Assoluto 2014: le interviste ai protagonisti (2/11)
Apnea Magazine ha intervistato i protagonisti dell’Assoluto 2014 appena disputato. In considerazione delle discussioni pre e post gara che questa edizione ha scatenato, per la prima volta, la redazione ha deciso di intervistare tutti i partecipanti senza distinzione tra vincitori, qualificati e retrocessi. Agli atleti abbiamo lasciato campo libero nel raccontarci le loro impressioni della preparazione, come si sono svolte le due giornate di gara (tecnica, profondità, attrezzature, pesci presi ed eventuali errori fatti) e una valutazione sul risultato finale.
Buona lettura!
Stefano Claut – 2° Classificato
In preparazione ho lavorato davvero sodo, preparando con criterio e concentrandomi sulle batimetrie dai venti metri in poi, tralasciando le fasce più basse. I campi gara erano molto differenti tra loro: in quello di Quirra vi era molta roccia di granito che però spaccava di rado ma, tutto sommato, era un bel campo gara dove ho trovato 4-5 spot ben popolati da pesci di tana, in più utilizzando lo scandaglio con maestria avevo individuato una zona jolly sui 30-31 dove numerosi residui bellici creavano tane ben colonizzate da saraghi in peso. Discorso diverso per l’altro campo dove, pur insistendo molto nell’alga a paperino, avevo trovato solo alcune roccette insignificanti e diversi tassoni alla base dei cigli di morzata dove giravano tordi e qualche sarago. Erano perlopiù pesci al limite del peso. Così ho dovuto cambiare strategia e, con molta facilità visto la presenza quotidiana di gommoni, ho individuato la famosa secca e con un lavoro di scandaglio ho marcato diverse posizioni di cui due veramente stupende per una gara: una pietra in 35m, grande come un cofano di un auto con 3 capponi, e una lastra isolata in 33,5 mt zeppa di saraghi maggiori e pizzuti.
Mi sono subito reso conto che c’era parecchia roccia interessante e abbondanza di pesce. L’unico dubbio era legato al fatto che non ero convinto di poter pescare a quelle quote magari con un’ipotetica corrente. Sinceramente pensavo di riuscire a piazzarmi nei primi dieci e credevo di prendere 5-6 pesci nel campo a nord e 3 in quello a sud. Penso che il risultato finale sia stato frutto di scelte azzeccate fatte a tavolino prima della gara con il mio barcaiolo: la 1a giornata ho disdegnato delle pietre in 24 metri nella zona fuori dal porto con tanti saraghi ma anche molto conosciute, in più con la mareggiata dei giorni precedenti ero convinto che le fasce entro i 25m ne avrebbero risentito. Sono quindi partito all’estremità nord dove avevo una bella zona di granito in 29m che spaccava, ricca di saraghi, un paio di corvi e un tordo. Arrivato a destinazione ero solo, ma non c’era più il pesce della preparazione. Insistendo per un’ora sono riuscito a catturare 2 saraghi sotto peso, un bel sarago valido, un marvizzo al limite e un cappone che non avevo segnato. Successivamente mi sono spostato su due piccole pietre in 34m dove avevo visto dei saraghi. Non c’era più nulla ma in compenso, guardando bene, ho trovato un grosso cappone. A quel punto ho deciso di andare a visitare dei senali che avevo in medio fondale dove, comunque, non ho visto niente, ho avuto solo la conferma che l’acqua era tordida come pensavo. A questo punto sono tornato a fondo passando in rassegna la zona dei “residui bellici” catturando altri 3 bei saraghi (anche qui c’era poco rispetto alla preparazione). Infine mi sono inventato un marvizzo razzolando nei pressi dell’isola di Quirra e subito dopo ho catturato una murena sottopeso. Negli ultimi 40 minuti sono andato a sud in una zona di alga dove avevo avvistato un branco di dentici. Purtroppo non mi vedevo neppure le mani a causa del torbido ed ho capito subito di aver fatto una scelta errata. Qui ho terminato la gara ed alla fine ero davvero stanco, visto le quote operative per me importanti, la torbidità dell’acqua, le onde e una fastidiosa corrente sul fondo che ha complicato le cose. Purtroppo un labride mi è stato scartato per soli 2 grammi e ho chiuso con 7 pesci validi (4 saraghi, 2 capponi, 1 tordo).
