Assoluti 2009: le interviste 2/2
Massimiliano Barteloni, Polisportiva G.S. Albatros, secondo classificato
Barteloni col carniere della prima frazione (foto A.Balbi)
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Dopo una prima ispezione a varie profondità mi sono reso conto che c’era presenza abbondante di pesce in due metri d’acqua come in trenta, l’unico problema era la corrente molto forte. La cosa fondamentale era di creare semplicemente dei percorsi che mi permettessero di restare in pesca il più possibile tenendo conto che la corrente poteva invertire il verso. Siccome molti preparavano a terra ho pensato che, pescando all’agguato, ci si potesse disturbare a vicenda in gara quindi ho preferito una profondità media, sui 15 metri con un eventuale spostamento a metà gara se avessi visto che il sottocosta non fosse troppo affollato.
La prima giornata sono partito su una zona spaccata sui 15 metri dove, in preparazione, avevo trovato diversi grossi saraghi. Dopo pochi tuffi mi sono reso subito conto che il posto era vuoto. Fortunatamente durante il sopralluogo avevo capito che i pesci da quelle parti sono in continuo movimento e dovevo soltanto ritrovarli scorrendo il fondo. Dopo qualche decina di metri ho iniziato ad effettuare le prime catture. Ho seguito il percorso fatto a tavolino assieme al mio secondo che abilmente mi guidava lungo la rotta prefissata dal giorno prima. Allo scoccare delle due ore e mezzo mi sono spostato su una tana un po’isolata ma senza sucesso. Un tuffo e via verso terra tra i 5- 7 metri. Dopo una serie di agguati infruttuosi, che mi hanno fatto vedere soltanto qualche pesce terrorizzato, ho cambiato tecnica ed, armato di spark 55 e fiocina, sono andato velocemente a visitare i segnali di alcune belle tane catturando un grongo e un sarago. Infine ho pinneggiato velocissimo, spinto anche dalla forte corrente, fino a raggiungere una zona più lontana che non conoscevo ma dove si erano portati altri concorrenti, riuscendo a catturare altri due saraghi prima che scadesse la quinta ora di gara.
La seconda giornata ho pescato da solo per tutta la frazione. Alla partenza ho sfruttato i 15 minuti a disposizione per verificare la direzione della corrente e, dopo il primo tuffo, mi sono reso conto che la corrente arrivava da sud quindi mi sono subito spostato per fare il percorso stabilito per quella condizione.
L’acqua era molto torbida per cui abbiamo deciso di non effettuare spostamenti a metà gara,ma avanzare molto più lentamente rispetto al giorno precedente e utilizzare due pedagni.
Le catture sono arrivate in ritardo. Ho pescato alternando degli aspetti col 90 all’ispezione di piccoli anfratti col 55 e fiocina, su un fondale di 15/16 metri caratterizzato da una grande distesa di posidonia con qualche ciglietto di grotto. Alla fine della terza ora ho completato la specie raggiungendo i 10 saraghi. Nell’ultima ora di gara la corrente, che ha cambiato direzione, non mi ha permesso di proseguire in avanti costringendomi a invertire il percorso, senza però catturare altro.
Temevo che quest’anno non sarei riuscito ad arrivare preparato alla vigilia degli Assoluti. Essendomi trasferito a Brescia per lavoro, non mi immergevo regolarmente da almeno dieci mesi. Fortunatamente invece gli allenamenti sono stati sufficienti per ottenere una buona forma fisica e mentale. E’stata una gara molto impegnativa. Il campo gara era ricco di pesce anche se la corrente era a tratti forse troppo forte perche si potesse svolgere in sicurezza una gara con un regolamento che prevede un’azione a pinne. Il nuovo regolamento che prevedeva di ancorare obbligatoriamente il gommone in caso di forza sostata si è rivelato un ottimo sistema anti-furbi!
Sono felice del mio piazzamento, anche se mi separava da diversi concorrenti soltanto una manciata di punti perché ho dichiarato che avrei preso circa dieci pesci al giorno e che sarebbe stato il numero sufficiente per ottenere un posto finale sufficiente per restare sicuramente tra i primi dieci.
