Alessio Gallinucci – Campionato II° Categoria 2003
Alessio Gallinucci con il trofeo conquistato all’Isola d’Elba
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AM Alessio, un argento di cui essere fieri, complimenti. Anche a te chiediamo di raccontarci qualcosa sulla tua carriera agonistica…
ALESSIO GALLINUCCI – Pratico la pesca in apnea da quando avevo 10 anni. Grazie all’esperienza del mio maestro Santino trasmessami dopo anni ed anni di suppliche (non voleva mai portarmi a pescare) cominciai la mia “carriera” da pescapneista.
Ho praticato nuoto agonistico per 17 anni con buone soddisfazioni. Disputai una finale nel 1986 ai Campionati Italiani di Categoria e vinsi diversi campionati regionali.
All’età di 21 anni, con la fine del servizio militare nel gruppo sportivo, decisi anche che, per raggiunti limiti di età (e di altezza – il mio stile era il delfino e gareggiavo con energumeni di 2 metri) forse era meglio dedicarmi ad altro. Nulla di meglio, dunque, che dedicarmi alla pescapnea.
Vivevo e lavoravo a Roma, e con i soldi che avevo messo da parte acquistai il mio gommone con il quale scorrazzai in lungo e largo il litorale Laziale.
Devo dire che affinai le mie tecniche di pesca grazie anche all’aiuto degli esperti Alessandro Martorana e Giovanni Cirincione.
Il 1992, poi, sancì l’inizio della mia carriera agonistica.
Alla mia prima gara, che ricordo ancora con piacere, arrivai primo, e con altri tre buoni risultati riuscii a strappare il biglietto per la Seconda Categoria, da disputare nelle acque di Follonica.
Quindici giorni di estenuante ed “inesperta” preparazione mi permisero un bel “cappottone” alla prima giornata ed un primo posto nella seconda (mi lasciai alle spalle il mio idolo di sempre…. Riccardo Molteni, che conoscevo solo tramite le riviste di settore) e con un 13° posto finale andai immediatamente in prima categoria a Pula. Colpa dell’inesperianza e di grossi limiti nella profondità tenni nella prima giornata, ma caddi inesorabilmente la seconda: retrocesso.
Alessio, qui con il fido barcaiolo Paolo Zucconi, è sponsorizzato da Polosub ed Emporio della Pesca di Civitavecchia
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L’anno successivo a Leuca trovai un’ enorme quantità di pesce e pensavo di far bene, ma a causa sempre dell’inesperienza (non si finisce mai d’imparare) arrivai 19° e, con grosso rammarico, ritornai alle selettive. Selettive che disputai egregiamente con vari primi posti, staccando il biglietto per Ponza. A Ponza, che avevo già visitato a Luglio trovando tanto pesce, non andai per “amore delle donne”. Quell’estate fu fantastica e non rimpiansi minimamente l’assenza dalle gare. Avevo vinto lo stesso facendo ottimi carnieri – e che carnieri.
Nel 1997 ebbi un grave incidente sciistico (altra mia grossa passione) che mi costò la frattura della rotula e la ricostruzione dei legamenti crociati del ginocchio sinistro (ora più forte di prima), pertanto non disputai le selettive. Il 1998 fu l’anno del mio ritorno. Selettive stravinte e biglietto per Pula, dove ero stato nel 93 e dove sapevo come cercare pesce. Trovai una marea di cernie stupide ma profonde -erano ancora valide-, e sognavo di fare un carnierone alla Riolo. Ottima prima manche e dopo due cernioni alla seconda giornata in sole due apnee dovetti risalire sul gommone per una fastidiosissima sovradistensione alveolare. A fine gara risultai terzo, ma chissà cosa sarebbe accaduto se avessi potuto effettuare una sola ed ulteriore apnea….
L’anno dopo a Trapani arrivai 17° gareggiando con un’otite maledetta e mi ritrovai di nuovo in seconda.
Demotivato, decisi di smetterla con l’agonismo e per un’anno intero addirittura non andai a pesca. Rinunciai a disputare Arbatax che pure conoscevo. Vivevo a Roma e mi stava stretta. Due giorni a settimana (mare permettendo) per andare a mare – la mia vita – erano pochi, e sfumò così il mio sogno d’agonista.
A Dicembre 2000 decisi di abbandonare la città e mi trasferii anche con il lavoro a Santa Marinella, mia città d’elezione e questo mi consentiva di andare a mare quotidianamente.
Decisi di ricominciare e lo feci con forza e passione.
Selettive ottime e biglietto per il campionato di seconda che ho disputato pochi giorni fa all’Elba.
Come hai trovato l’Isola d’Elba?
L’Elba è un’isola meravigliosa, ma ho trovato poco pesce molto nervoso. La musica cambia sotto i 30 metri. Cernie, corvine e saraghi la fanno da padrone e, con un pizzico di malizia ed esperienza, non è difficile trovare posti a mio avviso ancora incredibilmente vergini.
Comunque, bisognava fare tattica e considerare che gli spostamenti erano a nuoto: i segnali andavano ricontrollati con dovizia, e bisognava comunque praparare “itinerari” validi da coprire agevolmente a nuoto in gara.