La seconda giornata ero già sveglio alle 3.30! Ho intuito che nell’alga la visibilità sarebbe stata ancora peggiore del giorno precedente e quindi ho deciso di tentare la sorte in profondità. Sono partito sulla pietra in 35m convinto di esser solo ed in effetti così è stato. Con calma mi sono messo con il piombo mobile e ho portato in gommone ben 4 capponi (di cui uno scartato per soli 10 grammi) e uno da ben 1,1 kg. Successivamente mi sono spostato sulla lastra dei saraghi dove era partito Natoli. Ho catturato comunque un sarago in peso e anche lui ne ha preso un altro in quel frangente. Poi mi sono poi spostato su un altra zona vasta sempre sui 35 mt dove avevo dei saraghi e un cappone. I saraghi forse erano già stati presi, in compenso il cappone c’era e l’ho catturato. Ho fatto poi un altro spostamento su una zona molto bella ma era piena di pedagni ed era stata già sfruttata. Dopo 3 ore di gara a quelle quote la stanchezza si è fatta sentire, ho quindi deciso di provare sui tassoni nell’alga con l’idea di prendere un prezioso tordo. Dopo vari tentativi vani (sul fondo c’erano 2 metri scarsi di visibilità) pescando con un airbalete 70 con fiocina, all’ennesimo tuffo mi si è materializzata davanti una bella corvina da 1,1 kg che non ha avuto scampo. Ero convinto che i profondisti avessero fatto numerose catture ma, a parte De Silvestri, ho dovuto ricredermi. Con 6 pesci validi (4 capponi,1 corvo, 1 sarago) ho fatto un altro terzo di giornata e ho chiuso secondo finale. Ho pescato prevalentemente con airbalete 70 con fiocina e hf2 80.
Sono molto felice di questo risultato e di questa affermazione anche in ambito nazionale che mancava nel mio palmares. Ringrazio molto il mio barcaiolo che è stato determinante e con cui c’e’ stato un feeling perfetto: ogni pesce che saliva in gommone era una forte emozione per entrambi. Ringrazio anche la mia società che mi supporta nelle trasferte e la Omer sub che ha sempre creduto in me e che finalmente ho ripagato anche in ambito nazionale.
Salvatore Natoli- 13° Classificato
La mia preparazione è iniziata con un giorno e mezzo di ritardo considerato che la Sardegna con la Sicilia è collegata in maniera veramente disastrosa. Da subito ho capito che sarebbe stata dura per la presenza di posidonia che ricopriva per un buon 90% tutti e due i campi gara, estesi per qiasi 6 miglia ognuno. Fortunatamente avendo le capacità e la preparazione per pescare oltre i 30 mt ho trovato diversi spot con molti pesci, ma la forte mareggiata del giovedì, purtroppo, ha rovinato i piani delle due giornate di gara.
La prima giornata, con mare molto mosso ed acqua sporca, ho fatto la partenza in 29 mt d’acqua su un segnale trovato in preparazione pieno di saraghi, ma dopo i primi tuffi mi sono reso conto che non c’era un pesce e che sarebbe stata tutta in salita, l’acqua gelida e la risacca disturbava fino a quelle quote. Allora ho ripiegato subito su un fondale più basso, dove c’era un assembramento non indifferente di gommoni, prendendo subito 2 pesci. In seguito, dopo non poche difficoltà, ho navigato per circa 20 minuti, causa mare formatissimo, per raggiungere l’estremità opposta del campo gara dove avevo i restanti segnali, prendendo altri 2 pesci che poi sono risultati sotto peso per pochi grammi.
La seconda giornata, dall’esame obiettivo della prima, bisognava prendere almeno 5 pesci per restare in prima categoria, avendo tanto pesce a quote impegnative ero però molto fiducioso. La partenza l’ho fatta su una lastra in 33 mt dove in preparazione c’erano tantissimi saraghi e 2 cernie, ma l’acqua fredda, ancora una volta, aveva dimezzato la presenza dei pinnuti. Tre pesci nei primi tre tuffi, poi in altri punti dove in preparazione c’erano corvine belle grosse, i pesci erano spariti. Ho concluso portando al peso 7 pesci di cui 2 scartati. Ad un’ora alla fine ho pescato all’aspetto sui 19 mt con acqua molto torbida ed ho sbagliato 4 saraghi. Ho pescato quasi sempre con un 75, tranne appunto alla fine che ho impugnato un 90.