Devo ammettere che alla fine dei conti la corrente è stata un buon alleato, visto che dalle mie parti non è difficile imbattersi in situazioni simili, che sfrutto proprio scorrendo a pinne e non salterellando su e giù dal gommone tutto il giorno.
Franco Villani, Apnea Club, terzo classificato
Ecco il variegato carniere di Franco Villani (foto A.Balbi)
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La preparazione è il cuore di un campionato. Mai come in questa occasione era fondamentale per capire come ci si sarebbe dovuti muovere durante la gara. Le condizioni di corrente molto forte e di direzione variabile immaginavo che avrebbero sconvolto i piani di molti atleti durante la competizione. Conoscendo in parte il tipo di fondale che avrei incontrato ho preferito dare maggior spazio alla preparazione a nuoto a discapito del paperino. Non mi sono intestardito a cercare tane zeppe di pesci, che presumevo si sarebbero svuotate alla prima variazione di corrente. Ho mirato, infatti, a cercare più zone vive possibili dove pescare e disposte nel senso delle correnti principali in modo che a, fronte di un cambiamento improvviso, avessi una valida alternativa. Col mio secondo abbiamo dedicato parecchio tempo a tavolino per discutere e decidere la strategia da utilizzare durante le due giornate e gli spostamenti possibili, in base ad improvvisi cambi di direzione della corrente.
La prima giornata sono partito su una tana in 5 metri d’acqua dove per tutti i giorni di preparazione stazionavano alcune corpulente corvine e qualche grosso sarago. Alla partenza purtroppo era rimasto un solo sarago che non raggiungeva il peso minimo. Mi sono spostato immediatamente al limite sud del campo di gara, in una zona con molta posidonia intorno ai 16-18 metri, ricca di ciglietti di grotto che avrebbero potuto dare riparo dalle forti correnti ai numerosi saraghi trovati in preparazione. Fortunatamente la corrente era debole e si riusciva a pescare con un discreto ritmo. Allo spostamento le condizioni sono cambiate radicalmente, la corrente da nord è aumentata in maniera incredibile, almeno nella fascia di batimetrica dov’ero io, così allo spostamento ho optato per una bella tana più a nord anche se più fonda, circa a metà campo gara. Ho dovuto ancorare il gommone per potermi attaccare e ventilare sulla verticale della tana, cosa altrimenti impossibile con una corrente a oltre 3 nodi! Quando ho deciso di rimettermi a scorrere in non più di mezz’ora ho percorso quasi un miglio finendo fuori campo gara e terminando in anticipo.
La seconda giornata avevo deciso di partire su una tana di corvine al limite esterno della zona pescabile, ma anche qui la corrente era tale che nello scendere in acqua mi sono trovato quasi 100 metri a valle del punto, così ho dovuto scartare subito l’opzione e riportarmi in una delle altre zone prima dello scadere del quarto d’ora iniziale.
In generale ho pescato tra i 12 e i 20 metri, eccezion fatta per alcuni punti isolati un poco più fondi. Ogni spostamento era importante capire se la corrente era praticabile e soprattutto che direzione aveva.
Il momento saliente della mia gara, dove credo di aver fatto la scelta azzeccata, è stato a metà della seconda giornata: avevo solo 3 pezzi e ancora due fasce possibili dove avevo trovato pesce. Come da programma ne avevo scelta una, ma al primo tuffo oltre una grossa cernia non ho visto il movimento che mi aspettavo, e soprattutto l’acqua più fredda e sporca non mi entusiasmava. Così ho optato per quella più al largo dove però avevano già pescato in tanti nella prima metà frazione prendendo pochi pesci, almeno a detta degli assistenti. Da subito ho capito che la zona era più viva, infatti nell’arco delle due ore sono riuscito ad arpionare ben 8 pesci, tra cui una ricciola di oltre 2kg. Segno che le condizioni probabilmente erano mutate nel giro di mezz’ora!
Altro episodio da menzionare, stavolta negativo da ricordare ma simpatico da citare, è stato nella prima giornata quando durante un agguato mi sono trovato di fronte un sarago faraone stimato intorno ai 2 chili che mi veniva incontro molto tranquillo. Tanto tranquillo e lento che un’occhiata di non più di un’etto gli si è scagliata contro per chissà quali motivi e inseguendolo l’ha pizzicato sulla coda per allontanarlo quando ormai il mio indice destro si stava per contrarre per lo sparo. Non vi dico lo stupore e la rabbia nel vedere il pesce schizzare via innervosito!
