5 Motivi per cui Fumare Aumenta (Molto) il Rischio in Apnea
Che fumare sia una pessima abitudine è un fatto universalmente riconosciuto, persino da chi a questo insano vizio non riesce proprio a rinunciare; così come i danni fisiologici che l’esposizione ai prodotti della combustione comporta sono ben noti. Quello che invece è sicuramente meno conosciuto, è l’aumento esponenziale del rischio a cui è esposto il pescatore subacqueo che sia anche un fumatore abituale. La pescasub è a tutti gli effetti uno sport estremo (a prescindere dalle quote operative), che ha nel rischio una componente ineliminalibile della sua essenza, tuttavia uno stile di vita sbagliato può innalzarlo notevolmente oltre quello che si può considerare il limite accettabile.
1 – Aumento del rischio di Sincope da Apnea Prolungata
Una delle prime conseguenze del fumo è una marcata riduzione della capacità di ossigenazione dei tessuti, sia per effetto della distruzione di porzioni più o meno ampie di territori di scambio alveolare (la capacità polmonare può arrivare a ridursi anche del 50%), sia per la formazione di carbossiemoglobina nel sangue. I valori di questo composto tossico nel sangue possono superare il 10% con il consumo quotidiano di 9/10 sigarette (mezzo pacchetto), il che significa una molto minore capacità dell’emoglobina sia di trasportare ossigeno fino ai tessuti che di smaltire l’anidride carbonica.
Il risultato è quindi una marcata riduzione dei tempi di apnea, che può portare ad applicare metodiche di ventilazione troppo prolungate nel vano tentativo di recuperare qualche manciata di secondi utili, esponendo però il subacqueo al concreto rischio di sincope da apnea prolungata, a causa della riduzione o annullamento del campanello d’allarme delle contrazioni diaframmatiche. Inoltre, la risposta dell’organismo in situazioni di sofferenza dovute all’ipossia, già complessa e non lineare in condizioni ottimali, può scatenare reazioni impreviste e difficilmente controllabili in un fumatore.
2 – Più esposti al Taravana e con danni cerebrali più estesi
Quando si parla di Taravana spesso si pensa a quote operative da batiscafo ma non è affatto così; sono infatti stati documentati casi, anche molto seri, verificatisi nei primi 15 metri di profondità. Il fumo, inducendo importanti modificazioni anatomo-fisiologiche sugli apparati respiratorio e vascolare (quali formazione di placche ateroscelorite e riduzione della superficie di scambio gassoso polmonare), espone ad un rischio maggiore di incappare in questa patologia decompressiva in apnea e, statisticamente, con danni cerebrali più importanti ed estesi rispetto ai soggetti non tabagisti.
3 – Udito pù Debole, Barotraumi auricolari e Sordità.
Diversi studi sono stati condotti riguardo la riduzione della capacità uditiva in subacquei fumatori, con risultati non univocamente interpretabili. Se anche pare che detta riduzione sia più legata all’esposizione a diverse fonti di inquinamento acustico piuttosto che all’attività di immersione, le ricerche hanno evidenziato che, a parità di esposizione, i fumatori presentano un’incidenza molto maggiore di perdita di capacità uditiva sulla soglia dell’alta frequenza.
Se non fosse abbastanza, l’apparato uditivo è messo a dura prova anche dall’aumentata produzione di muco all’interno delle tube di Eustachio, ostacolo che può, nella migliore delle ipotesi, portare a difficoltà o impossibilità di compensare; nella peggiore può invece esporre a barotrauma dell’orecchio, sia medio che interno, con rischio di danni neurologici e/o meccanici, causa di vari gradi di sordità, non sempre reversibili o completamente recuperabili.
4 – Rischio di Barotrauma Polmonare e Embolia Gassosa Arteriosa (EGA)
Le mucose dell’apparato respiratorio sono ricoperte di cellule cigliate, deputate a bloccare ed espellere i corpi estranei che dovessero raggiungere le vie respiratorie. Il fumo distrugge completamente queste cellule, obbligando l’organismo a ricorrere al riflesso della tosse per esplellere le secrezioni mucose dagli alveoli e dall’albero respiratorio. La difficoltà di smaltimento unita all’aumento di secrezione, espone al concreto rischio che un vero e proprio tappo di muco possa ostruire parzialmente o totalmente le grandi vie respiratorie.
Se questo avviene in fase di risalita, i gas in rapida espansione potrebbero rimanere intrappolati causando barotraumi polmonari che, nelle eventualità più gravi, possono dar luogo ad embolia gassosa arteriosa con conseguenze potenzialmente letali o fortemente invalidanti in assenza di tempestivi soccorsi. Il rischio appena descritto, già elevato di per se in un fumatore, aumenta esponenzialmente nella prima settimana successiva alla dismissione della sigaretta. In questo lasso di tempo si verifica infatti un ulteriore aumento della secrezione polmonare, meglio quindi attendere 7/10 giorni da ogni volta che si decide di smettere, prima di tornare in mare.
5 – Sinusiti croniche, Barotraumi sinusali e problemi di compensazione in genere
Il muco è lo strumento di difesa con cui l’organismo ingloba gli elementi irritanti e cerca di espellerli. Nel corpo di un fumatore si genera una situazione di irritazione cronica di tutte le mucose e quindi di iper produzione di questi fluidi viscosi (un fumatore è 10 volte più esposto a fenomeni irritativo-infiammatori delle prime vie aeree, rispetto ad un soggetto sano). Oltretutto la distruzione delle cellule cigliate cui accennato prima, genera un suo accumulo e ristagno, anche per mancaza di meccanismi suppletivi di eliminazione.
In cavità piccole e indeformabili come i vari seni presenti all’interno del cranio, si possono avere seri problemi di compensazione che si manifestano con fitte, spesso lancinanti. L’abbondante fluido secreto dalle mucose che rivestono queste cavità (oltre al loro “gonfiarsi”), ostacola il normale transito dell’aria e la compensazione automatica a cui vanno incontro durante l’immersione subacquea. La tipica sinusopatia del fumatore è quella fronto-mascellare, che può esporre a barotraumi i seni paranasali, frontali e mascellari. Tutti questi sintomi si possono ovviamente verificare anche a carico delle strutture nasali, dando luogo anche a ipertrofia dei turbinati, che andrà a costituire un ulteriore ostacolo alla compensazione.
Attenzione agli Spray Decongestionanti Nasali
Come abbiamo visto la maggior parte degli effetti collaterali da fumo, o almeno quelli di cui ci si accorge più facilmente, sono conseguenti all’irritazione e all’iper produzione di muco che complica o impedisce totalmente la compensazione. È facile quindi che venga in mente di ricorrere ad uno spray decongestionante nasale, qualche volta ricorrendo ai prodotti da banco e qualche altra grazie alla prescrizione dell’amico otorino. Bisogna però fare molta attenzione perchè il rimedio rischia di essere peggiore del male.
La maggior parte degli spray nasali in commercio contengono dei vasocostrittori e, a parte avere un effetto molto limitato, inducono stimolazione dell’apparato cardiovascolare e del sistema nervoso centrale, modificazioni della frequenza e del ritmo cardiaco, ipertensione arteriosa. Tutte condizioni negative che vanno a sommarsi alle modificazioni fisiologiche già indotte sull’organismo ad esempio da blood-shift. È quindi tassativo evitare di fare da se e affidarsi non ad un semplice otorino, ma ad uno specialista che abbia anche competenze di medicina subacquea e iperbarica.
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