Apnea Special: l’apnea che non ti aspetti
Durante la conferenza organizzata tra le iniziative collaterali alla seconda edizione della DugonCup, il pluricampione Andrea Vitturini ha presentato il progetto su cui si sta impegnando ormai da circa cinque anni e che vede ragazzi con disabilità intellettive allenarsi e gareggiare con ottimi risultati in alcune discipline dell’apnea sportiva.
Una presentazione quella di Vitturini, fatta con grande partecipazione emotiva, che ha suscitato un grandissimo interessa da parte del pubblico intervenuto.
Per approfondire meglio questa iniziativa abbiamo chiesto al campione torinese di raccontarcela in una breve intervista che vi proponiamo.
Cominciamo dall’inizio: cos’è Apnea Special?
Apnea Special è un progetto che si propone di accompagnare i ragazzi con disabilità intellettive alla pratica ed alla guida della scoperta del piacere che ognuno di noi prova praticando l’apnea
Come, quando e perché è nato il progetto?
La genesi di questo progetto è abbastanza articolata ed inizia quando circa 5 o 6 anni fa ho avuto la possibilità di fare degli allenamenti di apnea in una corsia a fianco di ragazzi che si allenavano per gare di nuoto Special Olympics.
Dopo essere entrato in confidenza con il loro istruttore mi sono messo d’accordo per fare loro una sorpresa e quindi un giorno sono arrivato durante un loro allenamento ed ho iniziato a nuotare tutto bardato con monopinna muta e maschera per vedere quale effetto avrei sortito alla vista di quella inaspettata presenza.
Mentre mi avvicinavo a loro nuotando a pancia in alto mi immaginavo già uno sguardo sorpreso ma quello che è accaduto mi ha letteralmente rapito.
I primi occhi che ho incontrato sono stati quelli di Ilaria, una ragazza con sindrome di Down con una meravigliosa acquaticità ed uno stile nel nuoto elegantissimo, nuotava senza occhialini ma appena i suoi occhi hanno incrociato i miei ho visto nascere sul suo volto un meraviglioso sorriso che mi ha contagiato immediatamente.
Da quel giorno ogni settimana, dopo l’allenamento, mi sono fermato a nuotare con loro perché la mia presenza sott’acqua li stimolava a seguirmi e a nuotare con maggior entusiasmo.
Da quel primo incontro è iniziato il cammino che ha poi portato alcuni ragazzi a passare dai primi giochi subacquei ad una vera e propria specializzazione nell’apnea sportiva tanto che oggi nuotano molto bene con la monopinna su distanze anche superiori ai 50 metri.
A chi è destinato e che in fascia di età sono i partecipanti?
Le nostre esperienze ci hanno mostrato che l’apnea è davvero uno sport per tutti; noi ci siamo focalizzati su atleti con autismo (o forse dovremmo dire autismi ) e sindrome di down e abbiamo avuto ragazzi che hanno iniziato a 9 anni avvicinandosi a questo sporto attraverso dei giochi propedeutici e oggi sono dei veri e propri delfini.
Credo che con il giusto approccio ludico anche bambini di 6 o 7 anni possano avvicinarsi a questo sport e che l’unico vincolo sia quello del vivere serenamente il rapporto con l’acqua.
Questo non è un requisito da poco perché l’apnea, se non vissuta con serenità e gioia, può essere anche una esperienza negativa
Chi collabora a questa iniziativa?
Dello staff Special Apnea fanno parte istruttori di apnea come me e Marco Giachino ma anche istruttori di nuoto come Marco Fiori, che ha un’esperienza ventennale nel trattare la disabilità in acqua, ma un aiuto prezioso arriva dai genitori e dai volontari che vogliono conoscere meglio il legame tra disabilità ed acqua.
Quali obiettivi intendete raggiungere?
Vorrei dire per prima cosa un NON obiettivo: noi non pratichiamo l’apnea come terapia per i ragazzi, vediamo che loro stanno bene e questo ci fa piacere, ma l’apnea è una disciplina sportiva, una opportunità di crescita personale e sociale.
