Barracuda: Cronaca di una giornata magica
21/08/02: Sono circa 12gg. che non assaporo l’acqua del mare e, considerato che mi immergo tutto l’anno minimo 2 volte a settimana, vi lascio immaginare l’euforia per essere riuscito a pianificare un’uscita per oggi pomeriggio, ritagliata tra i vari impegni di lavoro che in questo periodo dell’anno sono tanti.
In compagnia di un amico di vecchia data con il quale non uscivo da tempo, alle 14,30 siamo in gommone e puntiamo la prua verso una zona promettente, scoperta durante l’ultima uscita, con l’intento di esplorarla per bene.
Allineate le mire lo scandaglio mi segnala 7-15m, dandomi la conferma che siamo sulla zona; filata la boa segnasub, rapida vestizione con muta da 3mm. con soli 3kg in cintura e via in acqua.
La visibilità,10-12m, è accettabile e comincio a perlustrare il fondale che è caratterizzato da agglomerati sparsi di grotto su una base di roccia piatta. Il grotto è interessante, in quanto molto fessurato e nella parte bassa spesso si apre con delle lastre piatte tipico habitat di pesce bianco. Dopo più di 2 ore e 1/2 sono riuscito a scovare solo una colonia di corvine dove la più grossa non supera i 700g e qualche saraghetto a libero sui 300-400g, mi sono limitato a guardarli, sperando nell’incontro con qualche pinnuto che possa suscitare il mio interesse venatorio.
Un pò deluso rientro sul gommone, dove vengo informato da Fabio dell’avvistamento di un bel branco di dentici anche se non di grosse dimensioni. Decido quindi di sportarmi su di una zona non distante che negli ultimi tempi mi ha regalato di frequente l’incontro con l’ultima mia passione, i dentici.
Sono circa le 18,00 quando entriamo nuovamente in acqua. Il fondale qui è costituito da una piccola secca che sale dai 15 ai 10m.; il lato che guarda verso il mare aperto presenta una caduta abbastanza fessurata che termina su di un pianoro di roccia piatta, caratterizzato da alcune aperture circolari con fondo sabbioso che creano un dislivello di circa 1/2m – ideale per praticare l’aspetto – dove di solito pascolano i dentici.
Quando già conosco la zona, nel pianificare l’azione di caccia sono solito effettuare i primi aspetti ai margini del punto principale a favore di corrente, questo oltre che per constatare la presenza dei pinnuti anche perchè qualche componente del branco, spinto da una maggiore curiosità, potrebbe portarsi a tiro lontano dalla visuale del resto del gruppo, dandomi l’opportunità di effettuare più catture.
Ciò, chiaramente, se si riesce a fare il tutto a regola d’arte e questo vuol dire trovare la massima concentrazione per non lasciare niente al caso: ogni minimo movimento deve essere controllato dal momento in cui abbandoniamo la superfice al momento in cui la riguadagnamo, sappiamo tutti infatti della diffidenza innata di questi magnifici predoni.
Dopo questa piccola parentesi, torniamo alla cronaca della giornata.
Dai primi tuffi ho notato la presenza di alcuni denticiotti max 800g, che con la loro inesperienza mi sono passati ad una spanna dalla punta dell’asta e già questo mi fa ben sperare. Sono sul margine estremo della zona che cade nella sabbia bianchissima, pedagno il pallone e mi dirigo verso uno dei primi appostamenti; noto con piacere un addensamento di castagnole nelle vicinanze, elemento essenziale per capire in anticipo da che direzione arriveranno le eventuali prede.
Cerco di rilassarmi, prendo con calma fiato, effettuo la capovoltà in estremo silenzio e una volta divenuto negativo smetto di pinneggiare e mi dirigo verso il punto prescelto per il nascondiglio.
