Angelo Ascione: Il Predatore
Innanzitutto ciao a tutti. Mi chiamo Angelo alias Il Predatore, ho 23 anni e sono nato a Salerno, dove attualmente vivo. Il mio primo contatto con il mare non ricordo a quanti anni è avvenuto, sarò stato talmente piccolo’.. Vivendo a poche centinaia di metri dal mare, le occasioni per andarci non mi sono mai mancate.
La preda principale dei miei primi carnieri è stato il polpo, che ho iniziato a catturare armato di sole pinne e maschera. Dopo aver ottenuto discreti risultati, iniziai ad evolvere le mie attrezzature prima con una fiocina a mano, poi utilizzando il mitico polpone; in seguito passai al mio primo ministen ed alla mia prima muta.
Le mie battute, comunque, si limitavano alle belle giornate delle stagioni miti e di quella calda. Intanto facevo progressi e nei miei carnieri iniziarono ad entrare regolarmente anche spigole, saraghi, cefali, gronghi ed altro, ma erano pesci comunque presi in tana, anche perché allora non credevo che i pesci si potessero catturare in altro modo.
L’ arma che prediligevo era diventata un miniministen, che usavo per la praticità che mostrava tra le fenditure delle dighe frangiflutti.
Il periodo che ha preceduto i diciassette anni mi ha visto praticare quasi qualsiasi forma di prelievo anche illegale, poi la svolta.
Avevo sentito parlare di una nuova tecnica, l’aspetto, ma, non avendo nessuno che mi potesse indirizzare nella giusta direzione, cercavo di documentarmi per conto mio e intanto, avendo acquistato un arbalete da 75, facevo i miei primi tentativi cercando di utilizzare questa tecnica, che, a volte, mi dava anche qualche soddisfazione.
Ma non era abbastanza.
Un giorno, spinto dalla voglia di crescere, chiesi al giornalaio sotto casa se esisteva una rivista dedicata alla pesca sub (dato che già appassionato pescatore di superficie compravo riviste dedicate), e così comprai il mio primo Pescasub.
Da quel momento iniziò una nuova fase del mio accrescimento, iniziai a catturare spigole, cefali, mormore e tutto all’aspetto. Iniziai a frequentare il mare anche d’inverno.
All’età di circa diciassette ‘ diciotto anni conobbi il mio primo compagno di pesca che mi permise il distacco dai fondali su cui ero abituato a pescare (dighe frangiflutti o antemurali che cadono su fango) e mi fece conoscere i fondali fatti di rocce naturali, dove, dopo un primo momento di incertezza, iniziai a capire le abitudini dei pinnuti.
Man mano ho avuto modo di conoscere tanti altri appassionati e, grazie anche ad essi, molti dei quali sono diventati compagni di pesca abituali, ho avuto modo di progredire.
Adesso pratico quasi solo ed esclusivamente la pesca sub e, anche se di rado vado a pesca di spigole con la canna, le mie quote operative raggiungono i 25 ‘ 30 m a seconda delle condizioni psico’fisiche in cui mi trovo, nonostante preferisca pescare a quote meno elevate (non vedo l’utilità di sparare un pesce a 30 quando lo posso fare benissimo a 20 o meno).
Quanto alle tecniche, anche se prediligo l’agguato, non disdegno le altre perché, a mio parere, un pescatore deve poter pescare in qualsiasi condizione. Attualmente le uniche prede che mancano nei miei carnieri sono tonni e ricciole di mole, ma spero che quest’estate”’.
Ehi, d’altronde bisogna essere ottimisti, o sbaglio?
Saluti a tutti.
Angelo Ascione
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