Campionati Italiani a squadre di Pesca in Acque Interne
(Foto E. Cinelli)
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Stagione particolare, questa, per la pesca in apnea sul Garda: tutti i pesci più interessanti si stanno facendo vedere molto poco alle quote operative del pescatore in apnea; anche le varie freghe, solitamente facilmente rilevabili e osservabili, quest’anno non si sono notate.
Principali assenti risultano essere le anguille, seguite da tinche, persici reali, persici sole, cavedani. Abbondano, invece, carassi e scardole, pesci dalla pessima valenza culinaria e, pertanto, normalmente ignorati dal pescatore in apnea. Sono quindi proprio questi pesciacci, come vengono dispregiativamente chiamati, che stanno fortemente condizionando, e in parte alterando rispetto ai valori teorici dati dalle statistiche, il risultato di molte delle gare di pesca in apnea, si sperava che questo Campionato Italiano a squadre potesse finalmente segnare un cambio della situazione e invece ‘ ha seguito la stessa sorte.
Il Campionato Italiano è la gara di massimo livello per le acque interne, c’è quello individuale, in cui ogni atleta compete per se stesso, e quello a squadre. La gara a squadre si svolge con le stesse regole di quella individuale, con la differenza che gli atleti sono raggruppati per società e ogni società può presentare al via due squadre di tre atleti cadauna.
La squadra dev’essere totalmente autonoma: in acqua scendono contemporaneamente un massimo di due atleti, mentre il terzo resta sull’imbarcazione d’appoggio; suo compito è quello tipico del barcaiolo, cioè raccogliere e stipare il pescato, mantenere l’ordine sul natante, permettere rapidi spostamenti attraverso il campo di gara, vigilare nei confronti di eventuali altri natanti che dovessero avvicinarsi troppo e troppo velocemente alla zona di pesca, dare assistenza ai compagni in acqua, tenere la comunicazione fra di loro, compartecipare alle decisioni tattiche. Alla fine è l’insieme della squadra a determinare il risultato, molto importante, quindi, l’affiatamento tra gli atleti, l’abitudine a condividere le scelte tattiche (specie quando la squadra è composta da atleti dello stesso spessore agonistico, grosse personalità individuali abituate a scegliersi in totale autonomia la tattica di gara) e il lavoro di coordinamento del barcaiolo di turno.
(Foto E. Cinelli)
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A questo Campionato c’è un’ottima affluenza, ben ventidue squadre si sono iscritte e di queste ben sette arrivano dal mare. Almeno dieci squadre sono, sulla carta, altamente competitive in funzione della vittoria, ma ci possono pur sempre essere delle sorprese. Una tensione agonistica ai massimi livelli, forse anche troppo e qualcuno sarà indotto a commettere errori tattici pagandoli in termini di classifica; ma anche questo è aspetto fondante dell’agonismo, una delle caratteristiche che lo rendono educativamente molto utile per giovani e meno giovani.
(Foto E. Cinelli)
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Il campo di gara è uno dei più classici, un campo piuttosto ampio che può accogliere senza problemi i ventidue gommoni e i cinquantaquattro atleti che saranno contemporaneamente in acqua, infatti si estende da Desenzano a Sirmione, andando a ricoprire l’intero golfo sud-ovest del Garda.
Alle spalle i dolci declivi, ricchi di pregiati vigneti, delle colline moreniche che separano il lago dalla Pianura Padana; ai lati le prime propaggini delle Prealpi Lombarde e Venete dove i vigneti si mescolano agli ulivi; davanti la visione dell’intero lago con sulla destra, in sponda veronese e trentina, l’impervio e alto Monte Baldo, mentre a sinistra, in sponda bresciana, s’innalzano meno possenti, ma ugualmente impervi e ricchi di belle escursioni, lo Spino, il Monte Pizzocolo, il Castello di Gaino, i monti di Tremosine e quelli di Limone.
