Altri dettagli sulla vittoria azzurra al mondiale di pesca in apnea
Era dal lontano 1992 che gli appassionati non esultavano per un campione del mondo italiano. Se non andiamo errati, è la prima volta che un campione italiano in carica vince anche il mondiale*, e siamo lieti che questo traguardo sia stato raggiunto da Stefano Bellani, perché è sicuramente un atleta che se lo merita. Il suo palmares è impressionante, così come la costanza di risultati negli ultimi 15 anni, e questo titolo mondiale giunge a coronamento di una carriera agonistica iniziata nel periodo d’oro della pesca in apnea italiana, quando vincere era la normalità.
Nelle due giornate di gara Stefano Bellani ha totalizzato 76.320 punti (38.520 la prima e 37.800 la seconda), che gli hanno permesso di guadagnare il gradino più alto del podio. Gli spagnoli non sono mai stati in gara, ma i cileni, invece, ci sono stati eccome. Secondo la stampa locale, il mondiale individuale sarebbe sfumato solo per un errore del CT, peraltro diventato occasione di numerose polemiche anche sui giornali: quell’iquiquegno dal nome Pedro Lay relegato a riserva ed entrato in azione nella sola seconda giornata per sostituire il compagno Luis Muñoz, afflitto da problemi di compensazione, è stato capace di totalizzare 43.000 punti… se avesse potuto disputare entrambe le giornate, forse oggi il titolo sarebbe suo. Così si consolano i cileni, mentre il CT Tapia lascia la cerimonia di premiazione e se ne va, deluso e consapevole del fatto che questo suo errore lo pagherà, probabilmente, con il posto.
Alle spalle di Stefano Bellani, staccati, due cileni: Ludwin Dwarte con 67.420 e Franco Bósquez con 62.580. Degli spagnoli, nelle cronache iquiquegne, non si fa menzione.
Un brutto mondiale per la Spagna, abituata a vincere sempre e in ogni dove, un buon mondiale per la pesca in apnea, che aveva un grande bisogno di restare sorpresa da una vittoria inaspettata. Noi tifosi italiani vorremmo che gli azzurri fossero sempre al centro dell’attenzione mondiale, ma la verità è che in questo mondiale, almeno all’estero, ci temevano meno dei peruviani, collocandoci alla pari con la Francia, la cui decadenza è ormai palese (noi l’avevamo preannunciata a dicembre del 2002, alla nascita della FNPSA).
Ottima prova per Bruno De Silvestri, che con questo quarto posto maturato in condizioni così difficili si consacra come campione internazionale e mette nero su bianco la propria maturità agonistica. Nella seconda giornata non è stato in grado di amministrare il vantaggio sui due inseguitori cileni, ma si è messo dietro tutti gli altri, e questo non è davvero poco.
Per il resto, il punteggio complessivo delle squadre è un dato insufficiente per ricostruire cosa sia accaduto realmente nelle posizioni di rincalzo, per commenti più approfonditi dovremo attendere la classifica individuale completa.
Un plauso immediato, però, lo merita tutta la delegazione azzurra, a partire dal CT Roberto Borra, che ottiene un risultato storico inseguito da anni e ampiamente meritato.
In attesa di ulteriori dati sui piazzamenti individuali, possiamo pubblicare la classifica a squadre, che notoriamente non ha alcun valore per la CMAS, ma che ormai è una vera tradizione, che finirà solo a partire dall’inaugurazione del mondiale a squadre, attesa per la prossima edizione.
CLASSIFICA PER NAZIONI
non riconosciuta dalla CMAS
1) Cile 185.560
2) Italia 181.020
3) Spagna 135.980
4) Portogallo 113.400
5) Croazia 90.440
6) Francia 81.580
7) USA 70.280
8) Tahiti 67.420
9) Perù 63.320
10) Grecia 51.700
11) Brasile 50.140
12) Venezuela 47.460
13) Ucraina 46.100
14) Sudáfrica 37.200
15) Danimarca 23.560
16) Slovenia 28.060
17) Nuova Zelanda 26.400
18) Russia 26.180
19) Finlandia 24.660
20) Argentina 23.560
21) Inghilterra 20.905
22) Australia 10.200
* ERRATA CORRIGE: Un lettore ci ha fatto gentilmente notare che: “nel 1969 Massimo Scarpati vinse il suo secondo assoluto a luglio in quel di Alghero e ad agosto il mondiale di Salina“. Abbiamo verificato, ed è esattamente come dice l’amico Mauro, che ringraziamo per la precisazione.
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