Apnea lineare sotto i ghiacci. Prima giornata.
Sono nella mia stanza d’albergo, seduto alla scrivania a premere i tasti del pc, davanti a me poco oltre la balconata uno splendido panorama , una tavolozza di colori e di profumi della Valle d’Aosta, mi sembra strano documentare un evento apneistico di rilevanza mondiale cosi lontano dal mare, ma quella di oggi è una giornata che rimarra indelebile nei miei ricordi.
Sveglio di buon mattino, ho raggiunto la località prestabilita con la puntualità di un orologio svizzero, una veloce motoslitta mi aspettava a valle e, caricate borse e attrezzatura fotografica, ci siamo diretti verso il lago distante circa tre chilometri, uno scenario incantevole, la neve soffice e fresca caduta nei giorni scorsi imbianca le piste come in piena stagione, solo un deciso sole ci ricorda che la primavera è sbocciata. Il lago del Verney si presenta come una immensa distesa di neve, e resto quasi disorientato da cotanta bellezza.
Il campo base è pronto, due tendoni accolgono giornalisti e organizzazione.
Arrivano gli atleti, Marco Malpieri, cosi giovane ma gia’ cosi determinato, Mattia Malara, ragazza solare, nome nuovo nell’apnea italiana, e poi lui, Nicola Brischigiaro, pluriprimatista di apnea sotto i ghiacci, indaffaratissimo nell’organizzazione.
Lo staff lavora senza sosta con mazze e picconi per riaprire i fori fatti il giorno prima, una coltre di 170cm di ghiaccio ci separa dall’acqua.
Intanto il dr. Vlad Malpieri sperimenta con nuove tecniche di apnea a secco teorie che potrebbero svelarci qualche segreto. Malpieri e il suo staff decidono, visti i risultati eclatanti, di rivoluzionare il programma di base e di continuare per tutto il giorno con le sperimentazioni a secco.
Il sole cocente si fa sentire, siamo pronti per entrare in acqua, scivolo dolcemente all’interno del foro e trovo un ambiente ostile, oscuro e sinistro, strana sensazione la mia, mi vengono in mente i mille post di Brischigiaro ed inizio a capire quanto difficili siano queste imprese, impossibile trasmettere gli stati d’animo, bisogna provare!
Ad uno ad uno gli atleti eseguono percorsi di prova, si sottopongono ai nostri scatti, poco oltre il foro nonostante la limpidezza dell’acqua tutto si fa buio, difficile.
Ora dobbiamo uscire, la mia stagna mi ha discretamente difeso, ma le mie mani non hanno più sensibilità e mi fanno male, la temperatura dell’acqua è 1°.
Proseguono test e interviste televisive, noi abbiamo tutti l’aspetto di fiammiferi di legno, il sole ci ha cotto. Esperienza unica, non mi ero mai immerso sotto un ghiaccio tanto spesso, adesso ripenso agli atleti al loro coraggio, ai loro sogni e posso solo portare grande rispetto!
Ringrazio ancora Nicola per questa bellissima esperienza per l’accoglienza e la disponibilità, ma… per questo avremo tempo domani!
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