Abbassando lo sguardo e restringendo l’osservazione notiamo che questa è una zona molto antropizzata, con un certo numero di spiagge pubbliche, diversi porticcioli pubblici e privati, alcuni bei canneti, tratti di costa riservati (anche se, invero, il bagnasciuga dovrebbe sempre essere di pubblico accesso e transito, sic!) a case private e alberghi.
Le acque sono piuttosto trafficate, sempre molti sono i natanti che vi sfilano più o meno veloci, più o meno rumorosi, più o meno fastidiosi; non per niente sono in corso diverse azioni per arrivare al contenimento del traffico nautico di questa zona, tra le quali la sensibilizzazione e la limitazione dei noleggiatori di imbarcazioni che risulterebbe di certo soluzione assai vantaggiosa anche per la sicurezza dei subacquei e, in particolare, dei pescatori in apnea.
(Foto E. Cinelli)
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Scendendo sott’acqua si può notare una certa varietà d’ambienti e di profondità che danno ospitalità a diverse specie ittiche (tinche, anguille, cavedani, persici, eccetera) e permettono agli atleti di variare la loro azione: dall’acqua bassa a quella profonda; dal razzolo all’aspetto, mancano, forse, le vere occasioni di agguato e tana; dal fango ai sassi, passando per l’alga, bassa o alta che sia.
Sul Garda è da poco è terminato il divieto di pesca alla tinca e questa zona è appena stata riaperta alla pesca dopo l’annuale periodo di chiusura totale, ora le uniche limitazioni sono le usuali distanze da spiagge, moli e canneti, nonché, specifica di questo tratto di lago, la fascia di rispetto costituita dai primi cento metri dal battente dell’onda. In questo campo sono sempre usciti tanti bei pesci, in particolare tinche e anguille, ma, come già detto, quest’anno la situazione è particolare e le indiscrezioni relative ai giorni di preparazione parlano di pochissimo pesce, anche se bisogna pur sempre tenere conto delle strategie di gara: molti atleti non si sbilanciano o passano voci sbagliate per non dare preziose informazioni agli avversari.
Ore 6.30, il porticciolo della Zattera è già in pieno fermento, gli atleti mettono i loro gommoni in acqua e iniziano a caricare le attrezzature sistemandole in modo che non possano creare disturbo o pericolo. Nel frattempo il personale della ASD Pro Desenzano ‘ Tritone Sub, la società organizzatrice, sta piazzando le boe di delimitazione del campo gara, un lavoro tanto delicato quanto importante, sia per evitare che le imbarcazioni estranee alla gara possano attraversare la zona senza prestare attenzione ai pescatori in acqua, sia per dare agli atleti stessi l’indispensabile riferimento sui limiti della zona di gara, sia, infine, per permettere ai giudici di poter controllare l’azione degli atleti e verificare che questi non escano dal campo.
(Foto E. Cinelli)
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Alle 7,45 circa le varie imbarcazioni iniziano a portarsi al punto di raduno, situato un 300 metri fuori riva lievemente discosto a ovest rispetto al porticciolo di partenza. Le usuali raccomandazioni del Giudice di Gara, Armando Burlando, e del Direttore di Gara, Roberto Palazzo, poi, con buona puntualità, poco dopo le 8 viene dato il via.
Gran parte degli equipaggi si lancia verso Sirmione, quattro o cinque si dirigono in senso opposto, ossia verso Desenzano, alcuni restano fermi in attesa di vedere dove si vanno a piazzare gli atleti più quotati o, maliziosamente, per non far vedere dove loro intendono posizionarsi. Dopo qualche minuto anche questi si avviano chi da un lato chi dall’altro, tutti eccetto uno: l’equipaggio A dell’Apnea Club Verona, costituito da Donatelli, Rizzi e Bottura, quasi manco accende il motore e si butta in acqua nella stessa posizione del raduno; resteranno praticamente fermi in tale punto per quasi tutta la gara, spostandosi all’ultima ora quando buona parte degli altri equipaggi decide di portarsi in quella zona.
