Avviato iter istitutivo di due nuove AMP in Puglia e Sicilia
Tra i 749 articoli che la compongono, la legge di stabilità approvata il 27 dicembre ed entrata in vigore il 1 gennaio 2014 contiene sorprese amare per i pescatori in apnea. L’articolo 116, infatti, ha inserito tra le aree di reperimento due nuovi tratti di costa: Capo Milazzo in Sicilia e Grotte di Ripalta -Torre Calderina ( tra Molfetta e Bisceglie) in Puglia. La norma è passata con quello che è stato definito un “blitz” del Movimento Cinque Stelle, che grazie ad un accordo tra il deputato Tommaso Currò e la ex ministra dell’Ambiente Prestigiacomo ha reso possibile l’inserimento dell’emendamento. Al fine di “garantire la più rapida istituzione delle aree marine protette” in oggetto, l’articolo 117 autorizza la spesa di 500.000 euro nel 2014 e di un milione di euro l’anno seguente, fatto che, unitamente alla solerzia con cui si è proceduto all’istituzione del tavolo tecnico per l’AMP di Capo Milazzo, denota la volontà di giungere in tempi relativamente brevi alla loro finalizzazione.
Ma c’è dell’altro. Lo stesso articolo 117 si perita di aumentare di 300.000 euro all’anno per il biennio 2014- 2015 e addirittura di 1 milione e 300 mila euro per il 2016 l’autorizzazione di spesa per accelerare l’istituzione delle AMP Costa del Monte Conero nelle Marche e di Capo Testa – Punta Falcone in Sardegna nonché potenziare gestione e funzionamento delle AMP già istituite.
Per completezza, si ricorda che un tratto di mare può essere trasformato in AMP solo se preventivamente qualificato come Area di reperimento da una legge dello Stato. L’iter istitutivo prevede poi la raccolta e l’eventuale integrazione della letteratura scientifica relativa al sito oggetto di tutela, in seguito alla quale gli Esperti della Segreteria tecnica per le Aree Marine Protette possono avviare l’istruttoria istitutiva. In questa fase le evidenze dell’indagine conoscitiva vengono integrate con sopralluoghi mirati e confronti con Enti e comunità locali e successivamente viene predisposto lo schema del decreto istitutivo, che conclude l’istruttoria. Sullo schema vengono sentiti Regione e enti locali interessati, in modo da ottenere il necessario consenso locale, ed infine si giunge all’emanazione del decreto istitutivo da parte del Ministero dell’Ambiente. Una volta istituita, l’AMP viene affidata all’Ente Gestore, cui spetta la definizione del Regolamento dell’area protetta, ossia il parco di limiti e divieti e la definizione delle zone (A, B, C e talvolta D) approvato con decreto del Ministero dell’Ambiente. Solitamente l’iter istitutivo può richiedere molti anni, ma i tempi possono variare molto in funzione della volontà politica e dell’atteggiamento delle comunità locali.
I pescatori in apnea sono assolutamente favorevoli all’adozione di efficaci misure di protezione dell’ambiente marino, ma di fronte alla politica miope ed ipocrita del Ministero dell’Ambiente, che ormai da molti anni fa coincidere la tutela del mare con la semplice proibizione della nostra disciplina, non hanno altra possibilità che opporsi strenuamente all’istituzione di nuove AMP. Mentre tutte le attività impattanti vengono regolamentate, dall’escursionismo subacqueo fino alla pesca sportiva e persino quella professionale, la pesca in apnea è costantemente esclusa da ogni centimetro quadrato di area marina protetta sulla base di un Dossier pseudo-scientifico aspramente criticato da autorevoli ricercatori, un fatto evidentemente indigesto agli appassionati della disciplina, che prima di tutto si ritengono amanti sinceri del mare e che, pertanto, non accettano l’etichetta di distruttori del mare che viene loro inauditamente apposta dalle istituzioni.
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