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Sanzioni: Pesca in Zona Vietata, Basta solo l’Intenzione per Prendere un Verbale?

| 27 Settembre 2016 | 0 Comments

Le norme che regolano la pesca in apnea sono spesso poco chiare e di non facile interpretazione già per gli adetti ai lavori, figurarsi per il pescatore dilettante che, nella migliore delle ipotesi, ha una infarinatura molto arrangiata della questione e che spesso finisce per mettersi nei guai senza neppure rendersene conto. L’occasione per trattare questo tema ci viene da una richiesta di chiarimenti, questa volta per fortuna non conseguente all’elevazione di un verbale che sarebbe stato difficilmente contestabile.

foto-182L’accaduto: durante una battuta di pesca in gommone, alcuni amici si dirigono verso una zona di loro conoscenza, non sapendo però che lo specchio d’acqua in cui avevano ancorato e si apprestavano a pescare, era momentaneamente interdetto ad ogni attività a seguito dell’emanazione di un’ordinanza di interdizione temporanea della locale CP. Avvicinati da una motovedetta, prima ancora che qualcuno di loro sia sceso in acqua, ma con le boe di segnalazione già fuoribordo, gli viene fatto notare il divieto. Inconsapevoli della recente proibizione si scusano e vengono lasciati andare senza che venga elevata alcuna multa, ricordando però loro che si sarebbe potuto procedere perchè “era evidente che stessero per pescare in una zona di divieto”.

Da qui la legittima perplessità: è possibile multare una persona per una violazione che ancora non ha commesso? Non è un vero e proprio processo alle intenzioni?

Per prima cosa è sempre utile fare una visita al locale ufficio della Guardia Costiera o, quantomeno, controllare su internet quali siano le ultime ordinanze emanate che interessino la nostra zona di pesca. Non è infatti buona norma nè cercare di addurre la legittima ignoranza del divieto, nè tantomeno affidarsi alla comprensione dei controllori.

Scendendo poi nel dettaglio, ci vengono in aiuto alcune sentenze della Corte di Cassazione Civile che hanno chiarito alcuni aspetti relativi alla “pesca in zone e tempi vietati da regolamenti, decreti e ordini legittimamente emanati dall’autorità amministrativa”. Innanzi tutto la norma è di carattere generale e si applica tanto alla pesca professionale, quanto a quella ricreativa e perfino a quella scientifica. In secondo luogo poi, la Suprema Corte, ha sentenziato che nella condotta vietata deve ricomprendersi non solo l’azione materiale “attraverso la quale si compie la cattura degli esemplari marini”, ma anche quella chiaramente preordinata a questo risultato. Per esemplificare cosa si intenda per “chiaramente preordinata” i giudici rimandano esplicitamente alla disciplina del delitto tentato (art. 56 codice penale) che richiede “atti idonei diretti in modo non equivoco a commettere l’illecito”.

È quindi chiaro che, nel momento in cui si venisse fermati prima di scendere in acqua in zona vietata, ma già equipaggiati di tutto punto, si rientrerebbe senza possibilità di errore nello scenario richiamato dalla Corte, e il verbale sarebbe del tutto regolare. Quindi prestate sempre massima attenzione a quello che fate, le infrazioni in materia di pesca generano verbali a tre zeri che possono rovinare una bella giornata in pochi istanti.

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Category: Approfondimenti, Articoli, Normativa, Pesca in Apnea

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