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Adriano Argentino: Occhio di lince e mani di fata!

| 31 Gennaio 2008 | 0 Comments

Buon pescatore subacqueo, con una predilezione particolare per la pesca alla spigola nel basso fondo, e genio del ‘fai-da-te’, Adriano Argentino ha cominciato a gareggiare nel tiro al bersaglio subacqueo nel 2004 e già l’anno successivo è andato vicinissimo al titolo, sfuggitogli per soli 4 punti.
La sua caparbietà, la cura assoluta con cui prepara le attrezzature e la simpatia che lo caratterizza gli hanno permesso di mantenersi sempre al vertice di questa disciplina che sembra riscuotere sempre maggiori consensi e vede aumentare, malgrado le difficoltà logistiche, il numero di praticanti.

La gara si è appena conclusa, l’esultanza per il titolo conquistato!

Cominciamo dall’inizio, quando e come è nata la tua passione per il tiro al bersaglio subacqueo?
Ho scoperto il tiro al bersaglio subacqueo per puro caso nel 2004.
Alcuni dei miei compagni di pesca infatti si allenavano in piscina facendo nuoto e apnea, così ho deciso di cominciare ad allenarmi con loro.
Una sera alcuni di loro si sono presentati con i fucili e, ovviamente, la tentazione di fare qualche tiro di prova è stata fortissima ed è scattata la passione.
Ho partecipato già quell’anno ad un paio di selettive raggiungendo la qualificazione per il campionato italiano di Catania.
L’anno dopo, a Brescia, ho pagato la mancanza di esperienza in gare importanti perdendo davvero di un soffio un titolo che era lì, a portata di mano.
Quest’anno a Comiso, in quello che molti hanno definito come il miglior campionato organizzato negli ultimi anni, hai finalmente conquistato il tuo primo titolo individuale, raccontaci questo momento.
E’ davvero difficile poter descrivere l’emozione di una esperienza di questo genere.
Innanzitutto devo riconoscere che il Team Proffessional Sub (circolo organizzatore n.d.r.) , con in testa Giovanni Scapellato, è stato impeccabile nel programmare tutta la manifestazione.
Cominciare il campionato con la sfilata di tutti gli atleti, con tanto di Inno Nazionale cantato in coro, ha fatto venire la pelle d’oca a molti partecipanti, me compreso, e riprendere la concentrazione non è stato semplice.
Inoltre quest’anno i partecipanti erano davvero tanti e anche gli esordienti erano accreditati di ottimi punteggi di qualificazione, un’incognita in più sul risultato finale; tanti gli avversari da tenere sotto controllo.
I miei riferimenti restavano comunque Roberto Singia, reduce da due vittorie consecutive ai campionati 2005 e 2006, e Roberto Melluzzo che, nei frequenti allenamenti svolti insieme, otteneva sempre punteggi da brivido.
Nel sorteggio delle batterie per la gara la fortuna mi ha dato una mano, facendomi finire nell’ultima batteria con il vantaggio di tirare conoscendo già i risultati dei miei avversari.
Nella prima manche ho sparato davvero bene chiudendo con 2000 punti, distanziando di 300 punti il secondo e il terzo.
A quel punto è stato veramente difficile conservare la concentrazione, con un vantaggio decisamente importante un calo di tensione avrebbe potuto compromettere l’esito della gara; mi è tornato alla mente la seconda manche del campionato 2005 ma questa volta sono riuscito a mantenere la calma, tirare con la giusta attenzione e chiudere con 1850 punti che mi hanno fatto conquistare il mio primo titolo italiano individuale. (Argentino ha vinto un titolo nella staffetta nel 2006 n.d.r.)
Salire sul podio e indossare la maglia azzurra con lo scudetto tricolore cucito sul petto’ beh è stata una gioia e un’emozione indescrivibile.

Un allenamento costante è la base per buoni risultati

Durante il campionato, ti abbiamo visto sul bordo della piscina curare in modo quasi maniacale la tua attrezzatura; come prepari l’attrezzatura prima di una gara?
La gara è solo il momento conclusivo di un percorso che si sviluppa nel corso degli allenamenti in piscina, durante i quali analizzo con estrema attenzione tutti i fattori che possono interferire sulla precisione del tiro.
Prima di una gara controllo, ovviamente, tutta l’arma dedicando un’attenzione particolare agli elastici e alla sagola dell’asta che sostituisco al minimo segno di usura.

C’è un segreto per riuscire a sparare con la precisione di un cecchino?
Penso che un segreto vero e proprio non ci sia.
Oltre ad avere una predisposizione naturale mi alleno assiduamente curando, ad esempio, anche la posizione e l’assetto del corpo nella fase di sparo.

Un attimo di pausa a bordo vasca.

Chi ti conosce dice meraviglie della tua ingegnosità e della tua abilità manuale, come hai cominciato?
Non saprei dire quando ho cominciato, considero il fatto di avere una manualità abbastanza sviluppata come una dote naturale.
Quando c’è qualcosa da modificare o qualche attrezzo da costruire riesco a realizzarlo rapidamente ed, in generale, con una certa facilità; ad esempio, la mia attrezzatura da pesca è quasi totalmente modificata o autocostruita.

Quanto c’entra con il tiro sub la tua passione per il ‘fai-da-te’?
Come sapete, per il tiro libero si usano esclusivamente fucili di serie, quindi il ‘fai-da-te’ si limita alla sistemazione degli elastici, dell’asta, del monofilo e dell’ ogiva.
Molto diverso il discorso nel tiro tecnico da 4 metri in cui si usano fucili di precisione modificati applicando alettoni, mirini, impugnature anatomiche ecc.
Quest’anno sono arrivato secondo alla Coppa Italia di tiro tecnico utilizzando un fucile avuto in prestito e mi è venuta voglia di provare a costruirne uno da usare per le prossime occasioni.

Anche dal mare Argentino ottiene belle soddisfazioni.

Sei anche un appassionato di pesca in apnea e sappiamo che la tua preda preferita è la spigola; come allestisci il fucile per una battuta di pesca?
Ho la fortuna di vivere a pochi metri dal mare e in famiglia tutti abbiamo la passione per il mare, posso quindi dire che la pesca è nel mio DNA.
Pesco tutto l’anno nei fine settimana e prediligo l’agguato e l’aspetto in acqua bassa, ma proprio bassa; d’estate faccio qualche tuffo un po’ più profondo ma mai oltre i 15/18 metri; è logico che, con questo tipo di pesca, sia proprio la spigola la preda che preferisco insidiare.
Per le mie battute di pesca in genere porto due fucili: un 60 con circolare duretto, che uso per le spigole nel torbido estremo, in inverno un arbalete in legno da me costruito da 85 cm. con doppio elastico oppure, in estate un 100 per l’aspetto in acqua pulita.
Nei fucili lunghi uso elastici progressivi, aste doppia aletta, nailon da 140 come sagola e trecciato da 1.5 mm. nel mulinello, naturalmente autocostruito!

Oltre alla al tiro al bersaglio e alla pesca subacquea pratichi altre attività sportive?
Da ragazzo giocavo a pallavolo, altra mia passione; oggi con gli impegni di lavoro mi rimane davvero poco tempo che dedico alla famiglia e ciò mi riesce veramente bene!

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