvincente. E’ questo l’aggettivo più appropriato per descrivere il Campionato Assoluto di Pesca in Apnea disputato la settimana scorsa nel mare di Torre San Giovanni. Ha vinto il portacolori Effesub Sandro Mancia al termine di una lotta all’ultimo grammo con il compagno di team Aldo Calcagno; terzo il CT della Nazionale Maurizio Ramacciotti, Team Rofos/C4, autore di un ottimo recupero nella seconda giornata.
E’ stata una vera sfida all’ultimo pesce, disputata a ritmo forsennato sui difficili fondali di Torre San Giovanni, perla dello splendido Salento.
Alla vigilia della gara, il coro di lamenti per la mancanza di pesce è più o meno lo stesso di sempre: stagione in ritardo, pesce molto scarso e mobile, un po’ tutti costretti a improvvisare per inseguire il risultato. Basti pensare che Nicola Riolo, sicuramente tra i grandi favoriti, confessa di ritenersi in lotta per la salvezza con aria rassegnata, dichiarandosi pronto a marcare gli altri concorrenti in quanto totalmente a corto di idee.
Effettivamente, i fondali del campo gara che si estende dalle secche di Ugento fino a Marina di Alliste, non sono di facile interpretazione, perché le poche prede presenti sulle strisciate di grotto basso e poco fessurato risultano molto mobili, ed inoltre non mancano delle pericolose zone di sabbia e alga, semideserte e quindi da evitare attentamente. Per la verità, soprattutto nel campo a sud, le zone di posidonia celano anche delle pietre frequentate da pinnuti, ma si tratta di spot molto ben conosciuti dai pescatori locali e, conseguentemente, molto battuti.
Il porticciolo di Torre S Giovanni – Foto A. Balbi
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Per la cronaca della gara la troupe di Apnea Magazine ha a disposizione un proprio gommone; avendo ottenuto un regolare accreditamento da parte della Federazione possiamo muoverci liberamente sul campo gara. Oltre a seguire la gara per il resoconto in diretta, dobbiamo effettuare foto e riprese “live”, per realizzare un video documentario e foto “vere” per i nostri servizi.
Venerdì 24 il raduno è fissato per le 8 in punto al porticciolo di Torre San Giovanni. Dopo le operazioni di varo dei gommoni, i concorrenti si portano al centro del campo gara della prima prova, quello che dal porto si spinge a nord fino all’altezza, più o meno, di Marina di Alliste. Il tempo per le ultime raccomandazioni del direttore di gara Francesco Lanna -compreso il limite minimo di distanza da terra di 200 metri imposto dalla Capitaneria di Porto- e la competizione prende il via alle 8:45.
Gli atleti alla partenza – Foto A. Balbi
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La maggior parte dei concorrenti si è subito distribuita nella zona centrale del campo gara, su una strisciata di grotto posta a profondità variabile tra i 15 ed i 22 metri. Riolo attende di vedere cosa fanno gli altri concorrenti prima di puntare la prua del gommone verso una zona al largo nella parte meridionale del campo gara, mentre il locale Giuseppe Lezzi sceglie di iniziare la propria gara su un ciglio posto in trenta metri d’acqua, sua quota abituale di pesca.
Scegliamo di iniziare il nostro giro di perlustrazione dal confine settentrionale del campo gara dove, su un fondale di circa 18 metri, ci imbattiamo nell’atleta Effesub Alessandro Vacca, che sommozza senza sosta sulla linea di confine con il cavetto ancora vuoto.
Ripartiamo alla volta di un gommone non troppo distante: è il CT della Nazionale Maurizio Ramacciotti, che sta dedicando le proprie attenzioni ad una zona di grotto con tre prede già in cavetto.
Maurizio Ramacciotti in azione – Foto A. Balbi
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Proseguendo verso sud, troviamo Giuseppe Lezzi impegnato nel tentativo di recupero di un tordo di profondità: Lezzi è un profondista capace di pescare costantemente sui trenta metri, una quota in cui -in queste acque- solitamente la presenza di prede è più costante e meno influenzata dal variare delle condizioni meteomarine. Dopo circa un’ora di gara ha tre prede in cavetto, tutte di specie diversa: una bella corvina, un’orata ed un sarago. Riemerge visibilmente contrariato, il tordo si è dileguato e non riesce a ritrovarlo.
Riprendiamo la nostra marcia e troviamo una zonetta piuttosto affollata, dove individuiamo subito Marco Paggini, che sommozza a ritmo forsennato. Ha due saraghi, di cui uno da pesare, ed inisiste nella sua azione producendosi in una raffica di immersioni impressionanti, a breve distanza da altri concorrenti.
Nei dintorni, il toscano Walter Lera attende ancora la prima preda, mentre il sardo Max Barteloni inanella saraghi a buon ritmo, assistito da un barcaiolo d’eccezione come Bruno De Silvestri.
Più fuori, vediamo il gommone del campione del mondo Stefano Bellani. Avvicinandoci, notiamo che l’atleta Cressi del CICA Sub Garibaldi Livorno sta armeggiando intorno ad una delle due boe con cui è sceso in acqua: sta recuperando il piombo mobile, detto anche siluro, grazie al quale riesce a velocizzare la fase di discesa e a sfruttare meglio ogni planata sul ciglio, che qui si trova circa 30 metri sotto le sue pinne.
Bellani riemerge con la grossa corvina – Foto A. Balbi
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Lo seguiamo per un paio di tuffi, fino a che si volta verso il nostro gommone e grida “Ora ve lo porto su un pesce, tranquilli!”. Il campione si ventila accuratamente, sgancia il fermo che blocca il siluro sulla boa ed inizia una rapida discesa verso il fondo, seguito -non senza fatica- dal nostro operatore video Gionni Marti.
