Il PD ci Riprova con la Licenza di Pesca in Mare a Pagamento!
Sapevamo che gli avvoltoi della politica non avrebbero mollato l’osso con facilità e che la licenza di pesca in mare a pagamento, prima o poi, sarebbe magicamente riapparsa da qualche cassetto, magari come strumento di contrattazione con qualche categoria particolarmente arrabbiata. È bastata la protesta dei pescatori professionisti andata in scena nei giorni scorsi in Piazza Montecitorio, per far si che il Governo e il gruppo di maggioranza in Commissione Agricoltura e Pesca del Partito Democratico (PD) si affrettassero a riesumare il testo unificato sul comparto ittico, fecendolo calendarizzare per il voto in Aula per il giorno 27 marzo 2017.
Per inciso, la pietra dello scandalo sono le nuove sanzioni sulla pesca introdotte lo scorso 25 agosto, considerate dai professionisti eccessivamente penalizzanti e oggetto di più di un comunicato da parte delle sigle di rappresentanza del settore, che non hanno avuto nessuna vergogna ad ammettere, di fatto, che loro devono poter pescare con ogni mezzo lecito e illecito.
Il testo, che tra le pieghe dei mille sgravi e sussidi previsti per la filiera professionale, impone una licenza a pagamento per i dilettanti, è lo stesso che, lo scorso giugno, venne accantonato per mancanza delle coperture finanziarie. Ci sarà da vedere come pensano di farlo passare visto che sonora la bocciatura di 8 mesi fa venne dalla Ragioneria dello Stato prima, e dalla Commissione bilancio di Montecitorio poi; e che non risulta che in questi mesi si sia lavorato ad allungare una coperta manifestamente corta. È bene poi ricordare che l’odiata proposta impone ai ricreativi il pagamento di una tassa variabile dai 10 ai 20 euro per essere autorizzati alla pratica della pesca in mare, e distribuisce i proventi per il 60% ai pescatori professionali (per indennizzare i periodi di fermo biologico), per il 30% alle Capitanerie di Porto (per attività di controllo, ovviamente a danno esclusivo dei ricreativi) e per il 10% al CONI (presumibilmente assegnati poi alla FIPSAS).
Vedremo come andrà questo ennesimo assalto alla diligenza, nel frattempo le associazioni di categoria della pesca sportiva e ricreativa sono sempre divise mentre gli associati restano poco inclini alle vigorose proteste degli omologhi professionisti. A meno che la finanza creativa non faccia l’ennesimo sgambetto al Partito Democratico, ci sono solo nuvole scure all’orizzonte…
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