Nella prima giornata ho catturato in totale 6 saraghi, 3 salpe e 2 tordi. Ho purtroppo “strappato” altri 2 saraghi e una grossa mostella. Nella seconda un marvizzo, 2 salpe, 5 saraghi e una ricciola di 2,2 kg.
Ho pescato in entrambe le giornate con uno snake 80 della seatec dotato di mulinello e asta monoaletta da 6,35 mm. Un giusto compromesso che mi permettesse velocità di brandeggio e precisione e che in caso di un pesce di mole, molto importante con gli attuali regolamenti, avesse una discreta riserva di potenza.
Fino ad oggi ho affrontato ogni campionato a cui ho partecipato con il massimo impegno e con la massima umiltà, elementi che mi hanno permesso, anche quando non ho ottenuto un buon piazzamento, di maturare un bagaglio d’esperienza importante per quelli futuri. Posso dire di essere molto soddisfatto del risultato, segno che i sacrifici e il costante allenamento durante tutto l’anno danno i loro frutti.
Alessio Gallinucci, A.S. Mojoli Sub, quarto classificato
Una prima giornata deludente per Alessio (foto A.Balbi)
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A causa della forte corrente e dell’acqua molto fredda non avevamo preparato più a fondo, diciamo oltre i 25 metri, anche se vedevamo che il pesce vi girava ugualmente.
Nel campo gara della prima giornata avevamo scovato un posto su cui avevamo deciso a tavolino di fare la partenza ricco di sparidi molto grossi ma, vista la profondità e la corrente, abbiamo deciso di scartare a discapito di un’altra zona sui 18 metri con del movimento al limite sud. Razzolando in questo punto ricco di alghe e roccette sparse, sono riuscito a catturare 4 bei pesci ed arrivare alla sosta con un carniere di buon auspicio. Dopo lo spostamento siamo andati più in terra e mi sono buttato in una zona in dieci metri d’acqua dove ho catturato un altro pesce. Ad un certo punto la corrente ha iniziato ad intensificarsi e ho deciso di buttarmi a favore d’essa e pescare a scorrere. Purtroppo è andata male e non sono riuscito più a sparare un colpo.
La seconda giornata siamo partiti su una lastra con molti saraghi ma a causa dell’impeto della solita corrente le prime due ore sono riuscito a fare solo tre apnee catturando due belli sparidi. Allo spostamento, approfittando della stanca di corrente, ci siamo diretti um pò più al largo dove avevamo 8 segnali uno di seguito all’altro. Qui mi sono messo di buona lena e un tuffo dopo l’altro sono riuscito a catturare ben 11 pesci. Labridi e saraghi hanno rimpinguato il mio cavetto ed anche una bella mostella da chilo, scovata in preparazione sotto una piccola lastrina buia, è andata a fargli compagnia. In questo scorcio di gara ho veramente fatto molto bene e non ho sbagliato nulla. L’ultima mezz’ora di gara è stata caratterizzata ancora da una corrente che andava intensificandosi fino a diventare quasi un fiume. Alla penultima apnea ho strappato un grosso tordo nero ed, all’ultima apnea, ho fiocinato dopo un bell’inseguimento un sarago valido. L’ultimo dei dieci possibili. Un gran bella pescata con quattordici pesci finali: 10 saraghi, 3 labridi ed una mostella.
Ho pescato in tana quasi tutti i saraghi con un comanche da 60 e fiocinella ed i tordi all’agguato utilizzando un comanche da 100 centimetri
Volevo sottolineare la perfetta organizzazione, il trattamento che ci è stato riservato (la sicilia non si smentisce mai ospitalità/cibo) e non per ultimo la meraviglia dei fondali del Biscione. Grotto, lastre immerse nella posidonia, franate, cunicoli, cigli, catini spaccati eccetera. Mai visto tanto pesce in un campionato. Forse, per le allora particolari condizioni, mi ricorda la II categoria del 1994 a Torre San Giovanni dove c’era pesce a volontà per tutti. Ma erano altri tempi ed altri regolamenti.