D’improvviso, quando sono ancora sollevato dal fondo, le castagnole che sto sorvolando hanno un scarto repentino verso sinistra, volgo immediatamente lo sguardo dalla parte opposta e con meraviglia noto un bel dentice a contatto con il fondo che attratto dalla mia sagoma viene a curiosare, resto indifferente e immobile proseguo la mia discesa lenta in diagonale con il fucile occultato lungo il corpo ma nello stesso tempo, senza muovere la testa, tengo d’occhio il predone che si è allontanato nella direzione da cui era arrivato ma che comunque resta in vista.
Sembra solitario. Nell’appostarmi lentamente sul fondo, effettuo una torsione verso destra senza scompormi troppo in modo che il fucile nel distenderlo in avanti a stretto contatto con il fondo, risulti puntato verso il pesce. La copertura non è delle migliori, il dentice mi punta ma non riesco ad occultarmi durante la sua avanzata, infatti, arrivato a distanza di sicurezza ritorna sui suoi passi girandomi verso destra.
Lo seguo con la punta del fucile per anticiparne il puntamento, decide nuovamente di venire a dare un’altra guardata, ma anche questa volta la mia sagoma risulta scoperta e ci ripensa continuando a girarmi verso destra. Lo seguo ancora, cercando di tenerlo sempre sotto mira, per fortuna ora posso sfruttare alcune pietre a 1m di distanza per nascondermi meglio, così strisciando, aiutandomi con la mano libera mi appiattisco sempre più mentre il dentice mi punta nuovamente. Questa volta supera la distanza di sicurezza, gli vedo bene i particolari del muso è a tiro, parte l’asta e il pesce un attimo dopo è appoggiato sul fondo.
Il tiro è risultato perfetto, la taitiana gli ha spezzato la spina laterale. Con molta calma lascio il nascondiglio e, sempre strisciando sul fondo, afferro per le branchie il bel dentice e risalgo in diagonale, allontanandomi quanto più possibile dal punto in cui è avvenuta la cattura: accorgimento indispensabile per non spaventare eventuali altre prede.
In superficie metto definitivamente fine alle sofferenze del pesce e lo assicuro al porta pesci sotto la boa, poi con calma avanzo di una decina di metri dal punto precedente e, arrivato in corrispondenza della posta successiva, mi immergo.
Questa volta di pesci in giro non ne vedo, così come nella discesa successiva, effettuata qualche metro più avanti nessun avvistamento; il tutto, chiaramente, si svolge con la massima cura e nel massimo silenzio possibile.
Ormai il sole lambisce l’orizzonte: questo è il momento migliore, secondo la mia esperienza, per gli incontri con i dentici. Effettuo un’altro tuffo, sono al centro della zona più interessante, mi apposto con lentezza sul fondo occultandomi in una buca, passano una manciata di secondi ed ecco arrivare i soliti denticiotti che mi girano davanti vicinissimi, ma di grossi nemmeno l’ombra.
Sto per abbandonare il nascondiglio quando al limite della visibilità scorgo delle sagome, aguzzo la vista e intuisco che si tratta di tre grossi dentici che sembra non abbiano la voglia di venirmi più vicini; risalgo, sempre con molta calma, in diagonale e sempre nella direzione opposta a quella dell’avvistamento.
Sono un pò agitato: la vista dei pescioni mi ha alzato il tasso di adrenalina, so di avere i minuti contati per tentare di portarli a tiro, quindi cerco di riguadagnare la tranquillità e la concetrazione. Devo effettuare la discesa successiva curando ogni minimo dettaglio, ripasso mentalmente tutta l’azione mentre prendo con calma fiato, sono pronto, capriola in raccolta e via giù, blocco le pinne, il fucile è disteso lungo il corpo, mi adagio dolcemente dietro delle lastre che nascondono la mia intera sagoma. Il fucile, nascosto in un canaletto formato da due lastre affiancate, è disteso in avanti verso la direzione da cui ho visto arrivare i pesci nella discesa precedente. Passano una ventina di secondi ma non si muove niente, anche le castagnole che ho davanti sembrano tranquille, ancora qualche secondo di immobilità, d’improvviso la mangianza ondeggia verso destra, volgo lentamente lo sguardo a sinistra, e ho un sussulto al cuore, a meno di tre metri da me ho un branco di dentici dove il più piccolo è sul 1,5kg e i più grossi sono oltre i 3.
