Curiosità: Bajau, un Popolo di Pescasub Trasformato dall’Apnea Profonda
Pochi di voi avranno sentito nominare i Bajau e qualcuno di più conoscerà forse la storia del popolo dei nomadi del mare. Ma in epoca social, in tantissimi sarete rimasti affascinati dalle gesta di Sulbin, il pescatore subacqueo Bajau protagonista di un documentario della BBC.
Il suo “particolare” popolo, descritto già nel 1521 dall’esploratore veneziano Antonio Pigafetta, si stima che oggi conti 1 milione di individui. Sono nomadi, vivono in case-barche galleggianti o in palafitte, spostandosi tra le Filippine del sud, la Malesia e l’Indonesia. Si nutrono quasi esclusivamente di pesce, molluschi e crostacei che pescano rigorosamente in apnea, anche a grandi profondità e con attrezzature a dir poco rudimentali.
Una Vita in Apnea
Pescando quotidianamente per 6/8 ore, a quote solitamente comprese tra 20 e 40 metri, hanno da tempo attratto l’attenzione della scienza riguardo le possibili modificazioni fisiologiche che una pratica così assidua poteva aver indotto nel loro organismo. I risultati della ricerca effettuata dall’Univertità di Copenaghen, pubblicati sulla prestigiosa rivista scinentifica “Cell” e di cui la dott.ssa Melissa Ilardo è prima autrice, hanno trovato delle conferme ma hanno anche sorpreso non poco gli studiosi.
La medicina ormai ben conosce gli effetti fisiologici del Diving Reflex o Riflesso di Conservazione dell’Ossigeno, ossia gli adattamenti a cui l’organismo umano va incontro non appena alcuni recettori chimici del viso entrano in contatto con l’acqua.
Il più importante è La spleno-contrazione (spremitura della milza), un meccanismo che porta al rilascio nel torrente ematico di una quota aggiuntiva di globuli rossi che, legandosi all’ossigeno, constituiscono una riserva per consentire all’organismo una maggior autonomia in situazioni di carenza (ipossia).
I ricercatori quindi si aspettavano di trovare nei pescatori Bajau qualcosa di diverso, che magari aiutasse a spiegare le loro eccezionali qualità apneistiche. Un lungo e approfondito screening ecografico ha dimostrato che i “nomadi del mare” hanno una milza molto più grande del normale, circa il 50%. Il segreto dei Bajau sembra quindi quello di avere a disposizione più ossigeno di qualsiasi altro apneista.
La Scoperta che ha Stupito gli Scienziati
Lo stesso tipo di esame diagnostico sulle popolazioni limitrofe, ma tipicamente terrestri e dedite all’agricoltura, ha poi confermato che si tratta di una caratteristica peculiare presente solo nella popolazione Bajau. La scoperta è importante, ma ha solo finito per confermare le aspettive del team della dott.ssa Ilardo. Quello che però gli scienziati non si aspettavano, era di trovare un aumento del volume della milza, non solo nei soggetti pescatori, ma anche in tutti gli altri componenti della popolazione, bambini e anziani compresi. A questo punto l’ipotesi delle modificazioni permanenti indotte dall’apnea avrebbe anche potuto vacillare.
A seguito dell’analisi del genoma di questa popolazione, gli studiosi hanno identificato il gene responsabile dell’ipertrofia della milza e sembrano orientati a credere che lo stile di vita di questa popolazione sia talmente antico (il corredo genetico dei Bajau sembra aver iniziato a differenziarsi da quello delle altre popolazione dell’area circa 15.000 anni fa) da essere riuscito ad esprimere una variazione genetica in grado di avvantaggiarli nella loro vita subacquea. Si tratterebbe quindi di un raro esempio di selezione naturale nell’uomo moderno, che si spera possa essere d’aiuto in campo medico per gestire i casi di prolungata ipossia.
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