Mondiale 2014: cronaca e commenti (1a parte)
Dominio assoluto della Spagna
Al termine della pesatura della seconda giornata di gara del Campionato Mondiale 2014 di pesca in apnea, disputato in Perù, con merito nella marina di Santa Maria del Mar è risuonato un “Viva Espana”.
Tutte e tre le medaglie della classifica individuale, dopo due giorni di competizione, sono finite attorno al collo degli atleti spagnoli: Xavier Blanco, Samuel Tomas e Santiago Lopez. Anche l’oro di squadra è finito, ovviamente, nelle mani degli spagnoli.
Questo è tutto quello che ricorderemo di questo campionato, scordandoci di tutto il resto.
Condizioni difficili
Una buona preparazione è l’inizio di ogni competizione. Tutte le squadre sono arrivate abbastanza presto, in base alle loro possibilità.
Gli italiani e il greco Manolis Giankos, attuale campione euroafricano, erano andati ad ispezionare le zone l’anno scorso, ma questo non è stato di grande aiuto.
Infatti, proprio durante il Campionato sono cambiate le condizioni e la visibilità durante i due giorni di gara è stata davvero cattiva.
Pucusana, San Bartolo, Punta Hermosa e Santa Maria sono i paesi sulla costa che hanno ospitato i rappresentanti dai 22 paesi partecipanti del Campionato Mondiale per tutta la durata della manifestazione.
La preparazione era iniziata bene, a secondo della giornata, alcuni giorni la visibilità era buona, c’era tanto pesce e tutti erano molto ottimisti. Ma la situazione è cambiata presto: appena è mancata la visibilità, il pesce è sparito.
La temperatura dell’acqua variava tra i 12 e i 15 gradi e i leoni marini erano sempre presenti attorno i pescatori. Concetto Felice ha vissuto e sopravissuto all’incontro con lo squalo, riferendo che si trattava di un “bull shark“. Essendo troppo vicino alla costa, ha dovuto nuotare fino alla barca che non poteva raggiungerlo a causa dell’onda oceanica, un’esperienza di cui si ricorderà per tutta la vita.
La competizione si è basata sulla pesca lungo la costa, vicino alla costa e, per quelli molto abili, sulla pesca nell’onda.
Non era necessario andare oltre i 20 metri di profondità perché la maggior parte del pesce si trovava tra gli 8 e i 15 metri, i fucili più utilizzati sono stati gli arbalete da 60 e 75 a causa della scarsa visibilità mentre i maggiori problemi sono stati causati dalla corrente. Pintadillas (Cheilodactylus variegatus n.d.r.) e cabrillas (Palabrax humeralis n.d.r.) le due specie di pesce più comuni.
Con l’avvicinarsi dell’inizio della competizione è stato subito chiaro che la gara sarebbe stata molto difficile e che le pesature non sarebbero durate a lungo. Le previsioni del tempo poi hanno tolto qualsiasi speranza di avere una buona visibilità in acqua.
Essere in ritardo come segno distintivo
Quasi tutte le squadre alla vigilia della competizione si sono trasferite a Lima. Quello che tutti temevano è risultato vero alla riunione dei capitani: l’organizzazione non è stata in grado di assicurare un numero sufficiente di imbarcazioni simili per caratteristiche e velocità per tutti i concorrenti.
Nessuno ha ascoltato le proteste e il giudice principale, il portoghese Joao Pedro Gomes, ha concluso che non c’era niente da fare.
E aveva ragione, questo problema si sarebbe dovuto risolvere molto prima.
La Commissione per la pesca subacquea della CMAS avrebbe dovuto verificare prima dell’inizio della manifestazione perché la disponibilità di imbarcazioni simili per tutti è un la base per tutte le competizioni.
I capitani e i commissari tecnici delle varie nazionali non hanno avuto imbarcazioni a disposizione, sarebbero potuti salire eventualmente con uno dei propri concorrenti ma senza provocare confusione sulle imbarcazioni piccole e strapiene.
Così, alla fine, la maggior parte è rimasta a terra.
Ma non solo questo ha provocato problemi ai partecipanti. L’usanza dei sudamericani di essere sempre in ritardo anche questa volta è stato il tema conduttore.
La cerimonia di apertura e la sfilata delle squadre dovevano svolgersi nel quartiere di Lima denominato Chorillo. Le squadre hanno aspettato quasi un ora in un viotolo mentre tutti coloro che avrebbero dovuto essere presenti non sono mai arrivati.
Il tempo trascorreva facendo foto collettive e scambiando le impressioni sulla preparazione dei campi gara.