Ma i pesci si mantengono a sinistra ed io devo riposizionarmi, operazione molto delicata sotto lo sguardo vigile dei dentici: smetto subito di guardarli, abbasso la testa, mi appiattisco quanto più possibile tiro indietro il fucile, aiutandomi con la mano libera, striscio di lato alle lastre e mi posiziono in modo da allungare il fucile nella direzione dei pescioni e lentamente sollevo lo sguardo; di fronte a me ho il branco che non sembra spaventato dalla mia azione, si sono soltanto allontanati di una decina di metri, nel momento in cui tiro fuori la testa dal nascondiglio mi rivolgono nuovamente attenzione e mi puntano avanzando lentamente.
Devo concentrarmi solo su di uno, decido e punto la taitiana sul muso più grosso in avvicinamento, ma nello stesso istante vengo distratto da un ombra più a sinistra, eccolo il più grosso, è ancora fuori portata, di lato, si gira di muso, sposto la linea di mira, è allineato, avanza lentamente è quasi a tiro, il dito è contratto sul grilletto quando d’un tratto accade l’imponderabile…, un altro dentice di dimensioni più piccole che lo precede a sinitra, scarta a destra passando sulla mia linea di mira, coprendo letteralmente il mio bersaglio, è un attimo il dito è collegato direttamente con il pensiero, parte l’asta, ho un attimo di panico conoscendo la fulminea reazione che caratterizza questi pesci, che finisce un attimo dopo, come avevo sperato, quando vedo la taitiana fuoriuscire dal secondo pescione oggetto del mio interesse che scoda ma con poca veemenza e si appoggia sul fondo, mi avvicino, afferro la freccia con in mezzo i due pesci e risalgo, mentre una scarica di adrenalina mi riempie di emozione, consapevole di essere riuscito a sfruttare nel miglior modo possibile l’occasione avuta.
Con la taitiana tra le mani e i due pesci in mezzo esco dall’acqua sino alla vita e un urlo ripetuto di gioia si libera dalla gola nell’aria, ” DUE CON UN COLPO “, Fabio è già sul gommone ad una cinquatina di metri e lo vedo sorridere alzando anche lui le mani al cielo.
Ora posso osservare con calma i due dentici e verificare la bontà del tiro, il primo che risulterà del peso di 1,6kg è stato centrato nell’occhio destro in entrata e la freccia gli ha trapassato il cranio in diagonale fulminandolo all’istante; il secondo pesa 3,6kg e l’asta gli è entrata frontalmente sotto l’occhio destro ed è fuoriuscita subito dietro la pinna laterale sinistra lasciandogli qualche attimo di vita in più e consentendogli quel paio di scodate prima di adagiarsi sul fondo.
Che dire, il tiro è risultato perfetto.
Questa giornata sicuramente rimarrà per sempre impressa nella mia memoria e l’ho definita magica perchè è una di quelle poche volte che ti riesce tutto alla perfezione ottenendo il massimo da quella unica occasione che noi amanti di questa disciplina sognamo e ricerchiamo con tante e tante ore passate a mollo.
La lettura di questa cronaca sicuramente risulterà lunga ma è stata una cosa voluta in quanto, spero che oltre a farvi rivivere nei minimi particolari gli avvenimenti e le mie stesse emozioni, possa anche mettere a disposizione di tutti voi l’esperienza da me maturata sino ad oggi su quello che reputo una delle tecniche più avvincenti ed emozionanti della pescasub, l’aspetto ai dentici.
Dimenticavo il dentice solitario preso per primo è risultato di 2,1kg, sicuramente questo susciterà per i più critici un pò di disappunto, visto il limite dei 5kg, per i più critici, scusate, ma non ho fatto in tempo a pensare a questo, visto come sono andate le cose.
Sperando di aver trasmesso almeno in parte le emozioni indimenticabili vissute in prima persona, un caloroso saluto a tutti Voi amici frequentatori di questo magnifico sito… a presto
Vs Gionni.