Nicola Smeraldi, Club Sub Sestri, nono classificato
Per Smeraldi un bel carniere di pesce bianco (foto A.Balbi)
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La partenza della prima frazione la faccio subito su un bel ciglio trovato in preparazione in 18 metri d’acqua dove una cernia di 12/13 kg mi manteneva 4/5 saragoni e qualche fasciato al limite del peso. Come supponevo appena affacciato scorgo scarso movimento: la corrente non è ancora montata ed in questo caso il pesce scarseggia. Non demordo i primi 15 minuti di gara sono dedicati agli spostamenti e così risalgo al volo in gommone. Mi butto su un segnale più a sud e col 55 e 4 punte prendo un bel tordo. Ho il prossimo spostamento a 200 metri circa, arrivo per primo e sto pescando sui 12/13 metri. Sparo subito un bel sarago lo passo al barcaiolo e, dopo 2 tuffi, un altro labride. Non sta andando male 3 pesci in mezz’ora. Continuo a pinneggiare da sud-est verso nord-ovest e la corrente inizia a farsi sentire. Essendo da maestrale ce l’ho contraria. Razzolando fiocino un altro labride. Ora ho da percorrere circa 800/900 metri per arrivare sul punto prestabilito; è il momento di farmi passare la plancetta. Prendo il 68 a 4 punte, pallone e piombo da chilo come pedagno. Sono nuovamente sulla tana della partenza, col sole già alto distinguo nettamente i particolari del fondale. Capovolta e discesa verso il fondo: arrivo leggermente arretrato dallo spacco, mi affaccio e colpisco un bel sarago. In superficie ventilo con calma, la tana è pedagnata e sono tranquillo. Altri due tuffi ed un altro sarago da mezzo chilo è in gommone. Dopo due ore di gara ho 6 pezzi ed insisto sulla tana sino al momento dello spostamento centrale di 15 minuti permesso dal regolamento. La corrente sta aumentando e scelgo di portarmi all’estremità nord per sfruttare al massimo il campo senza il rischio di finire fuori. Mi butto così in 10 metri d’acqua nell’alga piena. Impugno un’abalete da 83 e mi appresto a fare degli agguati/aspetti per cercare di catturare qualche bella salpa. Al terzo aspetto immerso nella posidonia arriva la mia preda: una curiosa murena di 3 chili che insagolo. Continuo a scendere scorrendo il fondale a zig zag assecondando la corrente ormai impetuosa. Mentre pinneggio in superficie scorgo una sagoma contro una lingua di sabbia. E’ un bel marvizzo che rimane fulminato sul 4 punte. Continuo le planate ed arrivo su un catino, trovo dei saraghi. Sparo con l’83 e ne scheggio uno grosso in uno spacco, mollo il fucile e questo si mette a bandiera quasi parallelo al fondo. La corrente è oltre i 2 nodi! Cambio il fucile, prendo il corto e riesco a fiocinare un sarago da 800 grammi. Mancano 15 minuti. Altro tuffo e centro un altro sparide. Mentre sto ventilando per l’ ennesima immersione giunge la giuria che segnala il termine della gara. Buona prova con 5 saraghi, 4 tordi e una preda a coefficiente. Sono 8° finale.
La seconda giornata inizia con pioggerella a tratti e mare liscio come l’olio.
Mi dirigo subito all’inizio del mio itinerario. Ho almeno 10 zone da controllare e più della metà posti in linea rispetto alla solita corrente che, come come da copione subito è quasi impercettibile, ma c’è. Dopo poco sparo un bel sarago. Sono su una zona sui 7/8 metri di profondità ricca di tavolati molto ampi e fessurati. Controllo con cura ma trovo solo pesci sotto peso. A questo punto mi sposto a pinne nella zona successiva posta a circa 200 metri. Scendo e noto subito più movimento ed un bel sarago finisce sulla fiocina. Provo altri tuffi lungo le tettoie in controluce, senza usare la pila, e finalmente col 53 ne inchiodo un altro sul bello.
