Pesca in mare: si discute di licenza a pagamento
Già da mesi è in discussione presso la commissione parlamentare agricoltura una proposta di legge in materia di pesca avanzata dall’onorevole calabrese Nicodemo Nazzareno Oliverio, eletto deputato in quota PD. Noi pescatori sportivi siamo puntualmente abituati a tremare ogni qualvolta si tenti di riformare in qualche modo il settore, ben sapendo che la pesca sportiva subisce sempre interventi peggiorativi, e anche stavolta abbiamo di che preoccuparci.
L’articolato normativo consta di 26 articoli, quasi tutti destinati alla pesca professionale meno che due, il 24 e il 25, che ci interessano molto da vicino.
Il primo è quello che vorrebbe introdurre una licenza a pagamento per poter esercitare la pesca sportiva, nella fattispecie un “permesso rilasciato a titolo oneroso in ragione del tipo di pesca praticato e degli attrezzi utilizzati“, dicitura che ci lascia presupporre che i pescatori non saranno tutti uguali ma che a chi possiede di più, leggasi diportisti sia di superficie che subacquei, verrà chiesto un pagamento maggiore.
Non che sia la proposta di una licenza a farci storcere il naso, quanto più l’utilizzo dichiarato dei proventi che il promotore vorrebbe destinare non alla tutela e al ripopolamento della fauna ittica, bensì alla sovvenzione in varia misura della pesca professionale, come a dire che gli sportivi devono pagare non per contribuire a tutelare una risorsa che sfruttano (in maniera quasi trascurabile, per giunta) ma per finanziare chi la distrugge, lucrandoci abbondantemente.
Il secondo articolo di nostra competenza è il 25, su cui invece non abbiamo nulla da eccepire, e che vorrebbe vietare quali strumenti del pescatore sportivo le nasse e i palangari (palamiti o coffe) che tutto sommato stonano non poco con il limite di prelievo dei 5 kg imposto al dilettante.
Ci riproponiamo di seguire con attenzione la vicenda, con approfondimenti e insight sul dibattito in commissione per poter capire a fondo come si dispongono gli interessi politici ed economici in gioco. Ci sia consentito notare che la nostra categoria attende da quasi un decennio che il Governo ottemperi all’obbligo di legge di riformare il regolamento DPR 1639/68 relativamente alle norme della pesca sportiva e amatoriale: sarebbe paradossale che nel perdurare di tale attesa si provvedesse in fretta e furia a inserire questo balzello.
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