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Agonismo pesca in apnea in acque interne: la lettera di Roberto Palazzo

| 30 Settembre 2004 | 0 Comments

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Roberto Palazzo, responsabile FIPSAS della Lombardia per le attività agonistiche, in merito alla polemica sulle competizioni di pesca in apnea in acque interne sollevata da un gruppo di pescasportivi di superficie capitanati dal responsabile del sito Pescareonline Gionata Paolicchi.

Ci pare che la lettera di Palazzo chiarisca in modo inequivocabile che la protesta sollevata da Paolicchi sia stata quantomeno avventata (i maligni potrebbero definirla strumentale).

Su disposizione del Presidente del Settore Subacqueo Prof. Azzali, nella mia veste di Responsabile FIPSAS della Lombardia per le attivita’ agonistiche, a seguito delle mails di protesta seguite alla pubblicazione su Apnea Magazine del resoconto di alcune gare di pesca subacquea svoltesi nel lago di Garda, ritengo doveroso chiarire alcuni aspetti di tale attivita’ che sicuramente gli stesori di tali documenti ignorano, visto che si evince da alcuni particolari che per buona parte gli stessi provengono da zone centrali d’Italia e quindi vivono realta’ diverse e lontane.
Innanzitutto la pesca subacquea e’ consentita dalla regione Lombardia nel lago di Garda e in altri bacini lombardi in quanto negli stessi e’ autorizzata anche la pesca professionale, esercitata da ben 307 pescatori con le reti. Per cui sentire parlare di no-kill in questo bacino e’ quantomeno singolare.

Per quanto riguarda la FIPSAS autorizza congiuntamente agli uffici provinciali Caccia e Pesca ed all’ufficio Trasporti lo svolgimento delle gare da parte dei propri federati, ma non nelle proprie acque che per convenzione interna sono riservate ai cannisti, bensì solo nelle zone dei bacini appositamente individuate dalle apposite commissioni delle province. Questo dovrebbe quanto meno rilassare qualcuno che vuole strappare la tessera.
I regolamenti delle gare stesse sono stati, inoltre, recentissimamente modificati in senso alquanto restrittivo, limitando il numero di capi di ogni specie in relazione all’effettiva presenza di ogni pesce nel bacino stesso. Ricordo, inoltre, a titolo informativo: che il peso minimo consentito e’ di 300 gr ( per il luccio un chilo); che alle gare assistono i guardia pesca provinciali; che tutto il pescato e’ devoluto in beneficenza e che, inoltre, a fine stagione le societa’ di appartenenza dei garisti si autotassano per quanto prelevato (almeno in termini numerici).
Aggiungo poi a lato della critica sul prelievo di anguille che le stesse, come ben noto, non si riproducono in acque interne, non raggiungono piu’ per vie naturali i laghi di Garda, Iseo e Como in quanto bloccate a monte dalle centrali idroelettriche, bensi provenienti dalla Camargue, vengono seminate ogni anno (anche in funzione del prelievo dei sub valutato con la FIPSAS dagli organi competenti) e che tutte quelle che non vengono pescate finiscono, a maturazione sessuale avvenuta, triturate dalle turbine delle centrali stesse nel momento del viaggio verso il mare.
Una attivita’ quindi costantemente monitorata e regolata da apposite commissioni di cui fanno parte tra gli altri i rappresentanti del sindacato dei pescatori di professione con i quali conviviamo pacificamente da 45 anni di attivita’ di pesca.

Questa e’ la realta’ della pesca in apnea in acque interne e mi auguro che chi, non essendone informato, ha elevato la propria voce in una pur legittima protesta possa capire meglio questo settore e rivedere certe affermazioni che ci sono parse davvero fuori luogo.
A disposizione per qualsivoglia ulteriore chiarimento cordialmente saluto.

Roberto Palazzo

Category: News, News Pesca in Apnea

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