La tensione è palpabile e si rivela nell’assoluta assenza di voci sull’andamento della gara: a riva non arrivano indicazioni e le varie chiamate al cellulare restano tutte senza risposta, evidentemente la scarsità di pesce induce a mantenere gelosamente segrete le proprie catture onde evitare che altri possano percepire la bontà d’una zona rispetto alle altre e precipitarsi sulla stessa. Solo sul finire della gara arriva, sul telefonino del sempre presente Nando Pedersoli, l’esultante segnalazione di uno dei figli relativa alla cattura, da parte di Stefano Marenco, di un bellissimo luccio attorno ai sei chili (hanno buon occhio questi atleti, alla bilancia, infatti, peserà qualcosa di più di cinque chili e novecento grammi). Anche l’osservazione degli spostamenti dei gommoni non è molto rivelatrice, si notano si diversi spostamenti, che potrebbero far pensare all’assenza del pesce, ma potrebbe anche essere che lo stesso sia talmente tanto che gli atleti hanno in poco tempo raggiunto il numero massimo di prede catturabili per una certa specie e si spostino alla ricerca di altre specie. Pian piano però, si nota la tendenza generale a portarsi verso riva e, soprattutto, si osserva l’addensamento dei gommoni proprio davanti al porto della Zattera, si percepisce, così, che il pesce dev’essersi accentrato proprio nella zona da cui è stato dato il via e sulla quale, come già detto, la squadra A dell’Apnea Club Verona ha, con scelta poi risultata vincente, pescato per le prime quattro ore di gara.
(Foto E. Cinelli)
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Ore 12.45, un primo equipaggio rientra in porto seguito dopo poco da alcuni altri; alle 13 tutti diligentemente smettono di pescare e vengono a consegnare ai responsabili dell’organizzazione il frutto della loro gara. Con la raccolta del pescato si ha la gradita sorpresa che di pesce alla fine ne è uscito e anche in buon numero, sebbene non come nelle stagioni più tipiche: ci sono diverse tinche, un certo numero di anguille (sebbene solo Migliorati, noto nell’ambiente per il suo particolare fiuto per queste, abbia fatto quasi il pieno, gli altri hanno solo isolati esemplari), qualche luccio, un certo numero di persici reali, pochi cavedani e poi ‘ poi una marea di carassi e scardole!
Alla pesatura il luccio di Marenco risulta la cattura più grossa in assoluto, altri bei pesci sono un persico reale preso da Ucosich che quasi raggiunge il chilogrammo di peso e un’enorme anguilla (un chilo e novecento grammi) presa dalla squadra A del Marinetta (Petrollini, Grossi, Gennari).
Prevalgono su tutti, aggiudicandosi il titolo di Squadra Campione d’Italia 2010, gli atleti della compagine A dell’Apnea Club Verona (Donatelli, Rizzi e Botturi) che portano al peso ben trenta pesci per un peso totale superiore ai ventisei chilogrammi. A ruota la sorpresa della squadra B dell’ASD Europa Sporting Club, costituita da atleti nuovi alla pesca in apnea e per questo ancora più meritevoli per la loro eccelsa prestazione; Brognoli, Ranghetti e Ziglioli portano infatti al peso sedici pesci per un totale di quasi venticinque chilogrammi. Penalizzati dal peso totale, Migliorati, Gallina e Ferrari, atleti dell’ASD Pro Desenzano, si piazzano al terzo posto con venti pesci per sedici chilogrammi.
Da segnalare gli apprezzabili risultati delle squadre di mare; in particolare si sono messe in risalto le due squadre del Vela e Motore di La Spezia (quarta e quinta), la squadra A del DP Marinetta di Genova (settima) e l’interregionale squadra dell’ASD Apnea Magazine di Grosseto (nona).
