E’ Bruno De Silvestri l’atleta dell’Europeo sotto procedimento per doping
Brutta notizia per tutti gli appassionati italiani: l’atleta trovato positivo al test antidoping, in occasione del campionato euro-Africano di Saint Jean de Luz, è l’azzurro Bruno De Silvestri. Nel campione di urina dell’atleta è stata riscontrata la presenza di finasteride, elemento presente nella cura per i capelli cui il fuoriclasse sardo si sottopone da ormai quattro anni e capace di mascherare la presenza di dopanti.
Il finasteride, principio attivo di farmaci che combattono la caduta dei capelli come Propecia o Proscar, è stato inserito nella Lista ufficiale delle sostanze proibite del 2005, in quanto, secondo il rapporto della WADA (World Anti Doping Agency),si presterebbe ad un uso improprio come agente mascherante; tecnicamente è un inibitore 5alfa-reduttasi che, dopo un assunzione di 5 mg, resta rilevabile nelle urine per 90 ore.
Bruno De Silvestri è rimasto sorpreso ed amareggiato da questa tegola che si è abbattuta sul suo capo e che rischia di interrompere brutalmente la sua brillante carriera agonistica proprio sul più bello: “Sono disperato, mi sembra di vivere un incubo. Seguo questa cura per i capelli da anni e dopo aver affrontato senza problemi il mondiale del Cile nel novembre 2004 non sospettavo che il finasteride potesse essere stato inserito nella Lista delle sostanze proibite. Non avendo ricevuto alcuna comunicazione né avendo appreso la notizia in altro modo, ero tranquillo ed in perfetta buona fede. Dato che la sostanza è presente da poco nella lista, sono ancora in circolazione confezioni del farmaco prive di indicazioni sulle possibili conseguenze sul piano sportivo della sua assunzione. Tutta questa situazione mi ha tratto in inganno, quando ho ricevuto l’informativa sugli accertamenti in corso sono caduto dalle nuvole e da allora non riesco a darmi pace. Ho gareggiato lealmente, non ho cercato né ottenuto alcun vantaggio, ma a quanto pare dovrò pagare comunque”.
La posizione di Bruno De Silvestri è sicuramente grave, in quanto la sanzione già comminata dalla CMAS è quella della squalifica di due anni dalle competizioni ufficiali. Se la sostanza fosse stata ricompresa fra quelle ritenute particolarmente soggette a violazioni non intenzionali del regolamento, la sanzione sarebbe stata molto meno afflittiva (dal semplice ammonimento fino ad un anno di squalifica) nel caso in cui De Silvestri avesse potuto dimostrare che l’assunzione della sostanza specifica non era finalizzata ad un aumento artificioso delle prestazioni.
I regolamenti anti-doping sono inflessibili, perché il doping è un vero cancro dello sport che necessita di cure vigorose, a volte con effetti collaterali indesiderati. Ciascun atleta, con il semplice tesseramento, si assume l’impegno di conoscere e rispettare le norme anti-doping nazionali e internazionali, pertanto l’ignoranza non è generalmente ammessa, salvo che in casi molto particolari specificati in norme del regolamento che qui, purtroppo, non sembrano trovare applicazione. Con la proliferazione delle sostanze elencate nella Lista, anche farmaci di auto-medicazione o apparentemente innocui (ad esempio alcuni decongestionanti nasali, comunemente utilizzati dagli appassionati) possono ormai generare problemi, pertanto è necessario che gli atleti e le federazioni si attivino per adottare tutte le cautele necessarie ad evitare incidenti di percorso nei test anti-doping, che purtroppo hanno conseguenze gravi e piuttosto durature.
***ERRATA CORRIGE*** – A differenza di quanto riportato originariamente nella notizia, la squalifica è già stata comminata dalla CMAS in data 26 Novembre e cesserà di avere effetto in data 12/10/2007. Ci scusiamo con i lettori.***
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