AAMPIA contro il divieto di pesca in apnea nelle AMP
Il logo dell’AAMPIA – Associazione Ambiente Meloria Pesca in Apnea
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Di fronte all’istituzione dell’area marina protetta Secche della Meloria e alla conseguente (sic!) esclusione della pesca in apnea dall’intero perimetro della riserva, il malessere degli appassionati di Livorno e Pisa si è trasformato quasi istantaneamente in protesta organizzata. Dopo una raccolta di firme che ha superato le 2000 adesioni (adesso conclusa) e qualche incontro preliminare, infatti, un gruppo di pescatori in apnea stanchi di subire un’ingiusta discriminazione ha dato vita all’Associazione Ambiente Meloria Pesca in Apnea. Preciso scopo dell’AAMPIA è quello di tutelare i diritti della categoria, in primo luogo attraverso un ricorso al TAR contro il decreto ministeriale con cui si sono dettate le regole di fruizione della neonata AMP, che hanno regolamentato – e quindi consentito – pesca professionale e sportivo-amatoriale di superficie, proibendo in modo tassativo la sola pesca in apnea.
Il giorno 13 maggio presso l’Hotel Golf di Tirrenia si è tenuto il primo incontro dell’associazione, costituita ufficialmente il giorno precedente. Dopo il benvenuto ai poco meno di 200 intervenuti, il Presidente Paolo Albelli ha illustrato le ragioni della nascita dell’AAMPIA ed il suo programma d’azione, incentrato sul ricorso al TAR con cui si intende sottoporre al giudizio dei magistrati amministrativi la politica discriminatoria portata avanti da oltre un decennio dal Ministero dell’Ambiente, in particolar modo dalla Direzione Protezione Natura e dalla Segreteria Tecnica per le aree marine protette.
L’avv. Nicola Amodio, consulente tecnico dell’AAMPIA, ha illustrato ai presenti lo scenario giuridico in cui è fiorita la linea dura nei confronti della nostra disciplina, mettendo in evidenza le contraddizioni di un sistema in cui si proibisce qualsiasi attività impattante, salvo poi consentire ogni sorta di deroga. Il risultato finale di questo meccanismo è la regolamentazione della pesca professionale e sportivo-amatoriale tanto in zona B quanto in zona C e l’esclusione totale della forma di pesca dilettantistica più selettiva e meno impattante, una soluzione priva di ogni logica e fondamento scientifico.
L’avv. Marco Paggini, noto agli appassionati per le sue imprese agonistiche in ambito nazionale ed internazionale, ha poi chiarito l’inconsistenza delle argomentazioni su cui poggia l’esclusione della nostra disciplina voluta dal Ministero, che giustifica il divieto totale richiamandosi alle “esperienze gestionali all’estero” ed alla “letteratura scientifica”. Un semplice sguardo alle AMP oltre confine (Francia e Spagna) smentisce categoricamente l’assunto ministeriale, mentre pubblicazioni scientifiche anche molto recenti attestano la mancanza di una letteratura scientifica sull’impatto della pesca sportiva tutta, compresa quella in apnea, nel Mediterraneo.
L’inquadramento della pesca in apnea come forma di pesca dilettantistica, peraltro assoggettata a limiti anche più stringenti di quelli previsti per le altre forme di pesca di pesca non commerciale, inoltre, pone un serio problema di uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge: cinque chilogrammi di pesce prelevato restano tali a prescindere dalle modalità di prelievo, e non si spiega quindi perché si scelga di ammettere forme di prelievo scarsamente selettive e contestualmente vietare la pesca in apnea, unica forma di pesca che permette una selezione preventiva della potenziale preda.
AAMPIA in difesa dei pescasub di tutta Italia
Ciò che deve essere chiaro è che l’AAMPIA nasce per combattere la discriminazione della pesca in apnea che si verifica in tutte le AMP d’Italia e che il ricorso per l’AMP Secche della Meloria rappresenta quindi un semplice punto di partenza. Per il ricorso al TAR l’AAMPIA ha deciso di chiedere l’assistenza di uno degli studi legali più quotati in Italia, se non il migliore in assoluto. Questa scelta implica costi considerevoli, ma assicura le migliori garanzie per un esito positivo del ricorso, che segnerebbe una svolta storica per la pesca in apnea. Il precedente giuridico, infatti, potrebbe aprire la via ad una complessiva revisione della politica sin qui seguita dal Ministero dell’Ambiente, oggettivamente discriminatoria nei nostri confronti. Da ciò consegue che è interesse di tutti gli appassionati sostenere questa lotta civile per la tutela della pesca in apnea, senza distinzioni di alcun tipo. L’AAMPIA è una libera associazione di liberi cittadini ed è aperta al contributo di tutti gli appassionati di buona volontà che credono nella necessità di una maggiore tutela dei diritti dei pescatori in apnea.
Un suggestivo scorcio della Meloria – Foto: Borra
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Ci sono due modi in cui puoi sostenere l’AAMPIA:
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Per tesserarsi ad AAMPIA dovrete:
1-Fare versamento qui:
CASSA DI RISPARMIO DI LUCCA PISA LIVORNO
Intestatario: Associazione Ambiente Meloria Pesca In Apnea – A.A.M.P.I.A.
Via Ricasoli, 118 – 57126 Livorno
IBAN: IT02 O 06200 13905 000000000391
2- complilare il modulo di iscrizione ed inviarlo via email insieme a copia del bonifico a info@aampia.net.
3- l’importo minimo è di ‘ 20,00. L’importo versato è da riportare sul modulo di adesione.
La tessera verrà inviata all’indirizzo indicato nel modulo adesione.
Le persone giuridiche quali: circoli, enti, commercianti e ditte che verseranno sul C.C. verranno resi noti – salvo diversa volontà – tramite una white list che verrà pubblicata sul sito www.aampia.net
2) Versando un contributo economico
Il contributo economico può essere versato utilizzando le coordinate bancarie dell’AAMPIA indicate sopra. E’ possibile offire un contributo economico anche senza effettuare il tesseramento.
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