(Foto E. Cinelli)
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Per chiudere non si può non seguire le orme del Giudice di Gara, Armando Burlando, e del Responsabile Organizzativo, Mauro Mutti, e fare un elogio a tutti, organizzatori e atleti, per l’ottimo andamento della competizione: non ci sono state particolari discussioni, non si sono rilevati atteggiamenti contrari ai regolamenti di gara, la condotta in acqua è stata sempre corretta, alta la sportività durante la pesatura e le premiazioni, con tanti applausi e complimenti verso i migliori e verso le più belle pescate. L’unico eventuale appunto si può fare in merito alla parsimoniosa collaborazione delle aziende di settore, solo Parisi Sub e Best Hunter hanno sostenuto la competizione offrendo il loro solito ricco e prezioso contributo in attrezzature subacquee da abbinare ai trofei e alle medaglie della premiazione. Alla fine, comunque, si gareggia per la soddisfazione personale che deriva dal confrontarsi con altri atleti più che per il premio in se stesso e tutti se ne sono andati a casa comunque gratificati e soddisfatti.
La classifica
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Album fotografico
Primi arrivi al porto (Foto E. Cinelli)
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Ci si prepara all’imbarco (Foto E. Cinelli)
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Alaggio gommoni (Foto E. Cinelli)
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Attrezzature sul molo e organizzatori al lavoro (Foto E. Cinelli)
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Il molo si popola (Foto E. Cinelli)
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Allestimento gommoni (Foto E. Cinelli)
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Anche i sommozzatori di assistenza si preparano (Foto E. Cinelli)
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Sub Club Brescia B: Pedersoli, Pedersoli, Marenco (Foto E. Cinelli)
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Apnea Club Brescia A: Pedrani, Villani, Govi (Foto E. Cinelli)
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Europa Sporting Club A: Singia, Vergine, De Luca (Foto E. Cinelli)
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Sub Club Brescia A: Facchetti, Manera, Lo Biondo (Foto E. Cinelli)
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Apnea Club Verona A: Bottura, Rizzi, Donatelli (Foto E. Cinelli)
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ASD Europa Sporting Club B: Brognoli, Ziglioli, Ranghetti (Foto E. Cinelli)
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Raduno a centro campo (Foto E. Cinelli)
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Partenza (Foto E. Cinelli)
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Dintorni del porto (Foto E. Cinelli)
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Chi è rimasto a riva si gode il sole (Foto E. Cinelli)
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Equipaggi in azione (Foto E. Cinelli)
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Si pesca vicinissimi alla riva (Foto E. Cinelli)
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Si consulta il libro delle mire (Foto E. Cinelli)
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Ci si prepara alla raccolta del pesce (Foto E. Cinelli)
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Raccolta del pesce (Foto E. Cinelli)
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Raccolta del pesce (Foto E. Cinelli)
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Raccolta del pesce (Foto E. Cinelli)
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Rientrano anche i sommozzatori di assistenza (Foto E. Cinelli)
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Qui si faranno pesatura e premiazioni (Foto E. Cinelli)
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Ci si prepara alla pesatura (Foto E. Cinelli)
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Il luccio di Marenco (Foto E. Cinelli)
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L’anguillone preso dalla squadra A del DP Marinetta (Foto E. Cinelli)
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E questo che pesce è? Tinguilla o Anguinca? (Foto E. Cinelli)
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Backstage della pesatura (Foto E. Cinelli)
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Atleti e pubblico assitono alla pesatura (Foto E. Cinelli)
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Segreteria al lavoro (Foto E. Cinelli)
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Il tavolo delle premiazioni (Foto E. Cinelli)
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Burlando, Colla (Presidente Tritone Sub), Palazzo (Foto E. Cinelli)
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La squadra vincitrice: Apnea Club Verona A (Foto E. Cinelli)
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La seconda arrivata: Europa Sporting Club A (Foto E. Cinelli)
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La terza squadra: ASD Pro Desenzano – Tritone Sub (Foto E. Cinelli)
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L’intero podio (Foto E. Cinelli)
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Lo staff organizzativo: ASD Pro Desenzano – Tritone Sub (Foto E. Cinelli)
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