Parlando di obiettivi invece il primo è stato quello di dare a questi ragazzi una possibilità in più nel riuscire ad esprimersi nel quotidiano, dare loro la consapevolezza di quello che erano in grade di fare, immaginando che dopo questa esperienza avrebbero potuto affacciarsi un giorno alle meraviglie che solo il mare sa donare.
Con il tempo però gli obiettivi si sono moltiplicati ed evoluti.
Da una parte la volontà e l’impegno dei ragazzi ci ha portato a sviluppare un regolamento federale che permettesse loro di misurarsi e mettersi alla prova fianco a fianco a qualsiasi apneista agonista (nelle gare di apnea la categoria Special gareggia negli stessi spazi e al pari di tutte le altre categorie ).
Un altro obiettivo è quello di contestualizzare il concetto di disabilità all’ambiente dimostrando che quando questi ragazzi praticano l’apnea sono SUPER abili rispetto alla maggioranza delle persone che invece non sarebbero assolutamente in grado di fare cose simili.
Tra gli obiettivi principali c’è infine quello di essere sempre più numerosi ad impegnarsi in iniziative di questo tipo e per questo mettiamo le nostre esperienze a disposizione di chi voglia iniziare questo meraviglioso percorso.
Ci sono poi obiettivi che sono secondari o forse sono solo delle piacevoli ricadute ma comunque estremamente importanti: accrescere negli atleti la fiducia nei propri mezzi e vedere come tutto questo si rifletta nei loro comportamenti fuori dall’acqua o vedere la soddisfazione dei genitori mentre i loro figli compiono con straordinaria facilità imprese assolutamente straordinarie.
Quale è stata la reazione dei genitori alla vostra proposta?
I genitori sono tirati dentro dall’entusiasmo dei ragazzi e dai progressi che vedono, perché il superamento di ogni piccola paura e difficoltà è sempre un importante momento di crescita.
E gli allievi che reazione hanno avuto?
I ragazzi si avvicinano con curiosità e senza pregiudizi, senza paura o spavalderia alla fine giocano, si divertono e scoprono cose nuove.
Avete incontrato ostacoli, difficoltà o resistenze?
Nessuna resistenza e le maggiori difficoltà sono quelle di trovare spazi acqua in orari che consentano a ragazzi ed istruttori di lavorare assieme.
Quali risultati sono stati raggiunti?
Ad oggi a Torino abbiamo un gruppo di 5 ragazzi perfettamente integrato nel circuito agonistico nazionale.
A questo primo gruppo, grazie ad una raccolta fondi in tutta Italia, se ne è aggiunto un altro di ragazzi che stanno iniziando.
Da maggio inoltre, e questa è per noi tutti una meravigliosa notizia, è nata una nuova associazione Ability Apnea che d’ora in avanti avremo l’onore di incontrare nelle gare italiane.
Cosa ti ha spinto a partecipare a questo progetto?
Chiunque ha provato l’esperienza di entrare in acqua con questi ragazzi non ha poi potuto smettere, creano una sorta di dipendenza, il loro entusiasmo ed il loro affetto è qualcosa che ti lega e ti arricchisce profondamente.
Quindi, in definitiva, si tratta di una sorta di egoismo!
Da un punto di vista umano, cosa ti ha dato condividere questa esperienza?
Umanamente un senso di profondo appagamento ed una gioia grandissima.
Avete già in programma altre iniziative analoghe?
L’impegno su Apnea Special è sempre massimo e cercheremo di sfruttare ogni occasione per divulgare e diffondere l’iniziativa.
Esistono esperienze simili in altre parti d’Italia? Sareste disponibili a fornire assistenza, consulenza, supporto per eventuali nuovi progetti?
Con il gruppo di istruttori ed atleti siamo sempre disponibili a portare la testimonianza di quanto stiamo facendo.
E’ sempre un momento di crescita quando i nostri istruttori incontrano le associazioni di nuoto per persone con disabilità.
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