Il nervosismo non era molto visibile ma era presente sotto la superficie perché mancavano soltanto un paio di ore prima dell’inizio della competizione.
La mattina della prima giornata è arrivata senza il sole e ciò è tipico per Lima. I concorrenti e gli accompagnatori hanno preso posto su tre autobus militari e sono partiti verso Santa Marie del Mar con un viaggio che è durato un ora e mezza.
Anche questo si sarebbe dovuto evitare perché il tempo del viaggio di andata e di ritorno si è aggiunto alle cinque ore di gara, che gli atleti hanno passato in acqua o sulle imbarcazioni, e a quello della pesatura.
Inoltre l’inizio della gara ha subito un ulteriore ritardo in quanto non tutte le imbarcazioni avevano i numeri di gara e non erano pronte per partire, alla fine la partenza è stata data due ore e mezza dopo l’orario previsto.
Anche in questo caso non c’erano alternative, semplicemente doveva andare in questo modo ed era inutile innervosirsi.
Durante la prima giornata si è pescato nella zona più lontana da Lima. Le onde non erano troppo alte e, come previsto, il vento è arrivato solo dopo la competizione, tuttavia la visibilità in acqua era pessima nella maggior parte del campo di gara.
I concorrenti dovevano cercare le zone con visibilità migliore e la ricerca ha richiesto tempo.
Le informazioni che arrivavano dai barcaioli parlavano di un pesce, due, nessuno. Non c’era tanto pesce ed era una sfida trovare qualcosa da portare al peso. Le zone migliori erano quella verso la fine del campo gara, vicino a Pucusana, e quella verso il centro mentre più avanti, verso Lima, la visibilità era pessima. In alcune zone dalla superficie non si vedeva neanche la punta delle pinne.
Il croato Stjepko Kesić ha pescato addirittura quattro pesci nell’ultima mezz’ora e con uno ha avuto qualche problema. Ha usato due fucili per una cabrilla e ha dovuto faticare per portarla in superficie. “È qui che ho iniziato la competizione ed è qui che la finisco. Ho cercato di cambiare zona, sono arrivato a metà del campo gara ma non ci si vedeva niente. Dove ho pescato nell’ultima mezz’ora la visibilità era persino di quattro metri” ci ha detto Kesić a fine gara.
La maggior parte dei concorrenti aveva circa cinque pesci, solo gli spagnoli Lopez e Blanco ne hanno avuto più di dieci. Kesić, Concetto Felice e il peruviano Fung ne avevano otto o nove.
“Nei primi quindici minuti ho pescato tre pesci, poi una grande cabrilla ma dopo non si vedeva più niente. Negli ultimi dieci minuti l’acqua ha iniziato a schiarirsi e nell’ultimo tuffo ho pescato un’altra cabrilla. Sul fondo era un pò più chiaro ma siccome la parte in mezzo era molto lattiginosa, la luce non riusciva ad arrivare al fondo, era buio”. Questo ha dichiarato l’ex campione mondiale Daniel Gospić,che con con cinque pesci validi ha ottenuto settimo posto di giornata.
Anche la pesatura è stata organizzata molto male. Prima hanno usato tre bilance piccole davanti ad un palcoscenico secondario per separare i pesci validi dai quelli non validi. Questa operazione era effettuata dai tre rappresentati di ogni nazione.
Successivamente il pesce valido veniva pesato sul palcoscenico principale e i concorrenti hanno ricevuto un foglio dove c’era scritto solo il peso del pesce in grammi.
Così alla fine nessuno sapeva quanti pesci e quanti punti aveva totalizzato. Perfino alla fine della pesatura non è stato possibile vedere i punteggi tranne da parte di quelli più insistenti. Tutti gli altri hanno dovuto aspettare il loro turno per dare un occhiata alla classifica o sono tornati in albergo con gli autobus senza conoscere la propria posizione.
La vittoria della prima giornata è andata a Santiago con 15 pesci e, ovviamente, un punteggio percentuale di 100. Secondo Xavier Blanco con quattro pesci di meno e 87,658% punti mentre Stjepko Kesić era terzo con otto pesci e 80,486 % punti.
A seguire Concetto Felice e lo spagnolo Tomas. Tra i primi dieci anche il peruviano Carlos Fung, Teva Montagnon di Tahiti, l’altro peruviano Santiago Rizo Patro e Plamen Arabadzhiev della Bulgaria.
Vai alla seconda parte dell’articolo >>—->
Forse ti interessa anche...
Category: Agonismo, Articoli, Pesca in Apnea