Proseguo nella mia azione verso il centro campo gara ed il mio secondo come un buon angelo custode mi precede di qualche decina di metri per segnalare la direzione. Arrivo su un catino isolato nell’alga. Prendo il 68 planata silenziosa mi affianco lentamente e lascio partire il colpo sul testone del sarago all’imboccatura. E’ giunto il momento del quarto d’ora accademico per gli spostamenti. Salgo al volo sul gommone e dopo circa un miglio di navigazione per arrivare sul posto mi butto. Niente! Acqua sporca e corrente non mi permettono di trovare la spacchetta tra le alghe. Decido di ritornare sul catino precedente e la scelta mi premia con un altro bello sparide. Dopo qualche altro tuffo prendo il 98 e decido di andare a terra a fare degli agguati. Percorro così almeno 1/2 miglio senza vedere una coda, il fondale è monotono tutta alga alta, pochi catini che non fanno tana. Non demordo. Finalmente anticipando con lo sguardo noto del grotto chiaro che spunta con qualche lastrina. Scendo per un aspetto/agguato e trafiggo un bel maggiore venuto all’aspetto. La zona è ben fessurata e decido di passarla buco-buco. Prendo il corto ed in breve fiocino due saraghi ed una preziosa murena. La gara finisce e con 8 saraghi e una preda a coefficiente mantengo la posizione del giorno precedente finendo al 9° assoluto. Campionato nel complesso molto impegnativo dal punto di vista fisico, a livello tattico spettacolare, in quanto bastava sbagliare una virgola per comprometterlo irrimediabilmente.
Mio unico rammarico, nonostante l’ottima organizzazione e l’impegno profuso da tutti, l’impossibilità da parte mia a partecipare alla premiazione finale per problemi logistici e lavorativi improbabili.
Bruno De Silvestri, Club Sub Cagliari, decimo classificato
Una seconda frazione da dimenticare per il forte De Silvestri (foto A.Balbi)
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Il campo gara presentava buona presenza di pesce ma anche una corrente molto forte, spesso ingestibile. Quindi ho deciso di preparare in medio fondale dove avrei potuto tenere un buon ritmo, resistere alla corrente e razzolare.
Ho cercato una zona buona ed ho pescato sempre a scorrere tutte e due le frazioni.
La prima giornata mi sono diretto su una zona con alga e roccia tra i 18/22 metri di fondo.
Ho impugnato sempre un comanche da 75 cm. con tahitiana e ho fatto continue planate a favore di corrente.
Ogni tanto mi fermavo sul fondo a fare un breve aspetto per vedere se usciva qualche labride.
Sono stato costante tutte le 5 ore di gara e un pesce dopo l’atro ho catturato una dozzina di pinnuti.
Saraghi e tordi. Ho arpionato anche un bel faraone da oltre 1500 grammi con un tiro dall’alto verso il basso piuttosto lungo.
Sono arrivato secondo di giornata ed ero molto contento e fiducioso.
Mi sarei giocato il campionato il giorno successivo ed ero convinto di poter far bene.
La seconda manche è partita molto bene e al primo tuffo ho arpionato una bella corvina e poco dopo un paio di sparidi di peso.
Dopo un’ora e mezzo digara avevo tre pesci e sono riuscito a catturarne altri due prima delllo spostamento a metà gara.
A quel punto mi è giunta voce che più a terra, sui quindici metri ed in piena corrente, stavano prendendo parecchio pesce.
Allora ho deciso di dirigermi in quella zona visto che avevo anche un posto discreto con tordi e saraghi a zonzo.
Per le successive due ore e mezza non ho visto più una coda ed ho fiocinato solo un labride fuori peso.
Sono rimasto in Prima Categoria per un soffio e, durante la pesatura, ho vissuto l’incubo della retrocessione. Due gare in un anno sono un sacco di soldi da spendere e, visto che lo avevo appena fatto, non mi andava proprio giù.
Questi regolamenti non mi piacciono. E’ troppo questione di fortuna e la bravura viene limitata e penalizzata. Non mi diverto neanche. Faccio le gare perchè ho uno spirito agonistico molto forte ma se fossi retrocesso non so come sarebbe finita.
E’ andata bene così.
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