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A che Distanza da una Boa Sub ci si DEVE Immergere e Navigare?

| 31 Luglio 2019

Sembra proprio che questa sia una stagione particolarmente funestata dagli investimenti nautici ai danni dei sub, e leggendo le cronache della stampa ci si rende conto di quanta sia la confusione sulle regole da rispettare in vicinanza di una boa sub.

Una boa, convenzionalmente, è un oggetto nato per segnalare punti specifici e zone nelle quali bisogna prestare particolare attenzione durante la navigazione; oltretutto si presenta visivamente come un ostacolo e sembrerebbe quindi logico che chiunque ci si tenga a debita distanza.

E invece la realtà ci racconta che una corposa fetta di diportisti non presta nessuna attenzione alle boe sub, non ha la più pallida idea di quale sia la loro funzione o (e questo soprattutto tra i patentati) pensa che il subacqueo si possa trovare solo sull’esatta verticale del galleggiante. Cosicché passare a 5/10 mt di distanza sarebbe un margine di sicurezza più che sufficiente.

Le cose NON stanno affatto così, quindi vediamo di fare un veloce ripasso su quelle che sono le distanze che è necessario rispettare da una boa sub.

Immersione

I subacquei (ossia pescatori subacquei, apneisti, bombolari e snorkeler) hanno l’obbligo di operare ENTRO un raggio di 50 metri di distanza dalla propria boa sub. È quindi consentito pedagnare la boa e operare nelle vicinanze del galleggiante, ma sempre senza oltrepassare i 50 metri di distanza.

Non ci sono eccezioni di sorta, il subacqueo DEVE sempre segnalarsi, anche all’interno delle fasce riservate destinate alla balneazione. Chi non lo fa ha sempre e comunque torto, oltre a giocare irresponsabilmente con la propria incolumità.

Navigazione

Qualsiasi mezzo nautico, motorizzato o meno poco importa, SENZA alcuna eccezione, ha l’obbligo di transitare ad almeno 100 metri di distanza da una boa sub. Questa distanza è stata aumentata alla misura attuale, non senza qualche difficoltà, a partire dal 26 maggio 2003 con il protocollo 82/033465 emanato dal Comando Generale delle Capitanerie di Porto. Prima di questa data, la distanza di transito era di appena 50 metri.

La distanza di navigazione prescritta si riferisce alla bandiera che segnala il subacqueo in immersione, NON al galleggiante su cui è issata. Questo significa che la distanza è identica anche nel caso in cui la boa sub sia “sostituita” dal mezzo nautico con bandiera rossa con diagonale bianca esposta.

50 Metri di “Cuscinetto”

La norma, consentendo al subacqueo di operare entro i 50 metri dalla boa e vietando alle imbarcazioni di avvicinarsi a meno di 100 metri, istituisce quindi una zona cuscinetto di 50 metri all’interno della quale, tanto il subacqueo quanto il diportista, non dovrebbero trovarsi per nessun motivo.

La realtà è invece che purtroppo, in questa fascia, gli “incontri” sono più frequenti del dovuto, e questo spesso per mancanza da parte di entrambi gli attori.

In mare può essere difficile valutare correttamente le distanze e per realizzarlo vi basterà fare una semplice prova pratica: probabilmente resterete stupiti di scoprire quanto siano “pochi” 50 e 100 metri, e di quante volte siate stati troppo lontani dalla boa o le siate passati troppo vicini, convinti invece di essere in perfetta regola.

Passare Vicino ad una Boa Sub è DOPPIAMENTE Criminale!

La boa sub per tanti, troppi diportisti, è un po’ come il giallo del semaforo. A scuola guida ci insegnano che se scatta ci si ferma all’incrocio, e che è possibile transitare con attenzione solo se lo si è già impegnato e si rischierebbe di essere d’intralcio. Dopo qualche anno di patente, quando si è diventati oltremodo sicuri di se stessi e del mezzo che si guida, il giallo porta spesso ad accelerare per non rimanere bloccati dal rosso, inutile negarlo.

Per alcuni diportisti è più o meno la stessa cosa: dovrebbero essere 100 metri ma anche se sono solo 20 o 30 c’è margine più che sufficiente.

E invece no, e chi lo pensa è DOPPIAMENTE STUPIDO!

PRIMO perché il subacqueo non staziona e non è tenuto a riemergere esattamente sulla verticale della boa sub, e SECONDO perché i subacquei non sono tenuti ad usare una segnalazione a testa. Questo vuol dire che una boa sub basta per tutti i subacquei che, spazio permettendo, possono essere contenuti nel raggio di 50 metri dalla sua verticale.

Possiamo ragionare sul fatto che un galleggiante a testa sia comunque una misura di maggiore precauzione e di buon senso, ma deve essere chiaro che avvistare quello che si presume (SBAGLIANDO) possa essere l’unico subacqueo nelle vicinanze, non è un buon motivo per avvicinarsi più del dovuto, e questo a prescindere dalla velocità.

Se poi la maggiore precauzione può essere quella di avere una boa per ogni subacqueo, potrebbe anche esserlo transitare a una distanza doppia o tripla di quella prescritta dal codice; il mare è grande e c’è sicuramente spazio.

Sanzioni

Questo è un altro argomento che accende gli animi perché il trattamento sanzionatorio previsto per le due infrazioni è assolutamente iniquo, nel dettaglio: eccessivamente punitivo per il subacqueo che mette a rischio solo la propria vita, ed oltremodo leggero per il diportista che invece rischia di uccidere il prossimo.

Sarebbe un po’ come se il pedone che attraversa fuori dalle strisce venisse punito più pesantemente dell’automobilista che rischia di investirlo sulle zebre.

 Infatti, a fronte dei 1000 euro di verbale che un subacqueo si vede comminare nel caso in cui infranga gli obblighi di segnalazione imposti dall’art. 130 del dpr 1639/68, il diportista che incivilmente gli passa a pochi metri dalla testa, paga, di fatto, una sanzione da appena 459 euro, che vengono ulteriormente DIMEZZATI (quindi 229,50 euro!) se lo sfiorato investimento è avvenuto alla conduzione una imbarcazione al di sotto dei 10 metri (natante).

C’è da dire che il diportista, se patentato, rischia anche la sanzione accessoria della confisca della patente da 1 a 3 mesi ma, considerata la quasi impossibilità di constatare la flagranza del comportamento illecito, il potere deterrente della norma è praticamente nullo.

“Scusa, Non ti ho Visto!”

Per chiudere ci permettiamo una piccola osservazione su quelle che sono le scuse “principe” del diportista che fa “la barba” al subacqueo: “non ti ho visto” o “ero controsole”.

Dobbiamo presumere che se questa gente si trovasse davanti, non un subacqueo segnalato, ma un qualunque relitto semiaffiorante, lo prenderebbe in pieno senza appello e colerebbe a picco. Chissà, magari imparerebbe la lezione che in mare si naviga con cento occhi, forse più di quelli che sono necessari su strada.

Affermare che non si è visto il subacqueo perché impegnati a osservare la canna da traina che si ha a poppa, o perché abbagliati dal sole mentre si corre alla cieca in piena planata, sono ottime ragioni solo per requisire tutto e non permettere più a questa gente di condurre un mezzo nautico. E se lo fa da patentato, è solo ancora più grave!

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