Il campo di gara prescelto (glisso sulla giornata annullata) era ricco di pelagici, soprattutto sullo scoglio dei Corbelli. Non siamo partiti subito proprio per vedere dove avrebbero pescato quelli che secondo noi (io ed il fido barcaiolo Paolo) erano i “papabili” per la qualificazione.
Impostare una gara all’aspetto dinamico ed all’agguato, in una zona battuta dai gommoni non sarebbe stato facile ma il numero poco consistente di atleti presente sui Corbelli e l’elevata profondità mi davano fiducia.
Partenza.
Alessio con il carniere durante la pesatura
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Raccontaci la tua gara…..
Alla partenza, da Sud verso Ovest, in fila c’erano Gravina, il sottoscritto, Volpe, Colangeli, ed un “dinamico” Limongi. Avevo dato come “fuoriclassifica” il profondista Gravina, che come inizio aveva scelto un cappello a -34 situato a 300 metri a sud dei Corbelli.
Due giorni prima, in preparazione congiunta con l’amico e rivale in gara Carlo Inserra, vi avevamo trovato una bella cernia intorno agli otto chili -preda non valida-, una quantità enorme di saraghi, un branco compatto e numeroso di ricciole di mole ed una decina di dentici super, che appena scendevi risalivano dal fondo per venire a controllare chi fosse l’intruso. Delle scene bellissime.
Oggi posso pescare a quelle profondità agevolmente (sganciando la zavorra naturalmente), ma non prima di essermi “sciolto” per almeno un’ora. Intanto Gravina sommozzava sul sommo, ed io per 40 minuti suonati rimanevo senza prede, nonostante ad ogni apnea vedessi ricciole e palamiti di tutto rispetto.
La curiosità però mi ha spinto a tornare verso terra, dove giorni prima avevo visto un nutrito branco di ricciolotte e dove stava pescando Volpe. Neanche a farlo apposta, ne aveva già prese tre. Scendo mi apposto e tiro un bel liscio ad un limoncino. Ricarico e riscendo in velocità e di nuovo liscio.
Risalgo, mi prendo un bel rimbrotto da Max ed incasso in silenzio. Chiudo gli occhi in superficie e mi rilasso per dieci minuti. Riscendo e prendo la prima. Il mio obiettivo era di arrivare 15° ed avevo considerato di prendere almeno 3 pezzi validi. Dopo 10 minuti prendo la seconda ricciolotta ed ho difficoltà a mettere a carniere la terza. Passano 30 minuti ed ecco il terzo tiro utile.
La ricciolotta però, dibattendosi sul fondo fa perno con l’asta e me la storce leggermente ed io, concentrato sulla pesca, non me ne accorgo.
Mi sposto di 50 metri, scendo su di un pianoro di grotto a -30 e mi apposto. Un’orata arriva leggermente di traverso, io l’attiro con un richiamo e lei arriva dritta sparata. Punto e …………liscio.
Incredibile, era un pesce già in cavetto. Mi accorgo dunque che l’asta è storta, così con una leggera pressione riaddrizzo il tondino e continuo a pescare, non prima di aver imprecato a volontà.
Insomma, non senza stanchezza riesco a mettere a pagliolo altri tre bei limoni che mi consentono di attestarmi in seconda posizione, ma con un carniere di peso superiore rispetto al primo classificato.
Il tempo era davvero inclemente, è stata una gara dura
La gara è stata molto dura, impostata dai 25 metri con picchi sui -31. Disputata inoltre con mare in burrasca, corrente forte e pioggia battente (poveri barcaioli…. dovrebbero farli santi).
Non posso rimproverarmi nulla se non il fatto di non essere riuscito a rilassarmi subito ad inizio competizione. Lavorerò su questo. Le prime apnee sono state un pò dure proprio perchè avevo il battito cardiaco troppo accellerato.
Cosa vuoi aggiungere?
Vorrei fare dei ringraziamenti. Ringrazio anzitutto il mio fido ed espertissimo secondo Paolo Zucconi, che ha condiviso con me ore di mare, di pioggia, e di maltempo e che è stato capace di spronarmi a dovere prima e durante la competizione.
Ringrazio inoltre, e non per secondi, i miei “mitici” sponsor: Polosub, nella persona del grande uomo Giuliano Tagliacozzo e L’Emporio della pesca di Civitavecchia, nella persona del mitico e squisito Andrea Pierfederici, che mi hanno messo a disposizione attrezzature di prima qualità.
Inoltre un immenso grazie va anche a Massimo Mojoli, Presidente Onorario e Sponsor ufficiale del mio circolo di appartenenza e grosso mecenate civitavecchiese dello sport.
E adesso, cosa ti aspetti dal futuro?
Pratico agonismo dall’età di sette anni e sò cosa significa sacrificarsi per raggiungere un risultato.
Con un pizzico di umiltà, credo che oggi, dopo anni ed anni di mare, posso dire di essere capace di pescare all’agguato in un metro d’acqua e di poter scendere agevolmente a prendere pesce sotto i trenta metri. Pratico ogni tipo di pesca con uscite quasi quotidiane e spero, anche con un pizzico di fortuna -che non guasta mai- di potermi confermare in prima categoria. Il mio sogno nel cassetto è quello di essere convocato in nazionale e vincere Il Campionato del Mondo.
Intanto, mi vivo il mio film (un cortometraggio in questo caso). Vi abbraccio tutti.
Grazie Alessio….e ancora complimenti!
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