Aggiornamento sul ricorso al TAR di AAMPIA
Nelle giornate di sabato e domenica, lo stand di Apnea Magazine alla XIX edizione dell’EudiShow a Bologna ha ospitato gli amici di A.A.M.P.I.A. (Associazione Ambiente Meloria Pesca In Apnea).
L’associazione, nata proprio dalle discussioni nel forum del nostro portale tra i mesi di Aprile e Maggio 2010, ha come scopo la lotta contro l’esclusione della pesca in apnea – l’unica forma di prelievo ittico discriminata – dall’Area Marina Protetta delle Secche della Meloria antistante Livorno, e più in generale di tutti i pescatori subacquei dai parchi presenti nella nostra penisola.
Nelle giornate di sabato e domenica, lo stand di Apnea Magazine alla XIX edizione dell’EudiShow a Bologna ha ospitato gli amici di A.A.M.P.I.A. (Associazione Ambiente Meloria Pesca In Apnea).
L’associazione, nata proprio dalle discussioni nel forum del nostro portale tra i mesi di Aprile e Maggio 2010, ha come scopo la lotta contro l’esclusione della pesca in apnea – l’unica forma di prelievo ittico discriminata – dall’Area Marina Protetta delle Secche della Meloria antistante Livorno, e più in generale di tutti i pescatori subacquei dai parchi presenti nella nostra penisola.
Pur appoggiando chi negli anni, con fatica e sacrificio, ha intavolato discussioni a livello istituzionale per affrontare la questione, A.A.M.P.I.A. ha fin dai suoi albori deciso di intraprendere una via alternativa, quella cioè di ricorrere al TAR avverso il provvedimento ministeriale di istituzione dell’AMP che di fatto escludeva la pesca in apnea dall’area.
Di seguito l’avvocato Nicola Amodio, consigliere e rappresentante legale dell’associazione, ci spiega a che punto è giunto il ricorso e quali sono le prospettive di questa “battaglia” giudiziaria.
Cerchiamo di fare il punto anche per chi non se ne intende di diritto.
Il TAR è il tribunale presso cui il cittadino può appellarsi contro atti amministrativi che ritiene lesivi del proprio interesse legittimo. Più semplicemente, si tratta della pretesa del privato di conformità alla legge nei confronti della pubblica amministrazione quando questa esercita la propria autorità. Si tratta di un tribunale di primo grado su scala regionale, le cui sentenze sono appellabili presso il Consiglio di Stato, questa volta unico per tutto il paese.
Il primo passo del ricorso è stata la discussione della sospensiva, quella disposizione che in pratica congela il decreto, impedendo che questo sortisca i suoi effetti. Il presupposto fondamentale per la sua concessione è che ci sia grave e irreparabile pregiudizio cagionato dal provvedimento impugnato, cioè che se l’atto amministrativo sortisse i suoi esiti fin da subito i danni che potrebbe provocare nell’attesa del giudizio definitivo sarebbero irreparabili e quindi renderebbero inutile qualsivoglia discussione nel merito. La sospensiva viene concessa perciò dal giudice in presenza del fumus boni juris, (parvenza di buon diritto) cioè del sospetto che quanto richiesto dal richiedente sia fondato.
Nel caso del ricorso di A.A.M.P.I.A., però, è evidente che pur essendo l’istituzione del AMP della Meloria un danno per gli appassionati pescasub livornesi e in particolare per i membri del CI.CA.SUB Garibaldi, ricorrente insieme all’Associazione che proprio in quelle acque organizza l’annuale selettiva, potendo comunque pescare esternamente all’area protetta il pregiudizio non si può ritenere tale da richiedere la sospensione cautelare del provvedimento. Il motivo per cui gli avvocati dell’associazione hanno comunque richiesto la sospensiva, pur consapevoli del probabile e infatti verificatosi esito negativo, è stato per questioni procedurali: in questa maniera i tempi del procedimento si accorciano avvicinando la discussione nel merito. Ciò che però preoccupa molto, come spiegato dall’avv. Amodio, sono le ragioni che hanno addotto i giudici nel respingere la richiesta di sospensiva. Invece di negarla semplicemente per i motivi sopra citati, si sono infatti spinti oltre scendendo parzialmente anche nel merito della questione e giustificando l’esclusione della pesca in apnea con la legittima discrezionalità concessa alla pubblica amministrazione nelle sue scelte. Come a dire: “La pesca in apnea è mal vista dall’opinione pubblica e allora la vietiamo”.
Sicuramente si tratta di una decisione che lascia abbastanza perplessi e non è ben augurante in vista della discussione sul merito, dove però la questione sarà discussa più approfonditamente e tecnicamente e la speranza è ancora forte.
In ogni caso A.A.M.P.I.A. è già pronta ad un eventuale ricorso anche presso il Consiglio di Stato, anche se i tempi si allungherebbero decisamente: si parla infatti di almeno due anni.
Ecco perché è sempre più importante continuare a sostenere l’Associazione, proprio come hanno fatto molti nomi noti presenti in fiera che si sono iscritti presso lo stand. Erano già membri personaggi di spicco del settore come Bellani, Ramacciotti, Claut, Calvino, Bacci, Borri, Colombo e i campioni a squadre 2010 Di Puccio e Polvani. All’Eudi a questa ricca lista si sono aggiunti anche Bruno De Silvestri, Massimiliano Barteloni, Franco Villani, Marco Bardi, Gabriele Delbene, Massimo Quattrone e Marco Pisello. Da segnalare inoltre che appoggio all’Associazione è stato dato, oltre che da importanti aziende del settore come OMER, STC, Sigalsub e Totemsub, anche dalla stessa Confisub.
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