Black-Bass e Luccio Perca secondo Roberto Palazzo
Roberto Palazzo – Foto B. Pignataro
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Nelle acque dolci esistono due specie di pesci alloctoni di sicuro pregio che saltuariamente entrano nel carniere dei pescatori in apnea lacustri. Si tratta del Black-Bass, comunemente chiamato anche boccalone o persico-trota, e della Sandra, più diffusamente nota come luccio-perca.
Abbiamo posto a Roberto Palazzo, profondo conoscitore delle acque lacustri, una serie di domande utili a capire quanto interessino al pescatore in apnea queste due specie.
Roberto, spesso quando si parla di catture interessanti per un pescatore in apnea nelle acque dolci vengono nominati i persici-trota e i lucci-perca. Sono pesci così frequenti nei laghi?
Sono due specie alloctone, introdotte nelle acque lombarde da non più di un centinaio d’anni(1902/1903 Lago di Monate e Lago di Comabbio), che mai si sono completamente ambientate. La loro diffusione nei bacini lacustri non è capillare e resta limitata nel numero degli esemplari, che possono essere ben presenti in qualche zona particolare, dove trovano condizioni particolarmente favorevoli, per poi risultare totalmente assenti in intere sezioni lacustri.
Da una parte è un peccato, perché sono certamente specie interessantissime dal punto di vista aleutico, ma considerando che sono specie alloctone e quindi potenzialmente pericolose per gli equilibri delle nostre specie autoctone, è meglio così. Presenti ma non invadenti.
Nei nomi delle due specie di pesci c’è sempre il richiamo al persico, ma sono veramente animali simili? Di dove sono originarie e perché sono state introdotte?
Il nome persico non deve ingannare, non sono degli ibridi tra persico-trota-luccio, sono specie a se stanti.
Il persico-trota o black-bass, dalle nostre parti chiamato anche boccalone, è originario del Nord-America. E’ stato introdotto nelle nostre acque probabilmente per l’alto valore aleutico della pesca sportiva alla specie. E’ considerato da chi pesca a lenza una specie divertentissima, estremamente soddisfacente per taglia, tecnica di cattura e difesa. Arriva anche a 70 centimetri di lunghezza e oltre i 5 chilogrammi di peso.
Fondale lacustre – Foto E. Cinelli
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Invece il luccio-perca è specie proveniente dal Nord-Europa, introdotto per motivi di pesca professionale, non è un pesce dal comportamento particolarmente interessante ma raggiunge dimensioni anche ragguardevoli, oltre 1 metro di lunghezza e 12 kilogrammi di peso. Ha le carni particolarmente buone e consistente valore commerciale.
Mentre il persico-trota è diffuso in tutti i bacini lacustri nonché nei fiumi,il luccio-perca invece per ora pare ben acclimatato solo nel lago Maggiore, nel Lago di Lugano, nel Lago di Como, nonché in alcuni bacini del centro Italia (Corbara). Non ci sono notizie della presenza della specie nel lago d’Iseo e nel Garda. Quindi per noi significa poterlo pescare solo nel Lago di Como, in particolare nel ramo di Como.
Un cenno particolare ai laghi di Mantova e al basso Po ove viene ultimamente tentata l’introduzione del luccio-perca nel disperato tentativo di contrastare il siluro, visto che i piccoli siluri sono predati dai lucci-perca adulti.
Parlando del persico-trota, si dice che ha un comportamento particolarmente territoriale, di sicuro interesse.
E’ un pesce anche di buona taglia, predatore di altre specie, con spiccate abitudini territoriali.
E’ facile avvistarlo anche dalla superficie nei porticcioli, dove pare essersi acclimatato particolarmente bene. Infatti è un pesce che ama le acque abbastanza basse e calde, ricche di alghe sotto cui gli piace sostare. Quindi il suo habitat sono i porticcioli, i letti di alga alta, le zone prospicienti i canneti. Preda altri pesci, ma anche rane ed insetti. Ha una bocca estensibile di dimensioni enormi, capace di contenere di tutto. Ed è propenso a spostare qualsiasi oggetto invada il proprio territorio con la bocca, per quello è così amato da coloro che pescano a spinning (tecnica di pesca a lenza tramite lancio di esche artificiali).
Ha un comportamento estremamente affettuoso nei confronti della prole, che viene ospitata e difesa nella capiente bocca dei genitori fino a 2 mesi di vita.
Si porta i figli in bocca? In pratica si dà alle cure parentali, strano per un pesce.
Si, difende il nido da qualsiasi intruso, e poi ospita i piccoli per qualche mese, finchè non diventano autosufficienti. In questa fase è proprio un pesce vulnerabile, da non pescare assolutamente, indipendentemente dalla legislazione e dai divieti. Perlomeno va considerato che in caso di cattura, i piccoli vengono dispersi, e sicuramente se ne diminuisce drasticamente le probabilità di sopravvivenza. Non è un pesce che produce migliaia di uova.
