AMP di Capri e Milazzo: per una che stenta, l’altra è ormai fatta.
L’isola di Capri dovrebbe presto avere una sua Area Marina Protetta per difendere il suo delicato ecosistema marino “dal diportismo selvaggio, dall’inquinamento e dal sovraffollamento di bagnanti e natanti”; o almeno questa è la richiesta sottoscritta da un gruppo di associazioni isolane alla politica locale e nazionale. Per la verità si tratta più di un sollecito ad accelerare un iter avviato ormai diversi anni fa, ma che tra lungaggini burocratiche e volontà della comunità non proprio chiarissima, pareva aver subito una forte battuta d’arresto.
Per cercare di sbloccare la situazione il “Coordinamento Area Marina Protetta” a cui fanno capo le 24 associazioni richiedenti l’AMP (tra cui Federalberghi Isola di Capri, Ascom Confcommercio Capri e Anacapri, Legambiente, “Capri è anche mia”, Marevivo, Yacht Club Capri, associazione Achille Ciccaglione, Marevivo, Fondazione Capri, associazione Tecnici e Progettisti Isola di Capri, Capri Exellence, Marinai d’Italia Capri, associazione culturale La Conchiglia, Fidapa, Forum dei Giovani di Capri, Forum dei Giovani di Anacapri, associazione guide isola di Capri e associazione Sub Isola di Capri) aveva inviato questa estate una nota al Ministero dell’Ambiente e, per conoscenza, ai sindaci di Capri, Gianni De Martino, e Anacapri, Franco Cerrotta. A fine Novembre, constatato l’assordante silenzio degli attori istituzionali, era stata inviata una seconda nota, stavolta direttamente agli amministratori locali, con cui si sollecitavano impegni chiari, oltre ad un incontro immediato per discutere della questione. La risposta del sindaco stavolta non si è fatta attendere, rassicurando i firmatari che sono già stati ripresi i contatti con il ministero, al fine di individuare i percorsi da intraprendere per il prosieguo dell’iniziativa.
Per una AMP che stenta a decollare, ce n’è invece una che viaggia a tappe forzate verso l’istituzione che si preannuncia per fine anno, ed è quella di Capo Milazzo. Il convegno organizzato a fine Ottobre da Goletta Verde è stato la cornice dell’entusiastico annuncio del direttore generale del Ministero dell’Ambiente Maria Carmela Giarratano, sull’imminente completamento dell’iter istitutivo. Per la verità sembrano esserci ancora un paio di grossi scogli da superare: a cominciare dalla scelta della forma di gestione che, per quanto sembri orientata verso il consorzio, ancora deve stabilire i partecipanti; e soprattutto bisogna ancora mettere mano ad una proposta definitiva di zonazione che, nonostante i sei incontri già svoltisi con i pescatori locali, sembra ancora lontana a giudicare dalle rimostranze dell’ampio fronte del NO che continua a sottolineare l’eccessiva estensione della riserva con conseguente impossibilità di effettivo controllo.
Ma nonostante tutto la politica sembra molto ottimista, primo fra tutti il deputato Tommaso Currò (eletto nel M5S e poi approndato al PD dopo un breve passaggio nel Gruppo Misto) che nel 2013 fu primo firmatario dell’emendamento alla legge finanziaria che sbloccò i fondi per l’istituzione di diverse AMP italiane. Tutti si augurano che una gestione proficua della riserva la trasformi in un valore aggiunto per la città, permettendo di offrire al turista, insieme al vicino parco dei Nebrodi, “un’offerta completa mari e monti”.
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