Qualificazione 2015, le interviste ai primi 5: Nicola Strambelli
Nicola Strambelli, 1° classificato
Già dai primi due giorni di preparazione, io e il mio secondo, avevamo notato che entro i 25 metri le condizioni cambiavano molto spesso e il pesce, di conseguenza, era molto mobile. Oltre questa quota invece non si sentiva quasi mai il termoclino e la visibilità era sempre accettabile. Abbiamo quindi concentrato le nostre forze alla ricerca di zone di roccia isolata aiutandoci con l’ecoscandaglio e dedicando comunque il resto della giornata al paperino scartando però le zone troppo battute da altri gommoni.
All’inizio della prima giornata abbiamo fatto la partenza su una porzione di grotto sui 15 metri, molto simile a quello barese che sono abituato a frequentare, che manteneva sempre 4-5 pesci e una cernia sui 3 kg. Nella prima mezz’ora sono riuscito a catturare 3 corvine in mezzo a diversi atleti, forse un po’ disorientati dalla scarsa visibilità. Da qui decidiamo di puntare una risalita sui 20 metri, abbastanza conosciuta, dove in preparazione giravano barracuda e dentici e che in quel momento non era presidiata da alcun gommone. Al secondo tuffo riesco a catturare un dentice di 3,2 kg che risulterà la preda più bella del Campionato! Colpito benissimo, sono risalito abbracciandolo e baciandolo…una gioia immensa per me e Rocco che, mentre esultavo (neanche avessi segnato un gol alla finale dei mondiali!), mi invitava a calmarmi. Non era passato neanche un quarto di gara e avevamo già in gommone un bel dentice e 3 corvine!!
Di comune accordo ritorniamo subito sul pezzettino di grotto della partenza, dove c’erano ancora molti gommoni, per cercare di chiudere le corvine. L’acqua si era sporcata un altro po’. Quattro, cinque tuffi e altre 2 corvine sul gommone: altra esultanza e altro richiamo di Rocco. Un dentice e 5 corvine a meno di due ore dall’inizio. Facciamo un giro dei segnali bassi catturando un bel saragone e poi, come da programma, ci spostiamo su quelli più fondi! Sul primo, un ciglio che da 30-31 cade un paio di metri più sotto, catturo un altro bel sarago. Il carniere comincia a diventare pesante. Avremmo altri segnali impegnativi da controllare ma decidiamo di finire la gara in poca acqua per conservare le energie per la seconda giornata, impostata già da subito a quote impegnativa. Concludo la gara catturando un altro bel sarago. Una curiosità: mentre risistemavo il 55 a distanza di 20 metri da me, in mezzo a non so quanti gommoni, vedo un dentice di 3-4 kg tuffarsi nella posidonia attaccare qualcosa sputare gli scarti e dileguarsi alla velocità della luce. Uno spettacolo!
Vincitore di giornata e obiettivo qualificazione raggiunto. Con il sorriso stampato in faccia e la consapevolezza di poter fare bene, affronto la seconda giornata con serenità.
Su questo campo gara, a parte la partenza, abbiamo quasi esclusivamente segnali fondi, trovati faticosamente, e sui quali in preparazione giravano sempre grossi saraghi. di buona lena cominciamo a perlustrare il primo, ma con stupore mi accorgo che questa volta negli ultimi metri l’acqua è ghiacciata! Dopo un’ora di gara finalmente mi sblocco. Sul segnale più bello, dove in preparazione stazionavano due bellissime cernie bianche e un branco di bei dentici, nonostante il taglio ghiacciato, catturo un sarago sopra il chilo. Dopo aver perlustrato un altro paio di pietre isolate decidiamo di cambiare tattica. Ci spostiamo lungo un ciglio che risale a circa 20 metri per vedere se lì le condizioni sono migliori. In effetti al secondo tuffo si ripresenta un’occasione d’oro: un branco nutrito di dentici il cui capobranco, un pesce di 5-6 kg , mi punta in almeno 2-3 casi. Questa volta però non siamo soli in zona ed i pesci nervosi non vengono mai a tiro. Insistendo lungo il ciglio però riesco a catturare 2 barracuda sotto il chilo.
In uno di questi tuffi altro incontro mozzafiato: mentre sono sul fondo all’aspetto un cernia bianca di almeno 8 kg è rimasta ferma a fissarmi per tutto il tempo a mezzo metro dalla punta del fucile! Manca poco alla fine della gara ed ho solo 3 pesci. Forse vanne bene per il podio ma sappiamo che difficilmente basteranno per vincere. Nel frattempo il taglio freddo è salito a 16-17 metri e lungo quel ciglio non gira più niente. Ricontrolliamo un paio di segnali della partenza e decidiamo di andare a visitare due lastrine in una zona dove molti atleti stanno facendo la gara dall’inizio. Prendo il 45 e scendo sulla prima. Qui in preparazione avevamo segnato un sarago in peso. Mi affaccio in questa spacchettina ed un sarago da chilo mi dà il muso: sparo e lo strappo senza capacitarmi di come sia successo. Dopo aver controllato ovunque risalgo in gommone. Sono consapevole che questo errore mi potrebbe costare molto caro. A 20 minuti dalla fine rimane da controllare l’ultimo punto. Una zona piuttosto piccola ma movimentata dove Rocco aveva visto un bel tordo nero in preparazione. Sempre armato di 45 catturo subito un sarago che però non ci convince (infatti risulterà leggermente fuori peso). Insisto e come per magia appare il famoso labride: questa volta non sbaglio. Al tuffo successivo ne sparo ancora un altro chiudendo la giornata con 5 pesci validi e 3 specie. Nonostante i 3 bellissimi carnieri dei primi di giornata, i miei pesci saranno sufficienti per farmi vincere il campionato.
A parte il sarago del racconto nella prima giornata ho sbagliato una corvina. Ho pescato con un arbalegno 100 doppio 14 col quale pesco da 10 anni, un 55 e un 45 con fiocinella. Durante le due giornate di gara mi sono sempre fermato per bere e mangiare qualcosa rispettando, nei tuffi più impegnativi, i tempi di recupero. Ringrazio ancora il mio amico Rocco Cuccaro, senza il quale tutto questo non sarebbe stato possibile, ed una perfetta macchina organizzativa.
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