Ripeto, ha una fase riproduttiva particolarmente lunga in cui è molto vulnerabile.
Ma allora il pescatore in apnea cosa deve fare per un giusto prelievo?
Il pescatore in apnea di solito non pesca persici-trota, se non saltuariamente, tant’è che il numero delle mie catture non va oltre i 4 o 5 esemplari all’anno.
Questo perchè nei porticcioli è divieto, davanti ai canneti è divieto fino a 150 metri di distanza, i letti di alga sono davanti alle zone balneari, quindi in apnea non ci andiamo. Non è specie su cui viene impostata un’uscita di pesca in apnea, visto che non ci piace e non possiamo buttarci in acque così basse e oltretutto limacciose al minimo movimento ondoso.
E poi il pescatore in apnea, sapendo sempre anticipatamente quale pesce colpire, può decidere se desistere dalla cattura su eventuali esemplari con prole. Lo si può capire dai movimenti della mandibola.
Di fatto il pescatore in apnea cattura qualche persico-trota nel solo mese di ottobre, quando migrano in acque fonde, prima dell’inattività invernale.
Habitat lacustre del persico trota – Foto E. Cinelli
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Quali sono i pericoli maggiori per la continuità della specie?
Le acque basse, il Garda e gli altri bacini ciclicamente soffrono di livelli troppo bassi. Qualche anno di precipitazioni atmosferiche discontinue, il prelievo eccessivo per l’agricoltura, e i laghi immancabilmente iniziano a soffrirne. L’habitat principale del boccalone è il canneto, e i canneti sono in sofferenza, ridotti a distese fangose con l’acqua subito limacciosa alla prima onda.
Poi i letti di alga alta sembrano in crisi, dove un anno c’era l’alga di colpo si riduce o perfino scompare per lasciare il posto al fango. Questo problema sembrerebbe legato ai depuratori, da una parte l’acqua è più pulita quindi meno soggetta a processi di eutrofizzazione tanto favorevole alle alghe, dall’altra pare che i residui di cloro non smaltiti causati dai perborati dei detersivi siano distruttivi sulle alghe, accumulandosi nel fango dove le alghe si fissano. E poi i tanti uccelli erbivori, cigni e anatre, mangiano anche loro le alghe in quantità. Non a caso i boccaloni più belli sono nei porti, qui l’habitat resta favorevole.
Nel basso Lago di Garda la specie sta correndo a mio avviso un grossissimo rischio, dalla mia osservazione diretta di questi giorni ho notato che sono totalmente scomparsi ogni genere di alga in quel lungo tratto di sponda che parte da Sirmione località Lugana sulla sponda Bresciana fino a Bardolino in provincia di Verona includendo tutto il territorio di Peschiera.
Come ritieni sia possibile?
Con certezza non posso saperlo, ma ci sono state delle immissioni di un potente diserbante nel lago, sono stati colpiti dei canneti, ma pare anche che lo scorso anno sia stata condotta una campagna contro le alghe che si accumulavano sulle spiagge con il moto ondoso provocando un’invasione di chironomi e di pappataci. Questi insetti infastidivano i turisti, e sono stati testati degli interventi di eliminazione delle alghe, pare anche immettendo nelle acque dei quantitativi di bromuline.
Temo che questo intervento possa aver provocato danni ambientali gravi, senza alghe alcune specie non si riproducono, in particolare sono a rischio i lucci.
Cosa intendi fare?
Sto monitorando i letti di alghe con ispezioni visive dirette, ma non trovo nulla in quell’ampio tratto di lago. E’ presto per trarre conclusioni visto che siamo in pieno inverno, ma se necessario non esiterò a segnalare la problematica in sede di consulta provinciale.
Di certo non sottovaluto il problema, e continuo il monitoraggio.
Colgo l’occasione per invitare tutti i pescatori in apnea ad una attenta valutazione delle zone ad alga, ed a segnalare nelle sezioni provinciali Fipsas eventuali anomalie.
Persico trota – Foto E. Cinelli
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E le lamentele di certi appassionati di pesca a spinning che si dolgono della scarsa diffusione della specie?
Ogni pescatore vorrebbe acque più ricche, e il black-bass è colpito anche dalla pesca Cacth&Relaise effettuata a spinnig. La specie non va pescata e neppure disturbata dai primi di aprile fino a tutto luglio. Anche nel caso di rilascio corretto (C&R con esche artificiali), nei pochi minuti in cui il pesce è obbligato ad abbandonare la difesa del nido causa la cattura, le uova divengono con facilità il gustoso banchetto di qualche famelico persico sole.
