Assoluto alle porte
I campi gara del prossimo Campionato Italiano
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Quando ero ragazzo sentivo spesso la frase ‘Ho preso 10 pesci bianchi’.
Subito l’osservatore attento chiedeva quale fosse stato il tratto di mare battuto; è infatti indubbio che le qualità di un pescatore in apnea vadano valutate rispetto alle zone dove si svolgono le sue battute.
Un carniere di questo genere fatto nelle acque di Terrasini, dove si svolgerà l’ormai imminente Campionato Italiano assoluto di pesca subacquea, denota le ottime qualità di un pescatore più di un carniere più cospicuo effettuato in zone siciliane conosciute per la presenza di pesce come Trapani o Marsala.
Con questa breve introduzione ho voluto sottolineare come il mare di Terrasini sia impegnativo ed estremamente selettivo per chi pratica la pesca in apnea.
Il fondale presenta zone costituite dai cosiddetti ‘banconi’, in cui si trova tanta roccia che degrada oltre i 30 metri con lastroni, archi passanti e banconi molto alti, ma si possono anche trovare zone di posidonia con lastre spaccate e isolate che ospitano saraghi e corvine.
La parte più a levante si presenta invece con un grotto classico, sul quale gli atleti della scuola laziale e pugliese potranno trovare condizioni a loro più congeniali.
Tutta la zona è solitamente battuta da correnti che da levante scorrono verso ponente portando acqua in parte torbida; la corrente non è mai molto intensa, sempre contrastabile per cui, anche con la formula a nuoto, la gara molto difficilmente sarà condizionata dalla corrente.
Solli in azione nelle acque siciliane
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Importante sottolineare che nella zona di mare di fronte all’aeroporto di Punta Raisi c’è una fascia di rispetto di mezzo miglio e inoltre, essendo ancora periodo estivo, sono in vigore le ordinanze balneari che di fatto impediscono la pesca nel sottocosta.
La batimetrica principale è quella di poco oltre i 20 metri (22/24) che si estende per circa un miglio e mezzo dalla costa.
Dal punto di vista delle possibili prede c’è da dire che, sulla base della mia esperienza, in questo tratto di mare il pescatore ha sempre insidiato come preda principale la cernia e che le caratteristiche del fondale rendono difficili carnieri costituiti da numerosi pesci bianchi; battute concluse con un serranide e cinque o sei pesci sono sempre state considerate come belle pescate.
Con l’esclusione delle cernie, che non rientrano più tra le prede valide in gara, ritengo che per vincere la giornata e avere buone opportunità per la vittoria finale occorrerà mettere in carniere dagli otto agli undici pesci validi per ciascuna delle due giornate.
Considerato che ci sono pochissime ‘tane mastre, per altro ormai conosciutissime dai numerosi pescatori, locali e non, che frequentano la zona, catturare una decina di pesci validi sarà impresa difficile perché Terrasini è un campo che non tiene le prede; i pesci sono molto mobili avendo a disposizione spacche, pietroni, lastroni e orli in quantità.
La tattica migliore è quindi il razzolo, con agguati semi profondi in 20/25 metri; sarà quindi indispensabile una grande preparazione atletica ed uno stato di forma fisica perfetto per poter pescare all’agguato e con grande ritmo a quelle quote.
Chi invece volesse cercare il jolly di un pesce di passo, ed è in grado di pescare a quote impegnative anche in condizioni di acqua torbida, potrà indirizzarsi sull’orlo comunemente conosciuto come ‘il naso’; cade profondo per risalire verso il sottocosta ed è caratterizzato da pietroni nella sabbia dove vivono dentici, ricciole e saraghi pizzuti.
L’autore del servizio Vincenzo Solli
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Altro aspetto da tenere in considerazione è la particolarità di questo campionato cui parteciperanno ben quaranta concorrenti; è ovvio che in queste condizioni la tattica di marcare alcuni degli atleti locali più conosciuti, come Nicola Riolo e Sandro Mancia, potrebbe essere adottata da più di un concorrente.
Per esperienza diretta ritengo che questo tipo di tattica risulti più facile da attuare nelle situazioni in cui le zone buone, verso le quali l’atleta marcato dovrà prima o poi dirigersi, sono molto poche; a Terrasini invece il fondale ricco di roccia ma con poco pesce richiede la massima attenzione nella marcatura; basta infatti distrarsi pochi secondi per cercare di cogliere un particolare o l’indizio della possibile preda sul fondale per perdere la marcatura.
Per questo ritengo che i migliori saranno comunque in grado di disimpegnarsi dal marcamento; subiranno sicuramente uno stress iniziale ma, dopo una prima parte di gara con tanta concorrenza intorno, potranno pescare con una relativa tranquillità.
Piuttosto il vero jolly sarà riuscire a capire subito dove e come impostare la frazione in base alle condizioni che si verranno a determinare nel giorno della gara.
In conclusione mi sento di affermare che, non essendo la zona ricca di pesce come in Sardegna o in Puglia, i 10 che saranno confermati in prima categoria saranno sicuramente i più forti.
Terrasini lascia pochissimo spazio alla fortuna.
Redazione-revisione-impaginazione: a cura dello staff redazionale
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Category: Agonismo, Articoli, Pesca in Apnea