Ripensando a quanto detto da tutti gli atleti sulla difficoltà dei campi gara, devo effettivamente dire che non erano solo dicerie o i soliti piagnistei, bensì 2 campi gara enormi pieni di posidonia, con poca roccia che tra l’altro si trovava oltre i 30 mt e che ha indubbiamente penalizzato gran parte degli atleti. Se avessi trovato un buon 50% del pesce marcato in preparazione, forse avrei fatto meglio, ma alla fine sono ugualmente soddisfatto di essere rimasto in prima categoria in considerazione di ciò che abbiamo vissuto in questo campionato molto difficile e fondo.
Matteo Moscon – 34° Classificato
La preparazione é stata fatta nel migliore dei modi, sfruttando tutto il tempo disponibile come é mia abitudine. Il campo sud, nonostante la moltissima alga, presentava degli sbalzi anche di 4 metri tra un tassone e l’altro, zone in cui in alcuni ma rari casi avevamo trovato dei buchi minuscoli ma che poi si aprivano all’interno nascondendo dei bei saraghi. C’era anche qualche piccola striscia di lastre con qualche pesce qua e là, e poi la secca esterna dove un grande branco di dentici la faceva da padrone, contornato da numerose corvine e saraghi. Il campo nord invece presentava delle caratteristiche differenti: molta più abbondanza di roccia a tutte le batimetriche e delle belle rimonte fuori dall’isolotto di Quirra, verso il limite del campo gara, che presentavano diverse tane ed in fine al limite opposto, quello sud, praticamente davanti al porto, avevo trovato un rettangolo di grotto di 5mt per 7mt, sul filo dei 30 mt, davvero strabordante di saraghi…insomma le aspettative per fare bene c’erano tutte.
La prima giornata sono partito su ques’ultimo segnale davanti al porto, sono arrivato da solo, altri 10 atleti erano nelle vicinanze ma senza disturbarmi. Alla prima discesa mi sono accorto che l’onda lunga aveva cambiato tutto facendo raffreddare l’acqua e portando il classico fumo sul fondo, risultato: segnale vuoto! Ne avevo altri 10 nei dintorni e li ho visitati tutti ma con scarsi risultati, tutti i pesci catturati, 4 per 4 specie, mi sono risultati sotto peso dai 2 ai 10 grammi, un vero peccato. Ho pescato prevalentemente con l’ intruder pro della salvimar nella misura di 60 cm armato con il 4 punte.
La seconda giornata invece già sapevo che i segnali nell’alga erano impraticabili e ho deciso quindi di giocarmi il tutto per tutto pescando molto fondo sulla secca e partendo sui dentici. Sono arrivato ancora una volta solo sul primo spot, durante il tuffo sui 36 metri i pesci c’erano ma mi sono venuti alle spalle. A quel punto mi sono spostato per il secondo tuffo, sotto un piccolo gradino, per rivolgere l’ aspetto verso la loro direzione ma ne ho sparato di coda e l’ho solo strisciato sul lato destro. Poi ho avuto un’altra occasione ma non sono riuscito a passarlo, con l’aletta non si è aperta e si è sfilato. Insomma, se aggiungiamo anche una grossa corvina mancata per l’errore che commetto spesso di spararle quando sono immobili ma pronte al loro scatto fulmineo con cui schivano l’asta, la seconda giornata è stata un susseguirsi di sfortune! Resto soddisfatto della prestazione che fisica almeno che mi ha permesso di pescare dai 33 ai 39 metri senza problemi di sorta.
Nonostante il risultato sono contento, ho imparato molto ma davvero tanto, ho conosciuto persone fantastiche con le quali ho stretto un bel rapporto di amicizia e ne ho riviste altre che altrimenti non vedo mai. Sicuramente lottero l’anno prossimo per ritornare e con un anno in piu di esperienza, visto che pesco da solo quattro, magari un po’ meglio riesco a fare! (ndr Matteo disputerà l’assoluto 2015 avendo vinto anche quest’anno l’assoluto acque interne).
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