Addio al progetto di Licenza di Pesca in Mare a Pagamento?
Il tanto temuto DDL “Interventi per il settore ittico” che, tra le altre cose, punta ad introdurre una licenza di pesca in mare a pagamento con i cui proventi contribuire a finanziare la filiera professionale, sembra essersi dissolto come neve al sole. Il testo unificato, licenziato a tappe forzate dalla XIIIa Commissione Agricoltura alla fine di maggio e calendarizzato per il voto dell’assemblea parlamentare per il 23 giugno, risulta essere stato richiamato dalla presidenza della commissione e cancellato dall’ordine del giorno dei lavori assembleari, senza che ad oggi se ne sappia più nulla.
È indubbio che, il governo e il suo partito di maggioranza, stiano attraversando un periodo piuttosto burrascoso e questioni non cruciali potrebbero essere passate in secondo piano, tuttavia l’accantonamento del DDL ha delle ragioni molto concrete: manca una copertura finanziaria certa a sostegno della lunghissima lista di agevolazioni e sgravi finanziari previsti a vantaggio della pesca professionale, e di cui i proventi derivanti dalla licenza onerosa a carico di pescatori sportivi e ricreativi erano solo una parte.
A “bocciare” in matematica i firmatari del DDL è stata la Ragioneria dello Stato prima, e la Commissione bilancio di Montecitorio poi. Ora sarà compito del MIPAAF e del sottosegretario Castiglione indicare dove reperire le risorse mancanti, in caso contrario non si arriverà nemmeno alla discussione in aula. Il DDL non è ancora morto, ma le speranze che possa realmente completare il suo iter sono ridotte al lumicino. Battaglia vinta?! Neanche per idea purtroppo. La guardia va tenuta alta e ci sarà da aspettarsi il solito colpo di mano, magari durante la legge di stabilità, proprio come la “rapina” ai danni dei pescatori dilettanti venne architettata nell’ottobre del 2014.
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