Invece nel caso di cattura quando la prole è già nata, gli avannotti restano dispersi e non protetti divenendo facile preda dei sempre voracissimi persici sole. Persico sole e boccalone interagiscono, il boccalone mangia i persici sole, ma ne viene predato nella prole.
Quindi il pescatore a spinning se avesse veramente a cuore la specie dovrebbe non pescarla dalla primavera fino a tutto luglio. Il C&R in questi periodi è pratica dannosa per la riproduzione della specie, perfino più dannoso di un limitato prelievo di esemplari della specie.
Il disturbo arrecato in questo caso si può tradurre in annientamento dello sforzo riproduttivo.
E per noi pescatori in apnea, come dobbiamo pescarli?
Anche se non li ricerchiamo specificatamente visto le zone a maggior presenza della specie, quando capita può essere preda di rilievo, tiro abbastanza facile da fare con la taihtjana. Da cercare in presenza di alga alta, all’aspetto o anche con un agguato lento.
Il pesce è curioso, ma rapido nelle reazioni, gli esemplari di taglia sono rari e molto smaliziati.
La taglia minima di legge è sicuramente inadeguata dal nostro punto di vista, bisogna rivolgere le eventuali attenzioni solo a quei pesci di cui ne valga veramente la pena.
Una volta preso?
Da ammirare e riporre nel cavetto, senza lasciarlo soffrire, un colpo di stiletto dalle branchie è la cosa migliore.
Scorcio lacustre – Foto E. Cinelli
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Passiamo al luccio perca, dove lo troviamo?
Il luccio perca o sandra lo possiamo incontrare nel lago di Como, in particolare in profondità.
Ama frequentare i davanzali sulle pareti rocciose, a profondità sempre importanti, ha un comportamento simile al luccio ma molto più statico.
Spesso dove c’è il luccio perca non c’è il luccio, le due specie sembrano non sovrapporsi ma dividersi gli habitat. E negli ambienti favorevoli al luccio, il luccio perca ne diviene preda.
Ci sono due posizioni specifiche dove trovare il luccio perca in prossimità delle pareti. Sono quei davanzali rocciosi su cui il limo tende a depositarsi e le crepe orizzontali nelle cui prossimità sono presenti i branchi di persici reali. La pesca sulle pareti talvolta è strana, ci sono tratti avari di pesce intervallati a fasce invece ricchissime di vita, tra cui innumerevoli persici, e quindi potenzialmente frequentate da lucci, sandre ed anguille.
I punti buoni sono perfino marcati dalla superficie con dei segnali.
Marcati?
Ci sono degli anelli, con degli spezzoni di cima. Sono i punti in cui i professionisti fissano le persichere, reti per la pesca professionale del pesce persico. Sono anelli posizionati anche da molti decenni, e sotto immancabilmente ci sono i pesci, questo significa che i tratti di parete pescosi lo sono fin da tempi storici. Questo è un fatto curioso, ma forse spiegabile nella geologia delle rocce erose delle pareti del lago. E anche la particolare esposizione alle correnti influisce certamente sulla pescosità di questi tratti.
Che pesce è questa sandra, come si comporta?
Alla vista pare quasi un luccio con la colorazione mimetica del persico, ma ha meno denti del luccio, la coda poco sviluppata, è ed un pessimo nuotatore. La sua strategia di caccia è basata sul mimetismo e uno scatto brevissimo; ha abitudini anche notturne, lo si capisce dall’occhio scuro e leggermente fosforescente, tipico dei pesci di profondità o legati al buio.
Si riproduce con filari di uova abbandonati su roccia o legnaie, le uova sono numerosissime.
Pessimo nuotatore per noi significa poco interessante?
Come già detto è un pesce anche di grande taglia, può oltrepassare il metro di lunghezza e la decina di chilogrammi. Ha carni squisite, come quelle del persico, ma è molto più grande. E’ preda certamente di grande interesse per il pescatore in apnea, ben più interessante del black-bass.
Sandre del Lago di Como – Foto M. Sanvito
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Come pescheremo queste sandre?
Rigorosamente in caduta sulle pareti o al limite con un agguato, all’aspetto non viene.
E’ pesce impegnativo per la profondità, per avvistarlo occorrono acque abbastanza limpide, non scappa in modo repentino, ma tende a sprofondare in caso di avvicinamento in caduta troppo rapido. Può essere insidiato perfino con la fiocina e pneumatico corto da anguilla, ma a patto di avvicinarlo con cautela. L’attrezzatura principale resta quindi un buon arbalete con mulinello come per la pesca del luccio. Con questo pesce bisogna fare attenzione a non eccedere con la profondità, si possono innescare situazione pericolose. Considerate che la fascia di pesca più propizia inizia dal gradino con il limo sulle pareti in giù, quindi oltre i 15 metri, e poi il pesce si allontana sempre sprofondando lentamente verso l’abisso.