I secondi trascorrono interminabili, mentre intorno il piccolo assembramento di gommoni di Polizia, Carabinieri, assistenza e stampa attende con ansia la cattura del campione; ad un certo punto il fotografo esegue la capovolta per andare incontro all’atleta, evidentemente sta riemergendo con qualcosa. Giusto qualche altro secondo di attesa, ed ecco che l’alfiere Cressi riemerge tenendo fra le mani uno splendido esemplare di corvina, di circa due chilogrammi, che lo porta a quota cinque prede valide.
Mentre raggiungiamo la parte meridionale del campo gara, poco affollata, iniziano a giungere notizie e aggiornamenti dalle zone più distanti dal nostro gommone. A sud, uno sfortunatissimo Riolo ha esordito strappando in sequenza un bel dentice di circa un chilo e mezzo ed un sarago di mole, inconvenienti che non giovano di certo al morale dell’atleta Sdive. Al momento ha tue tordi in carniere.
Bellani passa la grossa corvina al barcaiolo
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L’atleta Omersub Massimiliano Volpe è partito a sud, e spostandosi verso il centro campo gara ha raccolto una salpa da pesare ed un bel sarago. Il suo compagno di circolo Daniele Petrollini, Team Effesub, ha malamente strappato un paio di prede e stenta ad arricchire il suo carniere.
Il locale Alessandro Congedo, atleta del CIS Atlantide, pesca con qualche difficoltà dovuta ad una otite poi sfociata anche in sinusite che lo ha tenuto lontano dal mare fino a pochi giorni prima del campionato. Al momento ha messo insieme due saraghi, di cui uno tutto da pesare, pesca con qualche difficoltà dovuta ai postumi dei disturbi accusati ad orecchie e seni frontali.
Veniamo a sapere che Sandro Mancia ha messo insieme un bel carniere di saraghi, mentre Concetto Felice ha solo un paio di prede, di cui una da pesare.
Il tempo passa inesorabile, e le catture arrivano con il contagocce. Ad un’ora dalla fine ci avviciano al gommone dell’atleta Cressi Davide Petrini, che sta battendo una zona sottocosta non lontano da altri concorrenti: ha sei prede in carniere, ma quasi tutte al limite del peso minimo, fissato in ben 400 grammi.
Nicola Riolo ha appena arpionato un’occhiata – Foto A. Balbi
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Ci giungono notizie di bei carnieri per Salvatore Milluzzo, Alberto Casu e Roberto Praiola. Alessio Parisi, atleta Tecnoblue, sembra aver esordito al meglio in questo assoluto con quattro prede valide, mentre Ramacciotti sale a quota cinque.
Di Calcagno non si sa nulla, se ne sta in bassofondo a inanellare saraghi lontano da occhi indiscreti, mentre Giuseppe Lezzi si è bloccato e Bellani è salito a quota sei. Petrollini si porta a quattro prede e Volpe a tre con un tordo, mentre Barteloni ha continuato a rifornire il cavetto con regolarità, avvicinandosi a quota 10 prede valide.
La gara volge ormai al termine, così ci dirigiamo verso il porticciolo di Torre San Giovanni. Quasi davanti al porto incontriamo Riolo, che pinneggia come un forsennato verso sud. Si trova ormai su un deserto d’alga dove ogni zona con roccia va esplorata con attenzione, e all’ennesimo tuffo risale con un’occhiata sottopeso.
Dopo circa cinque chilometri di spostamento a nuoto, questo grande campione trova la forza per un acuto finale, e sotto una lastra fredda tre saraghi corpulenti, che lo salvano da una debàcle difficilmente recuperabile.
Il carniere di Mancia – Foto A. Balbi
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Al termine delle quattro ore di gara i gommoni dei concorrenti sono rientrati in porto, e dopo un piatto caldo gli atleti hanno potuto assistere alla pesatura.
Per la verità, tutti meno uno, Stefano Manciulli! Lo sfortunato atleta C4, autore di una prima prova brillante, cade malamente sul molo e finisce su un ferro, procurandosi un profondo taglio sullo stinco. Prova a incamminarsi sul molo, ma la stanchezza, il caldo asfissiante e la vista del sangue riescono a sopraffarlo, e così finisce a terra. Soccorso immediatamente, viene portato in ospedale dove i medici gli applicano alcuni punti di sutura: la sua presenza nella seconda giornata è a forte rischio.
La bilancia è, come sempre, implacabile, e depenna molte delle prede che apparivano al limite. Sembra che questi saraghi abbiano un’alimentazione molto “leggera”, ed anche se sembrano in peso la bilancia dice spesso che non lo sono affatto.
Il carniere di Aldo Calcagno – Foto A. Balbi
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Al termine della pesatura, Sandro Mancia conduce la classifica parziale con 11.070 punti, una manciata in più rispetto al compagno di team Effesub Aldo Calcagno, secondo con 10.690. Il campione in carica Bellani si difende con 9.820 punti, che gli valgono la terza piazza provvisoria, mentre al quarto posto c’è Ottavio Micalizzi, autore di una bella pescata di saraghi. Buona prova per Milluzzo, Casu e Ramacciotti; si difendono bene anche Barteloni, Angelo D’Onofrio e Alessio Parisi. Non convince Concetto Felice, quindicesimo, mentre vanno decisamente male Riolo, Fauci, Petrini e Petrollini, rispettivamente 16°, 20°, 22° e 23°; prova opaca anche per Volpe, che si vede scartare la salpa e chiude al 25° posto. Chiudono la classifica Paggini (28°) con due pesci e Lera e Limongi, che non trovano il bandolo della matassa e terminano le quattro ore di gara senza prede.
Il carniere di Bellani – Foto A. Balbi
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