Se riuscissimo a catturarlo?
Sarà un mix di soddisfazione e delusione. Da una parte una bella cattura di grosse dimensioni, dall’altra una reazione ridottissima del pesce. Non resta che aprire il mulinello e risalire dalla profondità per poi salpare con calma dalla superficie il grosso pesce.
Vale la pena ricercarlo?
Sì, non a caso è preda molto ambita anche dai professionisti.
Veniamo alla cucina, come consumeremo le due specie?
Sicuramente entrambi i pesci sono ottimi a tavola. Da consumarsi al sale, o sfilettati. In particolare la sandra è ottima, moltissime sono le preparazioni possibili. Pesce dal sapore delicato, senza spine e facilissimo da filettare, con poco scarto, è considerato l’ideale per qualsiasi ricetta. Nella cucina nordica sono tre i pesci più quotati, merluzzo, salmerino e sandra.
Si sposa con le verdure, anche a vapore.
Il boccalone invece è un poco più saporito ma con un gusto particolare che non si adatta a tutte le ricette, per questo motivo non è molto ricercato nella ristorazione e quindi poco pescato dai professionisti.
Quindi tra i due pesci quale sceglieremo noi?
Non c’è confronto, la sandra. E poi dobbiamo ricordarci sempre che il black-bass è specie con molti estimatori nella pesca a spinning. Gli stock sono ridotti ed è già sufficiente la pressione di pesca di questi appassionati; inoltre, noi apneisti non frequentiamo gli habitat migliori di questo pesce.
Un’ultima domanda, cosa ne pensano gli ittiologi?
Le indicazioni degli ittiologi sono il nostro riferimento quando si parla di pesca lacustre. Decidono i periodi di chiusura, le taglie minime, il numero massimo di esemplari catturabili, i ripopolamenti.
Il persico-trota è considerato specie alloctona non invasiva con alto valore aleutico, quindi è tutelata attivamente; il luccio-perca è pesce di elevato valore commerciale ma, almeno per ora, non risulta protetto.
Parete lacustre – Foto E. Cinelli
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Per coloro che pescano con la lenza sui laghi
Per la pesca del black-bass sono reperibili moltissime indicazioni sulle riviste del settore. In particolare, le esche artificiali destinate alla pesca della specie con la tecnica dello spinning sono davvero numerose e singolari. Minnows, popper, jig, plughi di vario genere, dimensioni e taglia, nonché colori. Il bass è disposto a prendere in bocca qualsiasi esca proposta, purchè ne risvegli l’interesse. Il più delle volte abboccherà per curiosità o necessità di difendere le uova e la prole, raramente per predazione, essendo perennemente a riposo per fase digestiva vista l’efficienza del predatore. Quindi sarà più produttiva un’improbabile esca in vinile che un appetitoso boccone naturale o pesce foraggio vivo.
Sul lago va cercato nei primi metri d’acqua, dove le alghe fanno barriera con zone libere di qualche metro quadrato. In quelle zone avvistabili anche dalla superficie andrà posata l’esca, delicatamente, e lasciata affondare per caduta. Il boccalone non esiterà a lanciarsi sul voluminoso intruso per rimuoverlo o assaggiarlo.
Ma è pesce da rispettare, per chi pesca a lenza occorre ricordarsi che nelle fasi di riproduzione il pesce è particolarmente esposto e non andrebbe toccato, pena il fallimento del ciclo riproduttivo.
Il luccio-perca è pesce con abitudini predatorie notturne e frequenta le pareti, quindi non sempre è preda facile da raggiungere (sarà pescabile con più facilità nelle prime ore dell’alba o poco prima del tramonto).
L’esca migliore è di gran lunga il pesciolino morto, possibilmente utilizzato dalla barca in prossimità delle pareti. La stagione propizia è certamente l’inizio dell’estate. Come lenza è indicato un morbido finale, in dacron per resistere ai denti affilati, ma sufficientemente morbido per lasciare mobilità alle esche. Il pesce è di mole ma non combattivo, quindi l’attrezzatura utilizzata potrà anche essere simile a quella per la pesca del pesce persico o della bottatrice.
Le zone migliori sono il lago di Lugano, il lago Maggiore da Laveno al confine Svizzero, il lago di Como, in particolare il ramo di Como.
Sono segnalate catture in quantità anche nei bacini Mantovani e comunque da segnalare -anche se si tratta di ambienti più fluviali- il basso Po ed il Po di Levante (Canal Bianco).
Per i laghi, la profondità migliore è la batimetrica tra i 20 e i 40 metri, ed ovunque ci siano dei gradoni sulla roccia. Ricordarsi degli anelli sulle pareti da utilizzare come possibile ormeggio dell’imbarcazione.
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